lunedì 29 novembre 2010

SAREMO DIVENTATI MICA VEGGENTI?

Come da noi preannunciato qualche giorno fa si comincia a parlare di EMERGENZA RIFIUTI.
Chiediamo aiuto al Professore, Ingegnere, Direttore, Vice Sindaco Antonio Di Nunzio, sperando che con la sua esperienza possa darci la soluzione FINALE al problema.

A proposito del Professore, Ingegnere, Direttore, Vice Sindaco Antonio Di Nunzio, domani 30 novembre 2010, comprate il quotidiano "Il Centro", sicuramente l'ingegnere ci spiegherà "SANSA" ombra di dubbi, che tutto è in regola, l'impianto rispetta i limiti di emissioni, anzi sono anche più bassi da quelle previste dalla legge, che ha usato le migliori tecnologie esistenti, ha tutte le autorizzazioni del caso, non c'è conflitto d'interesse, ecc. ecc.

Sicuramente dimenticherà di citare gli oltre 130 studi scientifici che dimostrano quanto gli inceneritori per biomasse come quello di Treglio siano pericolosi per la salute e per l'ambiente.

Visto che ci si trova, magari, potrebbe spiegarci, secondo quello che hanno dichiarato in questi giorni i proprietari, se hanno trovato e da dove arriveranno le 180.000 quintali di cippato per alimentare l'inceneritore.

domenica 28 novembre 2010

DIO RICICLA IL DIAVOLO BRUCIA

Grazie ad Enzo Palazzo che ci ha inviato questo link del prof. Paul Connet, inventore della politica del "Rifiuto Zero" e l'altro è amatoriale, ma le immagini riportate non hanno bisogno di alcuna etichetta di professionale.

http://www.youtube.com/watch?v=e-b5zKKtAD0&feature=player_embedded

GRAZIE AD ASSUNTA DI FLORIO VIGILE COME SEMPRE, INFATTI CI HA INVIATO QUESTO ATICOLO:

L'inceneritore di Bologna e le diossine


Gli inceneritori di rifiuti emettono diossina. E' un fatto abbastanza noto. Meno noto è il fatto che i livelli di diossina potrebbero superare quelli di rischio sanitario, anche quando sono inferiori ai limiti di legge.

Prendiamo il caso degli inceneritori dell'Emilia Romagna. La diossina non è tra le variabili monitorate in continuo, però viene rilevata di tanto in tanto.

La concentrazione di diossina in emissione dal modernissimo impianto di Granarolo (il fiore all'occhiello della famiglia) è pari a 0,3 ± 0,03 pg I-TEQ/m³ (picogrammi di tossicità equivalente internazionale).

Serve poco gongolare perchè questo valore è più basso del limite di legge di 100 pg I-TEQ/m³. Il confronto va fatto con i livelli di rischio per la salute.

Un recente studio francese ha determinato significativi livelli di rischio per malformazioni prenatali (1) per concentrazioni di diossina (nel territorio) pari a 0,0015 pg I-TEQ/m³.

Serve poco misurare la diossina nei pressi delle ciminiere. Occorre misurare (o se non è possibile almeno modellizzare) la concentrazione nei pressi delle zone abitate. Occorre soprattutto misurare quanta diossina si deposita o si accumula sulle superfici o sulle foglie degli alberi e della verdura. Questo serve, e non il confronto con un astratto limite di legge.

Servono anche misurazioni più frequenti, in diverse condizioni atmosferiche ecc.

Il rischio diossina è inaccettabile se è evitabile, come giustamente dice Paul Connett.

Quando la diossina si deposita sui campi circostanti inquinando i prodotti agricoli, la filiera corta ahimè non è possibile.

(1) S. Cordier et al., Occup. Environ. Med., 67, 493, (2010). I ricercatori hanno trovato un'associazione tra difetti alla nascita del tratto urinario e prossimità con gli inceneritori in Francia. Le madri esposte alla diossina hanno un rischio triplo di partorire neonati con le malformazioni.

Da blogosfere.it

sabato 27 novembre 2010

INCENERITORE PER BIOMASSE A TREGLIO - RISPOSTA A VECERE

In queste settimane che hanno portato alla ribalta l’inceneritore per biomasse a Treglio, Nuovo Senso Civico non ha mai volutamente fatto riferimento alla proprietà dei Vecere e dei soci Valdostani, ma solo alla proprietà che fa capo al Sig. Antonio Di Nunzio semplicemente perché c’è un palese conflitto d’interesse sul quale la magistratura dovrebbe indagare, ma, come al solito, nulla si muove.

Se un Sindaco o un Consigliere comunale possiede uno stabilimento balneare la legge lo invita o a dimettersi o cedere l’attività perché si tratta di una concessione pubblica.

Le previsioni delle leggi sono identiche per le concessioni in merito all’immissione nella rete pubblica dell’energia.

In Abruzzo abbiamo constatato che gli illeciti e le irregolarità in campo ambientale vengono perseguiti solo nell’aria metropolitana pescarese, sarà perché solo in quell’area la magistratura si muove in maniera più incisiva?

Che un imprenditore faccia i propri interessi è lecito e non ci strappiamo le vesti se non è eticamente corretto

Certo l’eticità del Vice Sindaco e Presidente di Alesa ci preoccupa e ci sta molto a cuore.

Alla politica si chiede di occuparsi del diritto alla libertà d’impresa, ma soprattutto deve garantire la democrazia assicurando gli stessi diritti (salute,lavoro,) ai cittadini e alle imprese che da certe scelte possono subire un danno.

Il progetto. Ci sono imprenditori che si addossano una certa dose di rischio per produrre olio, vino, sottaceti, turismo, sedie, bicchieri, finestre, scatole, investono soldi, assumono, creano ricchezza, ma le loro ciminiere non avvelenano l’area circostante nè mettono a rischio altre attività.

Il progetto presentato la prima volta al Consiglio Comunale di Treglio, non è stato accolto dalla amministrazione di allora, quando la carica di sindaco era ricoperta dal dott. Marco D’Alessandro ( guarda caso un oncologo!).

Nella successiva compagine è arrivato in giunta il Vice Sindaco di Nunzio, il progetto è stato ripresentato e successivamente approvato. Chi è stato più lungimirante?

La legge. E’ vero, il danno è stato causato da Pecoraro Scanio e da P. Bersani l’amico dei petrolieri e degli inceneritori.

Da una parte si sancisce che i finanziamenti e gli incentivi detti “cip 6/92” sono concessi ai soli impianti “realizzati ed operativi” ma dall'altra si prevede che una procedura di deroga sia completata dal Ministero dello sviluppo economico (Bersani) “inderogabilmente” entro tre mesi dall’entrata in vigore della finanziaria. E non è finita qui: la finanziaria 2008 prevede che sia incentivata la quota di produzione di energia elettrica ricavata da energie rinnovabili anche se realizzata in impianti che impiegano fonti energetiche non rinnovabili. In pratica: verrà incentivata la quota di energia riferibile ai rifiuti biodegradabili e alle biomasse prodotta dagli inceneritori. Tale quota riguarderà tutti gli inceneritori che verranno costruiti, anche quelli a tutt’oggi non “operativi e realizzati”.

Le emissioni.

Non pretendiamo e non vogliamo che si dia ascolto alle sirene di Nuovo Senso Civico, ma nemmeno a quelle di Di Nunzio e Vecere.

Noi ci limitiamo a riportare quello che la scienza dice in merito a queste emissioni e a questi tipi di impianti.

Non possiamo fare riferimento alla scienza e alla ricerca solo quando ci conviene.

Cosa si brucia.

Dalle dichiarazioni di Di Nunzio e adesso di Vecere si capisce che tutto si brucerà tranne che il cippato perche non ne esiste una quantità simile nelle vicinanze della centrale e che sono alla disperata ricerca in tutto Abruzzo ed oltre di materiali da bruciare, aumentando l’inquinamento dovuto al via vai di autotreni.

Un giorno si dichiarano 200 poi 300 oggi siamo a 400 quintali al giorno, 144.000 all’anno.

I rifiuti.

Sono obbligati a non bruciare rifiuti per cinque anni: dopo si vedrà. Sempre che non ci sia una emergenza rifiuti in Abruzzo e come al solito una deroga potrà chiederà “per favore” alla centrale di incenerirli.

L’invito.

Probabilmente a gennaio insieme ad altri comitati, promuoveremo un convegno su queste tematiche con la partecipazione di illustri scienziati di fama internazionale che possano chiarire le idee a cittadini, amministratori e imprenditori. Di Nunzio e Vecere sono già ufficialmente invitati.

A chi chiedereste quanto faccia male il fumo di sigaretta: ai produttori di tabacco o al vostro medico di famiglia?

Chi fuma sa di subire un notevole danno alla propria salute , eppure spende 5/10 euro al giorno per comprare le sigarette.

Resta il fatto che se è tutto perfettamente lecito, se si sta fornendo un servizio a cittadini ed alle imprese agricole, perché un impianto del genere non è stato pubblicizzato a dovere? perché solo dopo al nostro intervento oggi si parla di questo impianto e lo si giustifica?

Il confronto avviene di solito prima che si realizzi un’opera del genere, magari qualcuno avrebbe potuto proporre che questo impianto fosse realizzato dal Comune, che fosse un impianto di teleriscaldamento che avrebbe permesso di spegnere 600 caldaie a metano nelle case e nelle aziende dei tregliesi, riducendo veramente l’inquinamento.

Con gli utili dalla vendita dell’energia si sarebbero realizzati infrastrutture comunali, asili, palestre, strade ecc., e soprattutto il controllo del pubblico che avrebbe garantito una gestione… limpida dell’impianto.

venerdì 26 novembre 2010

VIVA GLI INCENERITORI E I LORO SPONSOR!!!

Un interessante e recente studio inglese (pubblicato nel 2009), valutazione fatta dal 2004 al 2008, sulla mortalità infantile attorno all'inceneritore di Kirkless, nel Yorkshire, in Inghilterra.

Lo studio è interessante non solo per il monitoraggio di 4 anni, e per il risultato di una mortalità infantile 5 volte superiore rispetto alla popolazione che vive lontano dall'inceneritore, ma perché è andato oltre e ha valutato anche l'incidenza di mortalità all'interno della popolazione malata rispetto all'andamento del vento.

Le zone sottovento, più esposte alle emissioni delle ciminiere dell'inceneritore, presentano una percentuale di mortalità del 9.6 per mille contro l'1.1 per mille delle zone sopravento.
La pubblicazione dello studio è reperibile sul sito: Uk Healt Reasearch.

Grazie ad Enzo Palazzo per averci inviato questo studio

Inceneritori-killer, nuovo dossier dall’Inghilterra

Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana. Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l’inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all’inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell’uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall’incenerimento di rifiuti solidi urbani.

“Metaforum” riporta i risultati del quarto rapporto della Società Britannica di Medicina Ecologica riguardante gli effetti sulla salute umana. Studi su vasta scala hanno dimostrato che presso gli inceneritori di rifiuti urbani ci sono tassi più elevati di cancro negli adulti e nei bambini e anche difetti alla nascita: i risultati confermano l’ipotesi che le associazioni non siano casuali. Questa interpretazione è sostenuta da un certo numero di studi epidemiologici, che suggeriscono che la varietà di malattie prodotte dall’incenerimento possa essere molto più ampia.

Le emissioni degli inceneritori sono una fonte importante di polveri fini, di metalli tossici e di più di 200 sostanze chimiche organiche, tra le quali sostanze cancerogene, mutagene ed interferenti endocrini. Le emissioni contengono anche altri composti non identificati, la cui capacità di provocare danni è ancora ignota, come un tempo accadeva con le diossine. Dato che la natura dei rifiuti cambia continuamente, si modifica anche la natura chimica delle emissioni degli inceneritori e quindi il potenziale per produrre effetti pericolosi per la salute.

Le attuali misure di sicurezza sono progettate per evitare effetti tossici acuti nelle immediate vicinanze dell’inceneritore, ma ignorano il fatto che molti di questi inquinanti si accumulano negli organismi, possono entrare nella catena alimentare e possono causare malattie croniche nel tempo e in un’area geografica molto più ampia. I dispositivi per l’abbattimento degli inquinanti negli inceneritori moderni, in particolare quelli per le diossine e i metalli pesanti, semplicemente trasferiscono il carico inquinante dalle emissioni in atmosfera alle ceneri leggere.

Recenti studi americani hanno mostrato che l’inquinamento atmosferico dovuto alle polveri fini (Pm 2,5) causa aumenti nella mortalità: malattie cardiache e tumori polmonari in primis. Le cardiopatie ischemiche sono responsabili di quasi una quarto delle morti e sono fortemente correlate con il livello di polveri fini. Tra le altre patologie segnalate: asma e ostruzione polmonare cronica, autismo, dislessia, disturbi emotivi, Parkison. E’ stato dimostrato che il cancro è correlato geograficamente con impianti di trattamento di rifiuti tossici, materiale radiattivo, idrocarburi e metalli pesanti.

Il controllo degli inceneritori, sostengono i medici britannici, è stato insoddisfacente per la mancanza di rigore, per i monitoraggi poco frequenti, per il basso numero di composti misurati, per i livelli giudicati accettabili e per l’assenza di monitoraggio biologico. «Si asserisce che le moderne procedure di abbattimento degli inquinanti rendono sicure le emissioni degli inceneritori, ma questo è impossibile da stabilire». Inoltre «non è possibile stabilire in anticipo la sicurezza di nuove installazioni di inceneritori». Difficile verificare problemi nel periodo pre-natale, e gli stessi tumori possono avere un’incubazione di dieci o vent’anni.

Attualmente, aggiunge “Metaforum”, gli inceneritori contravvengono ai diritti basilari, come enunciato dalla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, in particolare al diritto alla vita nella Convenzione per i Diritti Umani Europea, ma anche nella Convenzione di Stoccolma e nella legge di protezione ambientale del 1990. Il feto, il neonato e il bambino sono quelli più a rischio per le emissioni degli inceneritori. Diritti violati e soluzioni infelici, come ad esempio l’attuale politica di collocare gli inceneritori in zone povere, dove i loro effetti sulla salute saranno massimi (info: www.metaforum.it).

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martedì 23 novembre 2010

L'INCENERITORE PER BIOMASSE DI TREGLIO

http://www.videocitta.it/index.php?p=5389&title=Ambiente

Il Vice Sindaco Di Nunzio affrontando il Consiglio Comunale di Treglio in merito alla grossa stufa che si appresta a regalare per natale ai propri concittadini ha riaffermato con forza la bontà del suo progetto al punto che ha dichiarato "ho ricevuto la solidarietà dal WWF e da LEGAMBIENTE, quelli di Nuovo Senso Civico sono solo degli attaccabrighe, nessuno li può vedere"
I nostri 7670 aderenti in tutto l'Abruzzo non la pensano come lui, le sue affermazioni non fanno altro che rafforzare il nostro movimento e tutti gli altri movimenti di cittadini che come noi hanno SENSO CIVICO e rispetto del bene comune.
Le sue affermazioni fanno indignare quegli amministratori onesti e volenterosi che mai hanno pensato, di approfittare del loro ruolo istituzionale per fini diversi dal bene comune.

sabato 20 novembre 2010

L'INCENERITORE DI TREGLIO


ECCO DI COSA SI DOVREBBE OCCUPARE L'ING. DI NUNZIO PER CONTO DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE LOCALI!!!

A.L.E.S.A. srl Via Nicolini 2 66100 Chieti - CH

Referente: Ing. Antonio Di Nunzio email: info@alesachieti.it Web: www.alesachieti.it

Chi Siamo

L'Agenzia Energetica è una tecnostruttura che promuove, la definizione e l'attuazione di una serie di azioni miranti alla sostenibilità energetica locale in accordo con gli obiettivi dell'Agenda 21, della Provincia di Chieti, ed in particolare a risparmiare energia usandola in modo più razionale ed utilizzare le risorse energetiche rinnovabili.

Migliorare La qualità dell'ambiente riducendo l'inquinamento.

Risparmio energetico, consumi consapevoli e rispetto per l'ambiente è quello che vogliono un numero sempre maggiore di persone.

Costruire con criteri ecologici e restaurare o rinnovare con materiali "sani" è oggi più che mai importante.

Risparmiare energia è un'esigenza sempre più prioritaria perchè così si rispetta l'ambiente e si risparmia denaro.

Sviluppare la Campagna Comunitaria TAKE OFF per il decollo delle Fonti energetiche rinnovabili, è un modo per coniugare l'impegno locale con quello comunitario.

Favorire la diffusione di tecnologie avanzate ed efficienti tali da rendere le imprese più competitive.

La ricerca di soluzioni innovative per risparmiare energia o utilizzare fonti rinnovabili è uno stimolo allo sviluppo e all'innovazione tecnologica che ha ricadute anche fuori dal campo energetico:

  • miglioramento dei processi produttivi
  • miglioramento della qualità dei prodotti
  • miglioramento della gestione dell'impresa
  • eliminaazione degli sprechi
  • effetti positivi sui costi di produzione e minore incidenza di eventuali corbon tax
  • miglioramento dell'immagine dell'impresa
  • aumento delle competitività delle imprese

FAVORIRE L 'OCCUPAZIONE

Gli investimenti sono spesi per la massima parte in Italia per acquistare dispositivi o macchinari di produzione nazionale, o per pagare lavori di progettazione, di ingegneria, di consulenza. Equilibrare la bilancia dei pagamenti e diminuire la dipendenza dall'estero. Investendo in risparmio energetico e fonti rinnovabili diminuisce la spesa all'estero per acquistare materie prime energetiche e si riduce la vulnerabilità del nostro sistema energetico.

BENEFICIARI

I beneficiari dell'Attività dell'Agenzia Energetica sono coloro che sono chiamati a fornire un contributo per l'uso razionale dell'energia e per il miglioramento della qualità dell'ambiente: chi prende le decisioni ai vari livelli della politica e dell'amministrazione, chi gestisce un'impresa, le associazioni e organizzazioni, i singoli cittadini.

http://www.confindustria.chieti.it/cgi-bin/WebObjects/confindustria.woa/wa/aziendeAssociate?company=308

mercoledì 17 novembre 2010

DAL CIPPATO AI RIFIUTI.... MEDITATE TREGLIO

Pavia, traffico di rifiuti. Sequestrata la Riso Scotti Energia Originariamente l'impianto di incenerimento era stato progettato per la produzione di energia elettrica e calore attraverso la combustione di cippato di legno ed altre biomasse


Mercoledí 17.11.2010 15:00Scoperta dal Corpo Forestale nel pavese una attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti finalizzata all'indebito percepimento di contributi statali destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili. L'operazione, condotta dopo oltre un anno e mezzo di indagini con piu' di 250 Forestali impegnati, ha portato a 12 indagati, 7 arresti, 60 perquisizioni, al sequestro di un impianto di coincenerimento e di 46 automezzi e alla scoperta di un giro d'affari di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009.

L'impianto di incenerimento Riso Scotti Energia, posto sotto sequestro nel comune di Pavia, secondo quanto emerso dalle indagini, utilizzava nella produzione di energia elettrica e termica, oltre alle biomasse vegetali, rifiuti di varia natura - legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali ed altri materiali misti - che per le loro caratteristiche chimico fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti - cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri - previsti dalle autorizzazioni.

A seguito della miscelazione la lolla perdeva le caratteristiche di sottoprodotto e diventava un rifiuto speciale, anche pericoloso, che non poteva piu' essere destinato alla produzione di energia pulita, ma bensi' essere smaltito presso impianti esterni autorizzati. Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di accertare che ingenti quantitativi di lolla di riso, anche di quella miscelata con i rifiuti, sono stati venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, ad industrie di fabbricazione di pannelli in legno e ad aziende agricole ed allevamenti zootecnici (pollame e suini) - dislocati in Lombardia, Piemonte e Veneto - che la utilizzavano per la formazione delle lettiere per gli animali.

Tenuto conto della miscelazione con i rifiuti prodotti in azienda l'incenerimento della lolla all'interno dell'impianto Riso Scotti Energia, in prossimita' della citta' di Pavia, pone seri interrogativi sul probabile superamento dei limiti imposti per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, e di conseguenza sulla qualita' dell'aria. In questo modo, si traevano illeciti vantaggi dalla vendita della lolla di riso come sottoprodotto, dal risparmio sui costi di smaltimento dei rifiuti prodotti dall'impianto che periodicamente venivano miscelati alla lolla di riso ed infine dalla vendita di energia allo Stato a prezzo vantaggioso.

lunedì 15 novembre 2010

LA GROSSA STUFA DEL VICE SINDACO DI NUNZIO


L’Ingegnere Vice Sindaco di Treglio Antonio Di Nunzio, progettista e proprietario dell’inceneritore per biomasse in costruzione a Treglio, ammette in una sua dichiarazione alla stampa che “bruciare i residui della potatura di vigne e uliveti è causa di grave inquinamento”.

Allora ci deve spiegare la ragionevolezza di questo impianto, in quanto è noto a tutti (tranne che all’Ingegnere Vice Sindaco Antonio Di Nunzio) che da più di 25 anni la quasi totalità degli sfalci di potature non vengono più bruciati per legge ma semplicemente triturati e restituiti al terreno sotto forma di concime organico, senza procurare nessuna forma di inquinamento.

Quindi con la sua risposta ammette che questo impianto non farebbe altro che ripristinare – in un’area concentrata - questa pratica dismessa da 25 anni!

Il Vice Sindaco Ingegnere dichiara inoltre che in Valle D’Aosta ci sono tanti impianti di questo tipo.

Innanzi tutto in valle D’Aosta non ci sono Vice Sindaco come Di Nunzio e Treglio non è la Valla D’Aosta.

E’ vero in Valle D’Aosta ci sono centrali che producono tele riscaldamento ed energia elettrica ad uso locale, ma sono quasi tutte aziende cooperative o consortili senza scopo di lucro ma indirizzate al servizio dei cittadini.

Si è mai chiesto il vice Sindaco Di Nunzio perché le centrali a biomasse sono più diffuse in Valle D’Aosta?

La risposta è molto semplice: le centrali a bio masse sono contigue all’industria boschiva. Quando il trasporto del cippato e delle scorie di lavorazione del legno supera una certa distanza la centrale non è più competitiva sotto il profilo economico.

Se il vice Sindaco Di Nunzio se si è posto questa domanda saprà benissimo che a Treglio NON ESISTE UN’INDUSTRIA BOSCHIVA!

Il fatto è che l’ingegnere vice Sindaco Antonio Di Nunzio per produrre quotidianamente energia nel suo inceneritore dovrà bruciare di tutto!

E questo di tutto che ci preoccupa ancora di più e fa la differenza tra le capacità degli amministratori Valdostani e lui che come pubblico amministratore ha avuto su questo problema un atteggiamento omertoso.

Dovrebbe sapere l’Ingegnere Vice Sindaco che gli amministratori pubblici hanno il compito istituzionale di fare gli interessi dei cittadini e non affari con gli amici degli amici a discapito della comunità.

Il vice Sindaco di Nunzio smorza gli allarmi dicendo “e come se fosse una grossa stufa”

In realtà è un impianto che emetterà particolato atmosferico, micro polveri e diossine pericolosissime per la nostra salute, come provato da tantissimi studi scientifici in tutto il mondo compreso il recentissimo dell’American Health Association.

Se la grossa stufa dell’Ingegnere Vice Sindaco Antonio Di Nunzio è così innocua e utile alla comunità civile - come lui dice - ci deve spiegare perché non ha informato il proprio Consiglio Comunale, i suoi concittadini e i comuni limitrofi di questo progetto?

Il vice Sindaco Di Nunzio dichiara inoltre che non c’è conflitto di interesse.

Antonio Di Nunzio è vice Sindaco, progettista e proprietario di un’attività gestita in modo omertoso che a discapito della salute dei cittadini genera profitti solo per lui e i suoi soci: ci spieghi cosa bisogna ancora aggiungere per attivare il conflitto di interesse? A noi sfugge.

Regalando la grossa stufa a Treglio l’Ingegnere vice Sindaco Antonio Di Nunzio ha inoltre dimostrato di considerare gli abitanti di Treglio come suoi sudditi, come quando, nel medio evo, i servi della gleba dovevano sempre abbozzare alla tracotanza dei potenti.

Ci sono delle differenze. Gli abitanti di Treglio e dintorni non sono servi della gleba ma sono cittadini vigili e rispettosi del proprio ambiente e l’Ingegnere Vice Sindaco non è potente, è solo un imprenditore-amministratore arrogante che disprezza i suoi elettori e il territorio in cui vive.

sabato 13 novembre 2010

CHIAMATELI CENTRALI A BIOMASSE, TERMOVALORIZZATORI O INCENERITORI, MA QUESTO E' IL RISULTATO



Quello che vedete in fotografia è la nuova centrale a biomasse nel comune di Treglio

Secondo la proprietà e i progettisti questa centrale a biomasse dovrebbe bruciare sansa e cippato,.

Prefigurando l’immagine irreale dei nostri contadini in fila (durante i mesi della potatura dei vigneti!) a raccogliere i tralci a terra e con migliaia e migliaia di trattori scaricali in centrale.La centrale dovrebbe bruciare centinaia e centinaia di quintali al giorno di potature di vigne e uliveti.

Senza pensare a quanto inquinamento per il trasporto si produrrebbe, è un’immagine irreale perché semplicemente impossibile! Ma vogliamo fantasticare: se fosse davvero possibile, quanto pagherebbero agli agricoltori per il conferimento dei tralci?

Evidentemente troppo poco o forse niente semplicemente perchè la centrale a biomasse perderebbe di convenienza. E allora Ing. Di Nunzio il cippato da dove lo prendete? Fate una centrale a biomasse per il cippato senza cippato?

Chiediamo al vice-Sindaco: cosa verrà bruciato oltre alla sansa per assicurare il funzionamento della centrale 24h su 24h 365 giorni l’anno? Noi sappiamo che la risposta potrebbero darla tutti quei furbi imprenditori che da questo business pseudoecologico ci guadagnano milioni di euro. Sulla pelle dei cittadini.

Treglio e i suoi cittadini come possono tollerare la convivenza con un INSEDIAMENTO di questo tipo dopo aver scelto una politica urbanistica a misura d’uomo, promuovendo il territorio con eventi importanti come “Il Borgo Rurale”, recuperando il centro storico in maniere ineccepibile, permettendo una edificabilità residenziale, attirando molti professionisti frentani a spostare la loro residenza in questo comune, anche alla ricerca di una migliore qualità della vita?

E gli ideatori del progetto come pensano di risarcirli per il rischio sulla loro salute e sui loro investimenti? Con una pacca sulla spalla rassicurante dell’Ing. Di Nunzio?

Ecco gli esempi più importanti delle attività impattanti per la nostra salute presenti sul nostro territorio:

Pozzi petroliferi in mare e in terra; Turbogas di Ortona (105 MW); Turbogas di Gissi (850 MW); Turbogas SEVEL (100 MW); Inceneritore di rifiuti tossici e nocivi Laterlite di Dentella; Inceneritore per biomasse di Treglio; Inceneritore per biomasse ad Ortona; Stoccaggio di KOKE ad Ortona (scarti di lavorazione del petrolio); Discarica di rifiuti tossici e nocivi di Rocca S. Giovanni; Discarica di rifiuti tossici e nocivi Bosco Mottille S. Salvo; Discarica di Cerratina a Lanciano; Distilleria D’Auria; Akea di Orsogna; CIAF di Atessa; Discarica abusiva di rifiuti pericolosi della camorra a Tollo; In fase di autorizzazioni o realizzazione: Centrale a Biomasse di Treglio Raffineria e pozzi di gas a Bomba; Discarica di Amianto ad Ortona; Centro Oli di Ortona; Inceneritore per biomasse a Castelfrentano; Inceneritore per biomasse di Vasto 1; Inceneritore per biomasse di Vasto 2; Linea elettrica ad alto voltaggio di Terna; ECC. ECC.

Se un Comune favorisce l’istallazioni di attività inquinanti nel prorpio territorio, non mette solo in pericolo la salute e lo sviluppo economico dei propri abitanti, ma arreca anche un grande danno ai comuni limitrofi che magari hanno fatto scelte diverse.

L’inquinamento non lo si può confinare al perimetro di un Comune.

Le scelte degli amministratori del comune di TREGLIO in materia interessano tutta la nostra comunità e con essa vanno condivise. Pensate che possiamo sopportare a lungo questa situazione?

Mentre in Campania in merito alla questione rifiuti i sindaci sono in prima linea nel difendere il proprio territorio e di conseguenza la salute dei cittadini, da noi i sindaci sono completamente assenti e a volte complici di imprenditori senza scrupoli.

A noi cittadini non ci resta che prendere atto della situazione ed intraprendere una lotta dura nei confronti della mala politica per riaffermare i nostri diritti violati.

Cosa dice la scienza in meritori agli inceneritori per Biomasse.

Poche settimane fa, l'American Heart Association (AHA) ha pubblicato un documento significativo intitolato "Particolato atmosferico e malattie cardiovascolari".

In esso viene collegato il tipo di inquinanti tossici prodotti da inceneritori per biomasse con malattie cardiovascolari.

Si tratta di un esame approfondito dei recenti studi dettagliati su riviste come The Journal of American Medical Association, il New England Journal of Medicine, Circulation, il giornale di Air gestione dei rifiuti, l'epidemiologia e tossicologia inalatoria, e molti altri. (La lista di riferimento AHA cita 426 articoli medici).

In questo lavoro, si precisa che l'esposizione a particelle in sospensione nell'aria, nell'arco di alcune ore a settimana, può innescare la morte cardiovascolare e eventi non fatali, come infarti, insufficienza cardiaca, battito cardiaco irregolare, e ictus.

"L'Associazione malati del Polmone” chiede che la normativa non debba favorire la combustione di biomasse.

La combustione della biomassa porta un aumento significativo delle emissioni di ossidi di azoto, di particelle di biossido di zolfo ed ha un grave impatto sulla salute dei bambini, degli anziani e delle persone con malattie polmonari, perdita di giorni di lavoro a causa di malattie respiratorie, accessi al pronto soccorso, incremento del tasso di ospedalizzazione e di mortalità.
L'AHA invita gli operatori sanitari, a sottolineare la necessità che il pubblico deve essere cauto sull’ esposizione alle particelle in sospensione nell'aria, per i quali non vi è stabilito un livello minimo di sicurezza.

Suggerisce sistemi di filtraggio dell'aria in casa, la riduzione del tempo trascorso all'aperto, specialmente nel caso di attività faticose, e di tenere le finestre chiuse in casa.

"Le centrali a biomasse presentano un rischio inaccettabile per la salute dei cittadini, aumentando l'inquinamento atmosferico ...

La combustione delle biomasse libera piccole particelle in aria e la creazione di particolato atmosferico”.

American Lung Association

Massachusetts Medical Society

Deborah Hartley Deborah

sabato 6 novembre 2010

TANTO PER ESSERE PIU' CHIARI (O PIU' NERI)


Abbiamo fatto copia e incolla dal blog dei nostri amici terami del "COMITATO ABRUZZESE DIFESA BENI COMUNI" per evidenziare (se ce ne fosse ancora bisogno) ancora più in evidenza l'inutilità di questa legge.
Confrontate la cartina elaborata da WWF e Legambiente con quella di Maria Rita D'Orsogna sulla mappa del Montepulciano d'Abruzzo.
Segue l'analisi del CDBC

In attesa degli atti e della trascrizione del dibattito in Consiglio Regionale, non ci vengono risparmiate dichiarazioni entusiastiche di esponenti della maggioranza e dello stesso Presidente Chiodi.
Cosa ci sia da esultare non si capisce dal momento che:

-nelle zone in nero della cartina, elaborata da WWF e Legambiente, art. 1 comma 3 del Disegno di legge della Giunta regionale approvato, si prevede una “valutazione di compatibilità” tra le attività petrolifere e l’agricoltura di qualità ivi presente, affidata (comma 4) al Comitato di coordinamento regionale V.I.A. un semplice organo amministrativo. Lo stesso che tarda a dare il parere negativo sui pozzi di petrolio previsti dalla Forest Oil, per Bomba, in Val di Sangro, in area a rischio sismico, idrogeologico e sotto una diga. Dicendo pane al pane e vino al vino, in queste zone, se non proprio in mezzo alle vigne, agli ulivi, ai frutteti ecc., LE TRIVELLE HANNO IL VIA LIBERA.
Siamo andati a vedere la mappa del Montepulciano d’Abruzzo, ispirati dalla D’Orsogna, che con la solita chiarezza anglosassone spazza via le fumisterie e le mistificazioni del politichese nostrano, e così possiamo constatare come la mappa del vino e del petrolio coincidono, alla faccia dell’incompatibilità continuamente ribadita dal presidente Chiodi e dai suoi assessori. E la mappa del Montepulciano e del Trebbiano non si differenzia molto da quella delle altre produzioni agricole di qualità.

-art. 1 comma 2-

  • a, c)Aree naturali protette (parchi,), zone di interesse comunitario, di protezione e alto interesse naturalistico;
  • b) zone costiere;
  • d) zone sismiche di prima categoria (praticamente l’Aquilano, dove non esistono concessioni petrolifere);

in tutte queste aree ci sarebbero “profili di incompatibilità”, da valutare sempre,caso per caso, dalla citata Commissione VIA. PRESIDENTE CHIODI, QUI SI TRIVELLA O NO?

Bontà loro un emendamento ha tolto la voce “lavorazione” (leggi raffinazione) ma non è stata espressamente vietata l’installazione delle raffinerie. PRESIDENTE CHIODI, IL CENTRO OLI SI FARA’ O NO?
Dobbiamo aspettare il 2012 per sapere se l’autorizzazione sarà rinnovata? E se non si farà, perché non dirlo esplicitamente sulla legge, visto che la competenza è della Regione? E perché lasciare la porta aperta ad altre possibili raffinerie?

Nel frattempo, mercoledì, si è svolta l’udienza della Corte Costituzionale per decidere sull’impugnativa del Governo e abbiamo potuto vedere l’avvocato della regione Abruzzo completamente sottomesso al diktat della Presidenza del Consiglio e il richiamo dello stesso Presidente della Corte, costretto ad aggiornare l’udienza, ad una maggiore correttezza delle due parti.
Andiamo a vedere cosa fa invece la California di Arnold Schwarzenegger .

LI SI PREPARA IL FUTURO, QUI DISTRUGGIAMO IL PRESENTE E IL FUTURO



venerdì 5 novembre 2010

E' IGNORANZA O MALAFEDE?

Il Presidente Chiodi è libero di fare tutte le leggi che vuole, anche una goccia di rugiada per chi sta morendo di sete nel deserto può apparire come in fiume in piena.
Meglio morire domani che oggi!!.

Il punto è uno.
Tutte le istanze presentate in Abruzzo dalle compagnie petrolifere sono fuori legge, alcune in maniera paradossale.
Ora immaginate che un Carabiniere vede un qualsiasi cittadino commettere un reato, se facesse finta di non vedere cosa penseremmo noi cittadini?
Che azioni intraprenderebbero i suoi superiori venuti a conoscenza del fatto?
Sicuramente il Carabinere commetterebbe un reato gravissimo.
Per i nostri amministratori la situazione è identica, non solo devono intervenire ma sono obbligati a farlo subito.
Se lo facessero in ritardo comunque bloccherebbero le istanze, ma sarebbero costretti a pagare i danni per mancato guadagno alle imprese petrolifere.

Le Leggi Nazionale ed Europee abbondano in materia, con competenze in mare e in terra, come stiamo ripetendo e inviando alla Regione ormai da due anni.

Ci siamo avvalsi di professionisti a livello internazionale per chiarire queste questioni, con uno sforzo da parte nostra in termini economici e di tempo non indifferenti.

Ora due sono le questioni, o i nostri amministratori sono in malafede o semplicemente ignoranti e mal consigliati da funzionari e dirigenti discutibili.

Un ultimo esempio.
Nell''ultima Legge abrogata dal Governo Nazionale una sola parte era rimasta in piedi perchè non impugnabile, la VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) lo strumento di valutazione che permette di stabilire se una attività e dannosa alla salute umana.
Uno strumento dunque, che metteva in grande difficolta le industrie petrolifere.
Cosa ha fatto il Governo regionale quando si è reso conto delle difficolta che poteva creare ai petrolieri?
Ha eliminato la VIS che era ancora in vigore dalla Legge Regionale.
Sempre ai posteri l'ardua sentenza.

mercoledì 3 novembre 2010

IL PRESIDENTE CHIODI SCOPRE......L'ACQUA CALDA



Il Presidente Chiodi, dopo essersi confrontato con il Ministero dello Sviluppo economico e a quello dell’Ambiente, ha annunciato di aver trovato lo strumento giuridico capace di bloccare in Abruzzo la ricerca e l’estrazione di idrocarburi e di risolvere perciò ogni conflitto tra Stato e Regione: esso si chiama “intesa”.
Senonché tale strumento è sempre esistito nella legislazione italiana e consiste nella possibilità per lo Stato di rilasciare permessi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi solo “d’intesa” con la Regione.

Quindi, come si vede, il Presidente Chiodi ha scoperto …..l’acqua calda.

La verità è che finora sono stati rilasciati centinaia di permessi, senza che la Regione abbia mai fatto uso delle sue prerogative. Solo una volta la Regione si è attivata, e questo è avvenuto per il Centro Oli di Ortona, per il quale ha manifestato il proprio assenso.

In realtà non c’è bisogno di fare nessuna LEGGE PARTICOLARE per salvaguardare la nostra Regione dal petrolio.

Basterebbe fare riferimento a tutte le leggi nazionali vigenti in materia Intesa Stato-Regione secondo il Codice dell’Ambiente sono tante e anche abbastanza restrittive.

Ad esempio la legge 334 del 2000 Art. 18 (Legge Seveso) che legifera sulle competenze regionali in merito alla prevenzione degli incidenti.

Ad esempio la Legge Marzano del 2004 Comma 4 che stabilisce competenze per le regioni applicabili anche in mare.

Ad esempio la Legge 106 del 2009 che da competenze specifiche alle regioni in materia sanitaria utili anche per le emissioni in mare.

Ad esempio l’infinita possibilità in relazione alla geologia (sismicità ecc.) vedi Enciclopedia TRECCANI sugli idrocarburi.

Ad esempio la revoca di tutti i permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi prevista dalla legge del 9 gennaio 1991, n. 9 (art. 6, comma 11 e art. 9, comma 2), per gravi motivi ambientali..

Proprio per queste ragioni abbiamo raccolto e stiamo ancora raccogliendo decine di migliaia di firme di abruzzesi per chiedere tale revoca: si tratta di un provvedimento che può e deve chiedere lo stesso governo regionale, il quale potrà dire di aver fatto il suo dovere solo quando l’abbia ottenuto. Cosa può e dovrebbe fare la Regione?

Ad esempio un piano per le acque.

Ad esempio un piano per i rifiuti pericolosi e da idrocarburi.

Ad esempio un nuovo piano di tutela della salute (VIS).

Ad esempio applicare la Legge Caramanico sulla qualità dell’aria

Molte delle leggi nazionali sono più efficaci se la regione è dotata di questi strumenti che la maggior parte delle altre regioni da anni hanno messo in campo.

Non possiamo dire no semplicemente perché questo non ci piace, ma possiamo dire no perché non vengono rispettate leggi e le normative.

Certo qualcuno potrebbe obbiettare “ma se poi le rispettassero veramente come potremmo impedirgli di deturpare il nostro territorio?”

Semplice, non potremmo.

Ma allo stato attuale se rispettassero tutte le leggi vigenti il nostro petrolio non sarebbe più conveniente e le stesse ditte petrolifere abbandonerebbero la nostra Regione.

Forse tra trenta quaranta anni il nostro petrolio diventerà vitale per la nostra nazione o forse no.

Speriamo che allora tecniche estrattive, di raffinazione e politici più attenti renderanno possibile prelevare il nostro BITUME.

Speriamo di no, ma in caso di carestia anche la cicoria potrebbe trasformarsi in un piatto prelibato. Ai posteri l’ardua sentenza.

Tutte le istanze da noi verificate una per una, vecchie e nuove non rispettano la legge, se la Regione volesse da domani potrebbe mettere in riga i petrolieri.

Insomma quello messo in campo da Chiodi è il solito tentativo di spargere fumo al fine di allentare la pressione dell’opinione pubblica.