venerdì 17 giugno 2011

DAL BLOG DI MARIA RITA D'ORSOGNA: DEDICATO A CHI FA FINTA DI NON CAPIRE E NON SAPERE





ARTICOLO DELLA PROF.SSA MARIA RITA D'ORSOGNA
Cancer alley, Louisiana - 100 miglia di morte
Thursday, June 16, 2011
Cancer Alley, Louisiana
Factor that into the cost of gasoline.
Make the companies pay for that.
See how much a gallon of fuel costs.
People ask me why I do what I do.
Do I tell them the truth?
Do I tell them that I grew up hating oil companies?
Do I tell them that hatred is what fueled me?

Everywhere that oil is processed this happens.
There is a cancer alley in New Jersey.
There is a cancer alley in California
There is a cancer alley in Nigeria.
Those people suffer just as much.

Josh Tickell, Fuel the movie

La nonna che l'ha cresciuto
e' morta di cancro, a Cancer Alley in Louisiana.

Tutti conosciamo la Louisiana per lo scoppio del pozzo di petrolio Macondo, esattamente un anno fa. Ma la Louisiana e' anche lo stato americano che processa piu' petrolio, in cui ci sono piu' raffinerie, piu' monnezza tossica pro capite e forse piu' inquinamento diffuso.

La parola "alley" in inglese puo' essere tradotta in italiano come corridoio, o calle. La parola cancer invece non ha bisogno di traduzione.

Cancer Alley e' una zona di circa 100 miglia lungo il Mississippi fra le citta' di New Orleans e Baton Rouge cosi' chiamata dal 1987 perche' esiste un proliferare di morti di tumori di ogni genere, rari, infantili e comuni.

Prima era chiamata "petrochemical corridor", giusto per capire da dove vengono tutti quei tumori. Ce ne sono circa 300, fra fabbriche chimiche, di plastica, di fertilizzanti e appunto raffinerie, tutte nate sulla scia dell'industria petrolchimica.

Svariati decenni fa, una serie di incentivi fiscali, incoraggio' il proliferare di queste industrie, e questo e' il risultato: la Louisiana e' la raffineria d'America. Ci abitano 4 milioni e mezzo di persone, e producono circa 5 miliardi di rifiuti tossici l'anno.

C'e' una citta' dove i tassi di tumori rari sono 1 su settemila. La media nazionale e' 1 su milione.

Hanno malattie mai registrate prima, danni di fertilita', aborti spontanei, danni alla nascita, tutti danni "moderni" che prima non avevano. Ci sono tassi elevati di tumori ai polmoni, di colon, prostata, melanomi e seno.

Gli inquinanti hanno elevato i tassi di tossicita' nell'aria e nell'acqua.

Il livello di diossina nel sangue dei residenti di alcune comunita' e' tre volte la media nazionale.

Nella sola citta' di Convent, furono rilasciati 10 milioni di chilogrammi di tossine.

Nella citta' di Ella 2/3 della popolazione e' stata contaminata dall'arsenico e dal cloruro di vinile.

La citta' di Morrisonville era cosi' contaminata che le ditte petrolifere l'hanno comprata e rasa al suolo. Tutto quello che resta e' il cimitero che c'e' in alto.

Cancer Alley e' stata inserita nell'elenco delle zone piu' inquinate del mondo
da Greenpeace.

Delle 10 industrie piu' inquinanti della Louisiana, la maggioranza raffinerie, sette sono lungo Cancer Alley.

E chi ci abita a Cancer Alley? Purtroppo come sempre qui negli USA per le forti differenze sociali, ci abitano in prevalenza neri e latini, poveri. Spesso sono poco istruiti. Come da copione, i petrolieri - fra cui la Shell che opera una delle fabbriche piu' inquinanti - dicono che i tassi sono minori, e che la colpa e' il fumo di sigarette e tante altre belle cose.

Loro sono dei santi.

E' cosi in tutto il mondo. All'inzio pensavo che fosse solo l'ENI "cattiva" e che volesse venire fra i campi della mia infanzia a distruggere tutto. Invece e' cosi dappertutto, anche in America.

Qui immagini raccapriccianti, nel paese piu' ricco del mondo. Una cosa vergognosa.

Sta a noi cittadini saperlo prima e darci da fare. Perche' i petrolieri - e tutti gli altri tipi di speculatori a dire il vero - non guardano in faccia a nessuno. Dopo il primo pozzo viene il secondo, il decimo, il centesimo. Dopo il primo tubo, arriva il secondo centro oli, la terza raffineria.

Prima o poi arriva inevitabile la Cancer Alley.

Ecco qui, allora, il film Fuel di Josh Tickell, del 2008.

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