venerdì 17 giugno 2011

DAL BLOG DI MARIA RITA D'ORSOGNA: DEDICATO A CHI FA FINTA DI NON CAPIRE E NON SAPERE





ARTICOLO DELLA PROF.SSA MARIA RITA D'ORSOGNA
Cancer alley, Louisiana - 100 miglia di morte
Thursday, June 16, 2011
Cancer Alley, Louisiana
Factor that into the cost of gasoline.
Make the companies pay for that.
See how much a gallon of fuel costs.
People ask me why I do what I do.
Do I tell them the truth?
Do I tell them that I grew up hating oil companies?
Do I tell them that hatred is what fueled me?

Everywhere that oil is processed this happens.
There is a cancer alley in New Jersey.
There is a cancer alley in California
There is a cancer alley in Nigeria.
Those people suffer just as much.

Josh Tickell, Fuel the movie

La nonna che l'ha cresciuto
e' morta di cancro, a Cancer Alley in Louisiana.

Tutti conosciamo la Louisiana per lo scoppio del pozzo di petrolio Macondo, esattamente un anno fa. Ma la Louisiana e' anche lo stato americano che processa piu' petrolio, in cui ci sono piu' raffinerie, piu' monnezza tossica pro capite e forse piu' inquinamento diffuso.

La parola "alley" in inglese puo' essere tradotta in italiano come corridoio, o calle. La parola cancer invece non ha bisogno di traduzione.

Cancer Alley e' una zona di circa 100 miglia lungo il Mississippi fra le citta' di New Orleans e Baton Rouge cosi' chiamata dal 1987 perche' esiste un proliferare di morti di tumori di ogni genere, rari, infantili e comuni.

Prima era chiamata "petrochemical corridor", giusto per capire da dove vengono tutti quei tumori. Ce ne sono circa 300, fra fabbriche chimiche, di plastica, di fertilizzanti e appunto raffinerie, tutte nate sulla scia dell'industria petrolchimica.

Svariati decenni fa, una serie di incentivi fiscali, incoraggio' il proliferare di queste industrie, e questo e' il risultato: la Louisiana e' la raffineria d'America. Ci abitano 4 milioni e mezzo di persone, e producono circa 5 miliardi di rifiuti tossici l'anno.

C'e' una citta' dove i tassi di tumori rari sono 1 su settemila. La media nazionale e' 1 su milione.

Hanno malattie mai registrate prima, danni di fertilita', aborti spontanei, danni alla nascita, tutti danni "moderni" che prima non avevano. Ci sono tassi elevati di tumori ai polmoni, di colon, prostata, melanomi e seno.

Gli inquinanti hanno elevato i tassi di tossicita' nell'aria e nell'acqua.

Il livello di diossina nel sangue dei residenti di alcune comunita' e' tre volte la media nazionale.

Nella sola citta' di Convent, furono rilasciati 10 milioni di chilogrammi di tossine.

Nella citta' di Ella 2/3 della popolazione e' stata contaminata dall'arsenico e dal cloruro di vinile.

La citta' di Morrisonville era cosi' contaminata che le ditte petrolifere l'hanno comprata e rasa al suolo. Tutto quello che resta e' il cimitero che c'e' in alto.

Cancer Alley e' stata inserita nell'elenco delle zone piu' inquinate del mondo
da Greenpeace.

Delle 10 industrie piu' inquinanti della Louisiana, la maggioranza raffinerie, sette sono lungo Cancer Alley.

E chi ci abita a Cancer Alley? Purtroppo come sempre qui negli USA per le forti differenze sociali, ci abitano in prevalenza neri e latini, poveri. Spesso sono poco istruiti. Come da copione, i petrolieri - fra cui la Shell che opera una delle fabbriche piu' inquinanti - dicono che i tassi sono minori, e che la colpa e' il fumo di sigarette e tante altre belle cose.

Loro sono dei santi.

E' cosi in tutto il mondo. All'inzio pensavo che fosse solo l'ENI "cattiva" e che volesse venire fra i campi della mia infanzia a distruggere tutto. Invece e' cosi dappertutto, anche in America.

Qui immagini raccapriccianti, nel paese piu' ricco del mondo. Una cosa vergognosa.

Sta a noi cittadini saperlo prima e darci da fare. Perche' i petrolieri - e tutti gli altri tipi di speculatori a dire il vero - non guardano in faccia a nessuno. Dopo il primo pozzo viene il secondo, il decimo, il centesimo. Dopo il primo tubo, arriva il secondo centro oli, la terza raffineria.

Prima o poi arriva inevitabile la Cancer Alley.

Ecco qui, allora, il film Fuel di Josh Tickell, del 2008.

martedì 14 giugno 2011

NON CI METTONO GIUDIZIO - MENO 2 ANNI ALLE PROSSIME ELEZIONI



PETROLIZZAZIONE, CHIODI E LA SUA MAGGIORANZA A PAROLE SONO CONTRO, NEI FATTI A FAVORE
pubblicata da Carlo Costantini il giorno martedì 14 giugno 2011 alle ore 16.16

Abbiamo da poco votato in Consiglio Regionale una risoluzione urgente che avevo presentato per impegnare Chiodi a fare ricorso al Tar contro il permesso di ricerca per idrocarburi n. d.505 B.R., richiesto dalla società Petrolceltic, sul quale il Ministro dell'Ambiente ha espresso giudizio positivo. In buona sostanza l'Abruzzo avrebbe dovuto fare quello che ha fatto la Regione Puglia e quello che hanno fatto numerosi altri Comuni che si battono contro la deriva petrolifera in Adriatico.

Era un modo per costringere Chiodi e la sua maggioranza a passare dalle chiacchiere ai fatti.

L'esito del voto ha rilevato però che le chiacchiere di Chiodi e del PdL restano chiacchiere.

Hanno votato a favore del ricorso al Tar: Costantini, Acerbo, Caramanico, D'Alessandro Cesare, D'Amico, Di Pangrazio, Milano, Palomba, Paolini, Ruffini, Saia, Sclocco e Sulpizio.

Hanno votato contro: Argirò, Castiglione, Chiavaroli Federica, Chiavaroli Riccardo, Chiodi, De Fanis, De Matteis, Di Bastiano, Di Matteo, Di Paolo, Febbo, Gatti, Iampieri, Morra, Nasuti, Petri, Prospero, Ricciuti, Sospiri, Venturoni e Verì”.

sabato 11 giugno 2011

REFERENDUM - SPERIAMO CHE DIO ESISTA...


REFERENDUM: UN'ASSOCIAZIONE A FEBBO, ''A 16 ANNI GIA' VOTAVI?''

Mauro Febbo, in una lettera Giustino Zulli lo prende di mira
CHIETI - "Gli ambienti vaticani sono in forte fibrillazione: da un momento all'altro aspettano le critiche al Santo Padre dell'assessore regionale all'Agricoltura Mauro Febbo che, dopo aver bacchettato il Vescovo di Chieti Bruno Forte, sicuramente avrà preparato un duro comunicato di condanna per le parole pronunciate da papa Joseph Ratzinger sulle energie rinnovabili".
Inizia così Giustino Zulli, presidente dell'associazione politica e culturale "Chieti, Città Futura", la sua ironica lettera nella quale prende di mira Mauro Febbo che, nei giorni scorsi, aveva richiamato il titolare della diocesi teatina a una "maggiore neutralità sull'argomento referendum".
"Sembra che ci siano frenetici tentativi di mettersi in contatto, da parte del segretario di Stato del Vaticano cardinale Tarcisio Bertone, con il presidente Gianni Chiodi per implorarlo di convincere Febbo a non esternare le sue condanne. Si teme - aggiunge Zulli - un preoccupante stato di tensione tra le due sponde del Tevere che si sta cercando di evitare".
"Mauro Febbo, da fine intellettuale di destra qual è, è salito in cattedra per fare una lezioncina di storia a Bruno Forte - prosegue Zulli - ricordandogli tutti i precedenti referendum e le posizioni della Chiesa cattolica che, forse, ha dimenticato".
Quindi il passaggio più sarcastico: "Poi, aggiunge una chicca. Ricorda, da cattolico quale si professa, di aver votato contro il divorzio nel referendum del 12 e 13 maggio 1974. Mauro Febbo, come sanno gli storici che stanno raccogliendo i documenti necessari per scrivere la sua biografia per testimoniare ai posteri il contributo politico dato per la crescita del Comune di Chieti, di cui è stato assessore, della Provincia di Chieti, di cui è stato presidente e ora della Regione, di cui è assessore e di cui potrebbe essere il futuro presidente, non si sa mai, è nato il 5 ottobre 1958. Il 12 e 13 maggio 1974, quando si è votato, aveva poco meno di 16 anni".
"Evidentemente - afferma Zulli - per consentirgli di esprimere il suo dissenso per il divorzio, debbono avergli fatto una deroga 'ad Febbum'. Forse è stato questo enfant prodige della politica teatina a spianare la strada alle 'leggi ad personam' che sinora hanno consentito a Silvio Berlusconi di non presentarsi davanti ai giudici. Anche per questo - conclude - e senza tirare la tonaca a papi e vescovi, bisognerà andare a votare e votare 4 sì ai referendum che si svolgeranno il 12 e 13 giugno prossimi".
11 Giugno 2011 - 19:04 -

venerdì 10 giugno 2011

LA DEMOCRAZIA DELLA FOREST

Oggi 10 giugno abbiamo letto sui principali giornali locali che la Forest Oil, per voce del suo general manager in Italia, il signor Mazzenga, rivendicherebbe la necessità di un ulteriore confronto, per non aver potuto spiegare le proprie ragioni sul progetto di estrazione e lavorazione del gas nel comune di Bomba, durante il convegno del 5 giugno scorso.
Sarebbe rammaricata perché ai tecnici del progetto non sarebbe stato dato il modo di spiegare la totale sicurezza dell’impianto(?).
Sottolineando la propria disponibilità al dialogo, purchè civile(!).
La protesta popolare avrebbe oscurato la “limpidezza” del progetto e la propria legittimità (!!!).
Per noi, che al convegno c’eravamo, le cose sono andate diversamente.
La proprietà, nonostante le proteste vibranti, ha avuto l’occasione, unica e irripetibile, di blandire l’opinione pubblica con la propria arringa difensiva, tecnicamente ed inesorabilmente smontata dal dottor Colonna, Presidente del Comitato bombese contro la raffineria.
L’aspetto incontrovertibile della vicenda è che di fronte alla domanda “In quale altra parte del mondo esiste un impianto della Forest con le stesse caratteristiche di quello che dovrebbe sorgere a Bomba a poche centinaia di metri in linea d’aria dalle prime case?” la risposta è stata, dopo attimi di penoso silenzio, “In Texas, in pieno deserto” (!!!!!!!!)
Ciò che negli Stati Uniti si può fare nel deserto qui la Forest pretende di farlo “democraticamente” in un’area antropizzata e con il rischio della subsidenza in prossimità di una diga, con 80 milioni di metri cubi d’acqua.
Senza vergogna il signor Mazzenga e crediamo, se i nostri amministratori regionali non vogliono 5.000 persone inferocite a L’Aquila, senza speranza!

giovedì 9 giugno 2011

SE LA SUONA , SE LA CANTA, SI CONFESSA, DAVANTI A SE STESSO.



ARTICOLO PUBBLICATO DALLA "DOMENICA D'ABRUZZO" DOVE L'ING. DI NUNZIO E' L'AMMINISTRATORE DELEGATO.
CI CHIEDEVAMO COME MAI NON HANNO PUBBLICATO IL NOSTRO ARTICOLO INVIATO AL DIRETTORE MESI FA. FORSE NON C'ERA SPAZIO O SE NE SARANNO DIMENTICATI, A VOLTE PUO' SUCCEDERE. SIETE SCUSATI IN ANTICIPO. SALUTI NUOVO SENSO CIVICO

Treglio, il progetto biomasse a Berlino
Di Nunzio
La centrale a biomasse di Treglio verrà presentata, giovedì 9 giugno, al 17esimo Congresso Europeo sulle biomasse, che si svolge a Berlino. Ne parlerà il progettista Antonio Di Nunzio, che ne illustrerà i vantaggi. «La biomassa – spiega Di Nunzio – agevola il lavoro nei campi. I contadini, infatti raccolgono i residui delle potature delle viti e degli ulivi e li portano nella centrale a biomassa, che alimenta un impianto di produzione di energia elettrica e termica in modo da rendere possibile lo spegnimento di tante piccole caldaie presenti nel territorio. È quindi una centrale termoelettrica alimentata da una fonte rinnovabile che produce energia e i suoi parametri vengono controllati 24 ore su 24 dall'Arta».

Il progetto della centrale di Treglio trae origine da uno studio di fattibilità del 2005 «e rappresenta un momento importante perché è la prima volta – ha aggiunto Di Nunzio – che si mette in piedi una filiera agro energetica corta per la potatura delle viti e degli ulivi, grazie all'accordo con tutte le associazioni agricole».

La presenza della GCT srl – Gestione Calore Treglio, a Berlino, rappresenta un punto a favore per la centrale, oggetto di critiche da parte di un gruppo di ambientalisti abruzzesi sulla scia delle contestazioni scatenatesi attorno al Centro Oli di Ortona. La comunità scientifica europea riunita in Germania riconosce, quindi, la validità della centrale.
redazione 8 giug
ANDRA'A RACCONTARE LA FAVOLA DEL TELERISCALDAMENTO DI TREGLIO, FAVOLE APPUNTO...

martedì 7 giugno 2011

BIOMASSE - A PENSARE MALE SI FA PECCATO, MA QUASI SEMPRE CI SI AZZECCA...



Traffico illecito di rifiuti, quattro gli arresti nel pavese tra cui il patron del Riso Scotti

ultimo aggiornamento: 07 giugno, ore 16:37
Milano - (Adnkronos) - Al centro delle indagini la centrale elettrica della Scotti, dove secondo l'accusa, non si bruciavano biomasse ma rifiuti di vario tipo, alcuni dei quali classificati pericolosi. Insieme a Scotti ai domiciliari, le manette sono scattate anche tre funzionari del Gse, il gestore dei servizi energetici

Milano, 7 giu. (Adnkronos) - E' stato arrestato Angelo Dario Scotti, presidente e amministratore delegato del gruppo Riso Scotti, da questa mattina agli arresti domiciliari. Al centro dell'indagine vi è la centrale elettrica della Scotti a Pavia, dove secondo l'accusa, non si bruciavano biomasse, ma rifiuti di vario tipo, alcuni dei quali classificati pericolosi. Insieme a Scotti sono stati arrestati anche tre funzionari del Gse, gestore dei servizi energetici, la società pubblica che deve gestire gli incentivi per la produzione di elettricita' da fonti rinnovabili. Le misure di custodia cautelare sono state emesse dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano, Stefania Donadeo e sono state eseguite dal Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con personale della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato di Roma.

Agli indagati sono contestati i reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri dell'ufficio, e altre condotte illecite, commessi nel territorio pavese e altrove nel periodo compreso tra gli anni 2005 e 2010. Le stesse violazioni di legge sono contestate ad altri funzionari pubblici e soggetti privati. A carico degli indagati l'autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro e altre utilità per un valore equivalente ai profitti derivanti dalla commissione dei reati pari a circa 17 milioni di euro. Le indagini sono state dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, competente in materia di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini. In carcere è stato tradotto Franco Centili, funzionario del Gestore dei Servizi Energetici - Gse di Roma. Ai domiciliari, oltre ad Angelo Dario Scotti, Vice Presidente del CdA di Riso Scotti Energia - Rse , nonché Presidente del CdA e Amministratore delegato di Riso Scotti S.p.A., società proprietaria di fatto di R.S.E, sono finiti Andrea Raffaelli, funzionario del G.S.E. di Roma, Elio Nicola Ostellino, consulente esterno di Assoelettrica, Nicola Farina, commercialista di fiducia del Gruppo Scotti con studio in Milano.
A livello territoriale l'attività investigativa è stata sviluppata dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Pavia del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con i colleghi della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Pavia. Dalle precedenti indagini di polizia giudiziaria, già nei mesi scorsi, era emerso i che presso l'impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia, autorizzato inizialmente per l'impiego esclusivo di lolla di riso e altre biomasse, e successivamente, con provvedimenti autorizzativi della Provincia e della Regione di dubbia legittimità, anche all'incenerimento di variegate tipologie di rifiuti, erano stati conferiti per l'incenerimento ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi, non conformi alle autorizzazioni sia per tipologia che per la presenza di inquinanti in misura superiore ai valori limite fissati dalle normative di settore. In tal modo Rse poteva cedere al Gestore dei Servizi Energetici di Roma, usufruendo di sovvenzioni pubbliche e quindi ad un prezzo superiore a quello di mercato, energia elettrica falsamente qualificata come derivante da fonti rinnovabili-biomasse, ricavando indebiti profitti pari ad almeno 28 milioni di euro.
Nel novembre scorso l'Autorità Giudiziaria aveva emesso 7 misure di arresti domiciliari nei confronti di altrettanti indagati e aveva disposto il sequestro preventivo dell'impianto di coincenerimento di Rse. Dalle intercettazioni era emerso il tentativo di Rse, avvallato e sostenuto dalla proprietà, di risolvere in modo favorevole alla Società il contenzioso maturato con il Gse attraverso l'intervento di persone amiche, dipendenti o collaboratori della pubblica amministrazione in grado di modificare o annullare le determinazioni sfavorevoli assunte dal Gse. La pratica Gse/Rse sarebbe, infatti, stata ''sbloccata positivamente'' (vale a dire che erano stati mantenuti gli incentivi economici di cui era stata in precedenza chiesta la restituzione) grazie all'intervento di Franco Centili, all'epoca dei fatti funzionario del G.S.E. e, a seguito di pensionamento, consulente esterno del Gestore pubblico, in stretto contatto con Nicola Ostellino, consulente in materia energetica, soggetto molto influente che nel corso di una conversazione afferma chiaramente di avere ''tutto il Gse lubrificato''.
Le circostanze emerse dalle indagini sono state confermate dagli interrogatori degli indagati Giorgio Radice, e Giorgio Francescone, rispettivamente presidente del cda e direttore tecnico di Rse. Radice ha ammesso di avere pagato, per risolvere il contenzioso con il Gse, consistenti somme di denaro in contante a favore di funzionari del Gse, con il pieno avallo e sostegno del proprietario di Rse Angelo Dario Scotti, e in particolare di avere pagato complessivamente 115.000 euro (100.000 a Franco Centili e 15.000 a Andrea Raffaelli), aggiungendo che al momento del suo arresto restava da pagare a Centili l'ultima tranche di 15.000 euro. Ha poi confermato di essersi rivolto anche a Nicola Ostellino per farsi assistere nel contenzioso, senza avere versato a quest'ultimo, in modo diretto, somme di denaro. Anche Francescone ha confermato il pagamento di tangenti a Centili, aggiungendo che l'esborso di denaro è stato giustificato attraverso il pagamento di una fattura a favore di una societa' ''off shore'' per una consulenza in materia energetica. Al fine di monetizzare la somma necessaria il commercialista di fiducia del Gruppo Scotti Nicola Farina provvedeva a pianificare una operazione meramente finanziaria, individuando in una società statunitense il soggetto al quale la società Rse avrebbe apparentemente commissionato una fittizia consulenza per un progetto relativo alla realizzazione di un impianto termoelettrico per un corrispettivo di circa 140 mila euro. All'esito di tale operazione Rse riotteneva la somma in contanti, al netto delle provvigioni trattenute dalla Società compiacente, e poteva provvedere ai pagamenti in nero.

lunedì 6 giugno 2011

PUBBLICHIAMO COMUNICATO DEL CONSIGLIERE PROVINCIALE FRANCO MORONI (PDL) CON DELEGA ALLE PROBLEMATICHE DEL PETROLIO IN MERITO ALLA QUESTIONE "BOMBA"



REFERENDUM




giovedì 9 giugno 2011, alle ore 20,30, presso il Ristorante “Il Ritrovo” in C.da Saletti di Paglieta, si terrà un’assemblea pubblica sui temi referendari. Sarà presente il nostro CARLO SPERA, autore di tante inchieste ed opere sul nucleare.
Venerdì 10 giugno 2011, alle ore 20,30, presso il Pub Oxygen di Paglieta si terrà un’assemblea pubblica sempre sui temi referendari, sarà presente il Dott. GIOVANNI DAMIANI
già Direttore Nazionale dell’Agenzia Naz. Protezione ambientale – Autorità di sicurezza nucleare in Italia

sabato 4 giugno 2011

SPERIAMO CHE I NOSTRI RAPPRESENTANTI POLITICI ABBIANO FATTO DELLE BUONE VACANZE IN OLANDA E IL PAESAGGIO SIA STATO DI LORO GRADIMENTO


Vorremmo proporre ai nostri rappresentanti politici favorevoli al Centro oli di Bomba, di andare ad abitare nei pressi della raffineria , leggermente a valle della diga, tanto è sicura, la subsidenza non potrà mai farla crollare. Ovviamente con le loro famiglie, figli compresi, il paesaggio è incantevole, si mangia benissimo, c'è la superstrada che permette di spostarsi velocemente, perchè loro lavorano tutti i giorni per risolvere i problemi che quotidianamente affliggono noi cittadini.
MA SOPRATTUTTO L'ARIA CHE SI RESPIRA E' SOPRAFFINA.
BEATI LORO CHE SE LO POSSONO PERMETTERE!!!

venerdì 3 giugno 2011

La Festa di domani 4 giugno (sabato) per i referendum Acqua e Nucleare.
A mezzanotte festeggeremo il compleanno dell'acquedotto di Lanciano (ricorderemo, con allegria e determinazione, l'arrivo dell'acqua alla fontana di piazza Plebiscito, fontana oggi posta nel prato d'ingresso della Villa Comunale).

Domenica, dalle ore 15,30, i cittadini di ogni età dipingeranno gli spazi già segnalati, ed altri ancora, sui tabelloni del referendum di Lanciano.



Il lago di Bomba, senza la raffineria della Forest Oil

Thursday, June 2, 2011
Il Centro Oli di Bomba
Ecco qui la lista delle osservazioni mandate piu di un anno fa dai cittadini contro la centrale della Forest Oil a Bomba secondo il trattato di Aarhus che afferma che la volonta' popolare e' vincolante in tema di ambiente.

In data 5 Giugno 2011 la Forest Oil incontrera' la cittadinanza di Bomba nella sala Pluriuso del Comune per illustrare il suo controverso progetto di estrazione e raffinazione di idrocarburi ai piedi dell'omonimo lago.

Nel comunicato si afferma - in barba alle piu' elementari leggi della fisica, della chimica e della logica - che l'impianto di desolforazione previsto avra' impatti pressoche' nulli sul territorio e che portera' solo benefici alla citta' e alla regione.

Noi, cittadini indipendenti e non pagati da nessuno, non ci crediamo e ricordiamo che il desolforatore della Forest Oil e' semplicemente una variante del Centro Oli di Ortona. Non crediamo alla propaganda della Forest Oil per questi motivi:

1. Il direttore della Forest Oil International Ronald Brown nel 2008 aveva affermato ai suoi investitori americani che la zona presenta molte similitudini con il Vajont e che proprio per questo l'ENI aveva rinuciato a trivellare il lago, una zona idrogeologicamente fragilissima e gia' sottoposta a fenomeni di frane e di smottamenti.

2. Nel suo rapporto di VIA analizzato in dettaglio, la Forest Oil aveva affermato candidamente che le emissioni sarebbero state superiori a quanto previsto dalle gia' larga legislazione italiana.

3. La provincia di Chieti, attraverso le dichiarazioni del suo presidente di provincia, Enrico di Giuseppantonio, ha gia' manifestato di essere contro ogni tipo di trivellazione selvaggia sul territorio d'Abruzzo perche' incompatibili con le aspirazioni dei suoi residenti.

4. Centinaia di lettere di opposizione sono state mandate agli uffici di VIA della regione Abruzzo di Antonio Sorgi da parte di comitati, scienziati liberi, tecnici, commercianti, esponenti della chiesa, secondo quanto previsto dal trattato di Aarhus che afferma che la volonta' popolare e' vincolante. Le lettere hanno messo in evidenza le ripercussioni negative dell'impianto della Forest Oil a Bomba per tutti i portatori di interesse.

E' la storia che si ripete - tal quale - del Centro Oli di Ortona, in cui la ditta proponente cerca di far passare per utile alla collettivita' un progetto che serve solo alle loro speculazioni di industriali stranieri che non conoscono nulla dell'Abruzzo.

Esortiamo l'assessore all'ambiente Eugenio Caporrella, il presidente della provincia di Chieti Enrico di Giuseppantonio, il sindaco di Bomba Donato Di Santo e il reposabile VIA Antonio Sorgi a farsi interpreti seri e onesti della volonta' popolare perche'l'Italia e' una democrazia e non un campo di gas aperto a speculatori senza scrupoli venuti chissa' da dove.

Infine, invitiamo tutti ad attivarsi perche' non possono esistere cittadini di serie A e di serie B. Se il centro Oli non era giusto per Ortona non puo' nemmeno esserlo per Bomba, e per nessuna altra localita' d'Abruzzo.
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Posted by maria rita at 11:49 PM