venerdì 23 marzo 2012

No alle biomasse, il 31 marzo corteo per le strade della città

No alle biomasse, il 31 marzo corteo per le strade della città

No alle biomasse, il 31 marzo corteo per le strade della città
VASTO - Un corteo che partirà dal quartiere San Paolo e si snoderà lungo l’asse principale della viabilità cittadina per giungere in pieno centro. E’ lì che si concluderà la manifestazione del 31 marzo prossimo.
E’ il giorno in cui associazioni, ambientalisti e semplici cittadini incroceranno le braccia per dire no alle centrali a biomasse e agli altri insediamenti inquinanti a poche centinaia di metri dalla riserva naturale di Punta Aderci.
Il Comitato cittadino per la tutela del territorio organizza il corteo. Lo ha deciso l’assemblea in cui erano rappresentate associazione Porta Nuova, Arci, Wwf, Avast’, Amici di Punta Aderci, Movimento 5 Stelle, Cobas, La Nuova Terra, un gruppo di imprenditori di Punta Penna, Consorzio Via Adriatica e semplici cittadini.
I Cobas, rappresentati dal segretario provinciale Domenico Ranieri, hanno “proposto una giornata di manifestazione unitaria per il 31 marzo 2012, alla quale tutte le sigle hanno dichiarato consenso e adesione”, racconta il leader del sindacato, che annuncia “la proclamazione di uno sciopero regionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado e un convegno dibattito nel pomeriggio.
Una iniziativa di sensibilizzazione nelle scuole vastesi alla partecipazione è stato annunciato da un nostro comunicato che verrà oggi stesso e nei giorni seguenti distribuito davanti agli istituti scolastici.
La manifestazione del 31 marzo, forte della presenza di movimenti, associazioni, studenti, avrà carattere dinamico nel senso di non presidiare solo i siti sui quali si vorrebbero realizzare le centrali a biomasse, ma si snoderanno attraverso la città e le strade cittadine diffondendo un messaggio alla partecipazione collettiva. Questa iniziativa di lotta si sposa finalmente con le associazioni civiche, ambientaliste, produttive della città in un momento delicatissimo economico e sociale per la riconquista di un bene comune di grande pregio naturalistico come l’area di Punta Penna”.

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