sabato 29 gennaio 2011

UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA...


Il Presidente di confindustria Chieti,Paolo Primavera, oggi insieme ad alcune sigle sindacali, ha rilanciato il progetto di petrolizzazione dell'Abruzzo, sfornando dati sull'occupazione in merito alle attività petrolifere a cui ovviamente non crede nemmeno lui.
Più che rilanciare l'attività petrolifera farebbe bene a rilanciarsi in... e magari cominciassero, gli imprenditori, a lavorare veramente come i loro colleghi europei e americani, con progetti industriali che veramente portino occupazione, benessere per tutti, industriali compresi,salvaguardando la salute dei cittadini.
A proposito c'è stato un grave incidente petrolifero in sardegna, avete sentito qualche telegiornale parlarne?
Forse potete provare su qualche giornale o TV di confindustria!!!magari sarete più fortunati

Diamo un consiglio al Presidente Primavera e a i suoi amici sindacalisti,organizzatevi una bella gita nel Comune di Vedelago (TV). Un eccellente progetto industriale ha permesso di organizzare una raccolta differenziata al 95%, trasformando i rifiuti in una risorsa, se da un diamante non nasce nulla dalla raccolta differenziata può nascere qualunque cosa, dalle sedie, ai materiali edili, alla pavimentazione per interni e prefabbricati. Il Centro Riciclo di Vedelago è la dimostrazione che lo smaltimento rifiuti può diventare gratuito con la raccolta differenziata. Se gli inceneritori producono malattie, il riciclo dei rifiuti produce occupazione. Vedelago crea un indotto di 9.200 persone. E' necessario un Centro Riciclo come Vedelago in ogni provincia. La bolletta della spazzatura va incenerita, non i rifiuti. I comuni del consorzio di Vedelago oltre a beneficiare dell'occupazione prodotta, ai cittadini applicano una tassa per lo smaltimento rifiuti un quinto di quello che paghiamo noi.
Sappiamo bene che per attuare questi progetti bisogna studiare e applicarsi, per voi questo è molto difficile, provateci, magari se il vostro cervello è impegnato a lavorare su qualche serio progetto, sparerebbe meno cazzate.
Possiamo spezzare la nostra dipendenza dal petrolio.
Dobbiamo appoggiare queste innovazioni.

DAL BLOG DI MARIA RITA D'ORSOGNA, CHE RINGRAZIAMO

Possiamo spezzare la nostra dipendenza dal petrolio.
Dobbiamo appoggiare queste innovazioni.

E' per questo che ho chiesto al Congresso di eliminare
i miliardi di dollari pubblici che diamo alle ditte petrolifere.
Non so se l'avete notato, ma stanno facendo bene anche da soli.

Per cui, invece di sovvenzionare l'energia di ieri,
investiamo in quella del domani.

Il presidente Obama,
discorso alla nazione, 25 Gennaio 2011


Marea nera a Platamona, interdetti chilometri di spiagge.
Sospinto dalla corrente, l’olio combustibile finito in mare dall’E.On di Porto Torres sta per raggiungere Castelsardo. La marea nera è molto più consistente del previsto e i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso hanno vietato l’accesso alle spiagge sino a quando non saranno ripulite. Una taskforce sta raccogliendo il catrame in grandi buste nere che poi dovranno essere smaltite come rifiuti speciali. La magistratura ha aperto un’inchiesta e attende il primo rapporto da parte della Capitaneria di porto. Forse già oggi i primi indagati
di Gianni Bazzoni

Le operazioni di bonifica a PlatamonaSASSARI. La paura è quella di un ritorno al passato, quando la grande industria stava nascendo e lasciava segni indelebili in mare e sulle spiagge. «Catrame», dicevano a Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso. Ora il «timbro nero» dell'inquinamento arriva da un'altra direzione, da una condotta della centrale E.On di Fiume Santo. Migliaia di litri di olio combustibile riversati in mare da una tubazione in banchina, dove era ormeggiata una petroliera che pompava combustibile per i due vecchi gruppi della termocentrale, dei primi Anni Ottanta, tenuti in marcia a colpi di deroghe.

L'olio combustibile è uscito da un foro grosso quanto uno spillo (difficile da vedere in un punto dove c'è una "frattura del masso"), quando gli operatori se ne sono resi conto il mare aveva già cambiato colore e l'olio denso viaggiava verso il largo. Diecimila litri - secondo E.On - molti di più secondo le prime valutazioni dei tecnici che hanno cominciato a studiare il problema. Ed è l'incertezza, l'approssimazione e l'apparente tranquillità che preoccupano.

LEGGI Marea nera, una settimana per le bonifiche | Marea nera a Platamona | Il sindaco di Sorso: "Dobbiamo bloccare le chiazze"
GUARDA Le foto del disastro ambientale

Il fenomeno è grave e la procura della Repubblica di Sassari ha aperto una inchiesta per accertare le cause dell'ennesima emergenza ambientale nel Golfo dell'Asinara e individuare le responsabilità. Il caso è stato affidato dal procuratore capo Roberto Saieva al sostituto Paolo Piras e già oggi potrebbero esserci i primi iscritti nel registro degli indagati.

Appena la Capitaneria di porto di Porto Torres - che procede nell'inchiesta - avrà depositato un rapporto sull'accaduto. L'ipotesi è che in mare siano finiti almeno 30mila litri di olio pesante, roba che lascia il segno. Il combustibile, guidato dalle correnti, ha vagato in mare aperto e si sta spiaggiando - con il passare delle ore - tra Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso, ma potrebbe arrivare fino a Castelsardo. Sono stati avvistati i primi gabbiani morti, «paralizzati» dopo il bagno di olio combustibile.

Sulla sabbia blocchi di catrame grandi come palloni da basket. Non è un bello spettacolo, ed è solo una magra consolazione che l'incidente sia capitato d'inverno e non in piena estate, quando il litorale è invaso da migliaia di bagnanti.

E' emergenza totale, comunque. I sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso - Gianfranco Ganau, Beniamino Scarpa e Giuseppe Morghen - ieri pomeriggio hanno emesso le ordinanze per vietare l'accesso alle spiagge sino a quando non saranno ripristinate le condizioni di normalità. Si tratta di una misura legata alla potenziale pericolosità del materiale finito in mare (classificato R45, quindi tra quelli cancerogeni). Non c'è certezza sulla quantità di combustibile disperso accidentalmente, sicuramente senza trovare ostacoli perchè le panne galleggianti - secondo quanto emerso finora - non erano presenti nel tratto dove si è verificata la perdita.

«Gli addetti di E.On si sono accorti del problema solo quando il materiale è emerso a galla - ha detto il sindaco Gianfranco Ganau - chiediamo totale chiarezza sull'accaduto».

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