mercoledì 10 settembre 2008

RISPOSTA ALL'ARTICOLO APPARSO SU IL MESSAGGERO DEL 9 SETTEMBRE

Antonello Tiracchia di NUOVO SENSO CIVICO risponde alle dichiarazioni del signor Alessandro Dragani segretario dell'UILCEM abruzzese e del sindaco di Ortona Nicola Fratino in meritio all'articolo di oggi apparso a pagina 45 a firma Walter Berghella e Daniela Cesarii.

Non sappiamo cosa sia "una centrale ad olio" di cui parla nell'intervista il responsabile della UILCEM abruzzese Alessandro Dragani ma già da questo incipit si comprende che sull'argomento petrolio questo signore sa ben poco.
Il cosìdetto centro oli di Ortona (definito in documenti ufficiali dei petrolieri anche "raffineria" ) è un un impianto per la desulfurizzazione del petrolio amaro, un'attività industriale tra le più pericolose e devastanti per la salute degli uomini che vi lavorano e per tutto l'ambiente in cui sorge l'impianto.
Sul territorio degli Stati Uniti non si fabricano raffinerie e centri oli sin dal 1976 ed in tutte le altre nazioni vengono costruiti lontano dai centri abitati e non in mezzo ai vigneti ed in aree ad alta densità abitativa come l'Eni vorrebbe fare ad Ortona.
Sicuramente l'ENi è in grado di usare tecnologie "avanzatissime" nella "ricerca e nell'estrazione del fossile" ma non è il caso dell'impianto che vorrebbero costruire a Ortona per la idrodesfurizzazione dove non si fa nè ricerca nè estrazione e che è stato definito obsoleto anche dal Mario Negri Sud a cui è stato chiesto di compiere valutazioni in merito.
Il dottor Fiorillo dirigente dell'ENI di Ortona nella sua relazione al forum promosso dall'Università di Pescara il 18 luglio scorso parla di 25 posti di lavoro per il centro oli di Ortona riservati tra l'altro a tecnici altamente specializzati ed in gran parte stranieri!
Ai locali resterebbero le attività di manovalanza con contratti a termine per attività prive di qualsiasi specializzazione, come noi stessi abbiamo potuto constatare in un'inchiesta televisiva che ci ha portato a visitare altri siti petroliferi sparsi nella penisola.
Il turismo a cui allude il signor Dragani è un turismo obsoleto proprio come il suo auspicato centro oli e che se persiste qui in Abruzzo dovrebbe essere proprio lui, in qualità di sindacalista, a spiegarci il perchè.
L'Articolo conferma comunque il fatto che appoggiare il declassamento dell'intero Abruzzo in distretto petrolifero significa avere diretti interessi in merito o non sapere di cosa si stia parlando.
Per quanto riguarda l'invito del sindaco Nicola Fratino rispondo con un altro invito: si colleghi al sito www.butting.de digiti miglianico e legga con attenzione. Dopo di che può dire direttamente alla dirigenza della Butting stessa "...di riportare tutto nell'alveo della serietà e del raziocinio". Ci comunichi poi la risposta che le darà la Butting.
P.S. Se il signor Dragani ci fa pervenire un recapito saremmo ben lieti di inviargli appropiata documentazione in merito.

1 commento:

the knife ha detto...

Evidentemente il sindacalista Dragani non sa più che pesci pigliare, ritenendo di poter ancora infinocchiare gli abruzzesi sostenendo che la "centrale ad olio" non comporta alcun pericolo per la nostra salute. Mi sembra poi estremamente fuori luogo prendersela con alcuni addetti al turismo che, come in molti altri settori di lavoro, anche a livello nazionale, assumono "in nero" per ridurre le spese; é altrettanto evidente che il suo compito istituzionale consiste proprio nella tutela di quei lavoratori sfruttati e, ammeterne l'esistenza, equivale automaticamente ad un mea culpa per una sua sconfitta. Complimenti signor Dragani .... sindacalista! Concludo dicendo che l'articolo mi puzza d'ìmbroglio, come se fosse stato pilotato o il frutto di una costrizione, ma questa è soltanto una mia opinione! Alx