venerdì 26 novembre 2010

VIVA GLI INCENERITORI E I LORO SPONSOR!!!

Un interessante e recente studio inglese (pubblicato nel 2009), valutazione fatta dal 2004 al 2008, sulla mortalità infantile attorno all'inceneritore di Kirkless, nel Yorkshire, in Inghilterra.

Lo studio è interessante non solo per il monitoraggio di 4 anni, e per il risultato di una mortalità infantile 5 volte superiore rispetto alla popolazione che vive lontano dall'inceneritore, ma perché è andato oltre e ha valutato anche l'incidenza di mortalità all'interno della popolazione malata rispetto all'andamento del vento.

Le zone sottovento, più esposte alle emissioni delle ciminiere dell'inceneritore, presentano una percentuale di mortalità del 9.6 per mille contro l'1.1 per mille delle zone sopravento.
La pubblicazione dello studio è reperibile sul sito: Uk Healt Reasearch.

Grazie ad Enzo Palazzo per averci inviato questo studio

Inceneritori-killer, nuovo dossier dall’Inghilterra

Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana. Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l’inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all’inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell’uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall’incenerimento di rifiuti solidi urbani.

“Metaforum” riporta i risultati del quarto rapporto della Società Britannica di Medicina Ecologica riguardante gli effetti sulla salute umana. Studi su vasta scala hanno dimostrato che presso gli inceneritori di rifiuti urbani ci sono tassi più elevati di cancro negli adulti e nei bambini e anche difetti alla nascita: i risultati confermano l’ipotesi che le associazioni non siano casuali. Questa interpretazione è sostenuta da un certo numero di studi epidemiologici, che suggeriscono che la varietà di malattie prodotte dall’incenerimento possa essere molto più ampia.

Le emissioni degli inceneritori sono una fonte importante di polveri fini, di metalli tossici e di più di 200 sostanze chimiche organiche, tra le quali sostanze cancerogene, mutagene ed interferenti endocrini. Le emissioni contengono anche altri composti non identificati, la cui capacità di provocare danni è ancora ignota, come un tempo accadeva con le diossine. Dato che la natura dei rifiuti cambia continuamente, si modifica anche la natura chimica delle emissioni degli inceneritori e quindi il potenziale per produrre effetti pericolosi per la salute.

Le attuali misure di sicurezza sono progettate per evitare effetti tossici acuti nelle immediate vicinanze dell’inceneritore, ma ignorano il fatto che molti di questi inquinanti si accumulano negli organismi, possono entrare nella catena alimentare e possono causare malattie croniche nel tempo e in un’area geografica molto più ampia. I dispositivi per l’abbattimento degli inquinanti negli inceneritori moderni, in particolare quelli per le diossine e i metalli pesanti, semplicemente trasferiscono il carico inquinante dalle emissioni in atmosfera alle ceneri leggere.

Recenti studi americani hanno mostrato che l’inquinamento atmosferico dovuto alle polveri fini (Pm 2,5) causa aumenti nella mortalità: malattie cardiache e tumori polmonari in primis. Le cardiopatie ischemiche sono responsabili di quasi una quarto delle morti e sono fortemente correlate con il livello di polveri fini. Tra le altre patologie segnalate: asma e ostruzione polmonare cronica, autismo, dislessia, disturbi emotivi, Parkison. E’ stato dimostrato che il cancro è correlato geograficamente con impianti di trattamento di rifiuti tossici, materiale radiattivo, idrocarburi e metalli pesanti.

Il controllo degli inceneritori, sostengono i medici britannici, è stato insoddisfacente per la mancanza di rigore, per i monitoraggi poco frequenti, per il basso numero di composti misurati, per i livelli giudicati accettabili e per l’assenza di monitoraggio biologico. «Si asserisce che le moderne procedure di abbattimento degli inquinanti rendono sicure le emissioni degli inceneritori, ma questo è impossibile da stabilire». Inoltre «non è possibile stabilire in anticipo la sicurezza di nuove installazioni di inceneritori». Difficile verificare problemi nel periodo pre-natale, e gli stessi tumori possono avere un’incubazione di dieci o vent’anni.

Attualmente, aggiunge “Metaforum”, gli inceneritori contravvengono ai diritti basilari, come enunciato dalla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, in particolare al diritto alla vita nella Convenzione per i Diritti Umani Europea, ma anche nella Convenzione di Stoccolma e nella legge di protezione ambientale del 1990. Il feto, il neonato e il bambino sono quelli più a rischio per le emissioni degli inceneritori. Diritti violati e soluzioni infelici, come ad esempio l’attuale politica di collocare gli inceneritori in zone povere, dove i loro effetti sulla salute saranno massimi (info: www.metaforum.it).

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