lunedì 30 aprile 2012

AVVISO AI FURBI: IL MONITORAGGIO DELL’ARIA NON PUO’ ESSERE L’ALIBI PER PEGGIORARLA.


A proposito dei recenti risultati del monitoraggio dell’aria svolto a Lanciano dal Mario Negri Sud che definiscono la situazione “sufficientemente buona con alcune criticità” (Tommaso Pagliani – MNS) avanziamo le seguenti osservazioni di merito e di metodo che possono essere estese all’analogo studio svolto a Treglio dallo stesso Consorzio.

Nel merito ribadiamo per l’ennesima volta l’aspetto fondamentale che prescinde da qualsiasi risultato: oltre al buon senso E’ LA LEGGE CHE CI IMPONE DI “MANTENERE LA QUALITA’ DELL’ARIA AMBIENTE, LADDOVE E’ BUONA, E MIGLIORARLA NEGLI ALTRI CASI” [direttiva della Comunità Europea 96/62/CE del 27/9/1996 recepita dall’Italia con D.L. n°351 del 4/8/1999].
Questo significa in maniera chiara che NON SIAMO AUTORIZZATI A PEGGIORARE LA QUALITA’ DELL’ARIA soprattutto in presenza di interventi non solo dannosi ma assolutamente inutili per la collettività (valga per tutti l’esempio della Centrale a biogas di Villa Pasquini nella cui zona lo stesso Mario Negri Sud definisce “anomala” la concentrazione di anidiride solforosa).

Per quanto riguarda il metodo queste sono le nostre perplessità:

1.    Il precedente studio del 2010 commissionato al Mario Negri Sud dalla Provincia di Chieti è stato condotto con un procedimento all’avanguardia detto “biomonitoraggio” che attraverso l’IBL (Indice di Biodiversità Lichenica) garantisce risultati certi e precisi sullo stato dell’aria e dell’ambiente circostante ed è riconosciuto dalla Comunità scientifica internazionale e dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) superiore a qualsiasi altro monitoraggio puramente strumentaleI risultati di questa ricerca sono stati che la qualità dell’aria a Lanciano e nell’area circostante è pessima, la più bassa tra tutte le zone rilevate.
2.    Invece il metodo usato in quest’ultimo caso dal Mario Negri Sud è basato su dei rilevatori strumentali detti “radielli” che, in particolare del tipo utilizzato nel’occasione, sono stati criticati da fonti autorevoli quali il Prof. Federico Valerio dell’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova e da esponenti di rilievo dell’ISDE (Associazione dei Medici per l’Ambiente) perché tecnicamente non all’altezza del compito.  Lo stesso Responsabile del Mario Negri Sud Dott. Tommaso Pagliani ha ammesso candidamente che gli strumenti utilizzati non sono in grado di rilevare le polveri sottili (e ultrasottili) che, lo ricordiamo, sono il primo fattore di inquinamento delle aree urbane ed il più dannoso per la salute umana.
3.    I 24 punti di rilevamento dello studio sono a nostro avviso insufficienti e troppo lontani l’uno dall’altro: alcuni mesi fa avevamo proposto all’Amministrazione Comunale di Lanciano un’operazione analoga svolta in collaborazione proprio con l’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova che prevedeva circa 40 postazioni di rilevamento. Oltretutto, da quello che ci risulta, le postazioni fisse sono state collocate ad un’altezza di 2-3 metri quando di media chi è in strada respira a 1,50-1,80 metri e i bambini ancora più in basso.
4.    Ricordiamo ancora che il monitoraggio è stato condotto poco dopo il lungo periodo di abbondanti nevicate che ha oggettivamente “ripulito” l’aria in maniera radicale ed inusuale e quindi non può essere rappresentativo di una situazione “normale”. Sottolineamo inoltre che, come sostenuto da moltissimi autorevoli esponenti della comunità scientifica, PER ESSERE UTILE E RAPPRESENTATIVO IL MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELL’ARIA DEV’ESSERE SISTEMATICO, CONTINUO, COMPLETO (comprendente quindi anche le polveri sottili e ultrasottili) E CON APPROFONDIMENTI IN ZONE CRITICHE. Altrimenti è tempo perso e soldi buttati.
5.    Infine per quanto riguarda soprattutto Treglio riteniamo inaccettabile che chi commissiona e paga la ricerca (in quel caso la Società Gestione Calore Treglio) sia diretta parte in causa, la qual cosa può ingenerare equivoci e sospetti che sarebbe bene fugare del tutto prevedendo un sistema diverso per il quale il privato interessato deve sì finanziare il lavoro come espressamente vuole la legge, ma versando il dovuto ad un ente terzo autonomo che poi affiderà e pagherà direttamente l’istituto incaricato.

A questo punto, pur essendo i primi ad auspicare un ambiente sano e pulito per il quale ci battiamo da sempre senza rendiconti personali, CHIEDIAMO CHE, come già fatto dallo stesso Mario Negri Sud a San Giovanni Teatino, venga ripetuto lo studio utilizzando il “biomonitoraggio” che è l’unico sistema a non lasciare dubbi ed a permettere successivi interventi selettivi nelle aree critiche e si adottino in seguito sistemi di rilevamento permanenti, completi ed efficaci.
Nel frattempo e non ci stancheremo mai di ripeterlo, già oggi con le conoscenze in nostro possesso il Sindaco di Lanciano ha tutti gli strumenti per ottemperare agli obblighi di legge (ordinanze e “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea) ed impedire ogni intervento peggiorativo della qualità dell’aria.
E’ di questi giorni la notizia che il Sindaco di Vasto Lapenna ha ordinato la sospensione della costruzione della centrale a biomasse della Istonia Energy a Punta Penna perché peggiorativa dei parametri ambientali.
Ci aspettiamo anche da noi analoghi interventi perché solo con azioni del genere l’aria sarà finalmente “pulita” in ogni senso.

venerdì 27 aprile 2012

ALLARME ROSSO PER LANCIANO: CI VOGLIONO SEPPELLIRE CON UN MEGA-INCENERITORE!


Specialmente in tema di rifiuti, dove scorrono fiumi di danaro e guadagni facili, a pensar male ci si azzecca quasi sempre.

Gli indizi che elenchiamo qui di seguito, letti tutti insieme, mettono i brividi lungo la schiena:

Indizio n°1) L’attuale Consiglio d’Amministrazione di ECO LAN S.p.a., la società che gestisce la discarica di Cerratina a Lanciano, ha presentato un progetto per la realizzazione a Cerratina di un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) per la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario derivato dai rifiuti) dal costo di circa 25 milioni di euro.
Il CSS ha come unica destinazione finale l’incenerimento in appositi impianti e come devastante effetto secondario la vanificazione di qualsiasi politica di raccolta differenziata destinata al riuso in quanto i vari materiali, quali ad esempio la plastica, vengono sì differenziati preventivamente ma solo per essere bruciati come combustibile con le note conseguenze nocive sulla salute delle persone e dell’ambiente.
Per avere un’idea delle dimensioni di questo impianto TMB basti dire che diversi interventi nel recente Consiglio Comunale di Lanciano dello scorso 23 aprile hanno sottolineato che esso, inizialmente previsto per la sola provincia di Chieti, potrebbe addirittura servire per il trattamento rifiuti dell’intera regione.

Indizio n°2) Nel Piano Regolatore Generale di Lanciano da poco approvato dopo anni di gestazione è espressamente prevista l’installazione di un inceneritore all’interno del territorio comunale.

Indizio n°3) Anche il “Piano Strategico Intercomunale Lanciano-Atessa”, approvato pochi giorni fa dal Comune di Atessa, prevede l’installazione di un inceneritore.

Indizio n°4) L’obiettivo strategico della Regione Abruzzo targata Chiodi è la realizzazione di un inceneritore per ogni provincia, tanto da aver commissionato al CNR uno studio per l’individuazione delle tecnologie utilizzabili nella nostra regione ed aver programmato degli incontri in ogni provincia con gli amministratori locali per illustrare il progetto (nella provincia di Chieti avrebbe dovuto esserci nel settembre scorso ma non ne abbiamo avuto più notizia).

Indizio n°5) In linea con le intenzioni della giunta Chiodi alcuni politici regionali e locali si sono schierati in favore della realizzazione di tali impianti.

Dunque non bisogna essere Sherlock Holmes per interpretare questi indizi nel peggiore dei modi: 2 + 2 fa 4, ma per i soliti pochi noti che non si saziano mai fa anche 8, 16, 32…

Stanno lavorando per bruciarci salute, economia e futuro: devono sapere che noi, e tantissimi con noi, non lo permetteremo mai!

Che i politici vengano allo scoperto: INVITIAMO TUTTA LA CITTADINANZA AD INTERVENIRE AL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE ANNUNCIATO PER GIOVEDI’ 3 MAGGIO ALLE ORE 16  nel quale si discuterà ancora di rifiuti oltre che di qualità dell’aria, centrali a biomasse ed elettrodotto e nel quale avranno diritto ad intervenire anche i rappresentanti delle Associazioni.

sabato 21 aprile 2012

UNA CONFERMA AUTOREVOLE A QUANTO DICIAMO DA SEMPRE: IN ITALIA NON ABBIAMO BISOGNO DI ALTRA ENERGIA. - LA PAROLA D'ORDINE E': RIDURRE, RISANARE, RIMODULARE.


Qui di seguito riportiamo uno stralcio dell’intervista concessa alla rivista del Corriere della Sera “SETTE GREEN” dal Presidente nazionale dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) Agostino Re Rebaudengo nella quale si ribadisce quanto noi affermiamo ad ogni occasione ossia che L’ITALIA NON HA BISOGNO DI ULTERIORE ENERGIA PERCHE’ IL SUO FABBISOGNO E’ LA META’ DI QUANTA NE VIENE PRODOTTA, ancor più in periodi di grave crisi economica come l’attuale con le industrie ferme e i consumi privati in caduta libera.

Ecco l’estratto:
“L’Italia negli ultimi 10-15 anni ha registrato ancora grandi investimenti in impianti tradizionali per la produzione di energia. Il risultato, un po’ assurdo, è che noi attualmente abbiamo una capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro capacità. Devo dire che tuttora cerco di comprendere, e non ci riesco, con quali criteri gli operatori continuano a investire in centrali alimentate a metano. Ce ne sono ancora quattro o cinque in autorizzazione e non capisco davvero che prospettiva possano avere. Il tutto diventa ancora più curioso quando si parla di costo dell’energia: il nostro Paese paga il metano il 20-25% in più della media europea. Quindi, riassumendo, l’Italia produce il 77% di energia con fonti fossili, e gran parte di questa è metano, che paghiamo carissimo. Ecco cosa deve cambiare: oltre a fare in modo che il metano ci costi meno, dobbiamo far crescere le energie rinnovabili. Non ultimo perché queste ci renderanno indipendenti dalle forniture dall’estero, ma anche, ovviamente, per i benefici ambientali e di salute pubblica.” [“Sette Green”-22/3/12]

Speriamo che una volta per tutte finiscano le cialtronerie false ed ingannevoli di chi dice: “Ma anche voi usate il telefonino, l’auto e il computer!”

Riepiloghiamo:
·        Non abbiamo bisogno di altra energia perché ne produciamo quotidianamente il doppio di quanto utilizzato e questo rapporto probabilmente è destinato a crescere in tempi di grave crisi economica. Per fare qualche esempio concreto oggigiorno una pala eolica su quattro resta ferma (anche perché spesso è un affare più costruirla che utilizzarla) e la turbogas di Gissi lavora a meno della metà del suo potenziale proprio perché non c’è richiesta;

·        All’interno di questa realtà è comunque necessaria una rimodulazione delle varie componenti perché non è sostenibile che il 77% dell’energia prodotta nel nostro Paese provenga da fonti fossili inquinanti e destinate all’esaurimento;

·        Queste sono a nostro avviso le strade da percorrere al più presto:
1. Abbassare ulteriormente il fabbisogno attraverso la riduzione degli sprechi e dei consumi inutli con l’adozione di serie politiche di risparmio energetico;
2.  Cancellare subito quella metà che non ci serve mediante l’eliminazione e la disattivazione delle fonti e degli impianti più dannosi per l’ambiente e la salute umana;
3. All’interno della parte di reale fabbisogno sostituire gradualmente le fonti fossili e inquinanti con quelle davvero pulite e rinnovabili (eolico, solare, geotermico, trattamento meccanico biologico delle biomasse, ecc.) avendo la premura di adottare le tecnologie più aggiornate in impianti il più possibile piccoli, diffusi e poco impattanti (ad esempio i pannelli fotovoltaici non mettiamoli al posto dei vigneti ma andiamo a sostituire le coperture in amianto dei capannoni industriali);

·        Attenzione alle speculazioni ed alle storture sulle rinnovabili come nel caso delle biomasse: queste sono accettabili solo se sfruttate negli impianti TMB di Trattamento Meccanico Biologico a freddo dove non c’è combustione (e quindi inquinamento) e solo a determinate condizioni quali la filiera corta con la risoluzione di problemi locali di smaltimento, la previsione del teleriscaldamento, ecc. Oltre ad un compost di qualità è utile soprattutto il biometano prodotto in questi impianti che può essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale riducendo la nostra dipendenza dall’estero e rendendo meno cara la bolletta energetica nazionale.

·        Non siamo certamente ostili all’imprenditoria ed all’impresa privata ma questa deve svilupparsi correttamente senza danni per l’ambiente e la salute della comunità ospitante.  Se gli impianti e le infrastrutture grandi e piccole che vengono realizzati per assicurarsi un profitto attraverso la vendita di energia all’estero (elettrodotti, turbogas, ecc.) oppure per entrare furbescamente nell’affare dell’incenerimento dei rifiuti (centrali a biomasse e biogas) risultano fortemente dannosi e inquinanti oltre che inutili per la collettività allora diciamo: quelle risorse utilizziamole per scopi più utili e nobili creando davvero un gran numero di nuovi posti di lavoro (di certo non i 14 assunti in 14 anni della Forest Oil alla raffineria di Bomba!) valorizzando con intelligenza e rispetto il nostro inestimabile patrimonio di arte, cultura e bellezze naturalistiche.

Solo in questo modo avremo il pieno orgoglio di sentirci davvero italiani.    
 fm
                                                                                                                       




                                                                                                      

giovedì 19 aprile 2012

CONTRORDINE COMPAGNI! iL CONSIGLIO COMUNALE CAMBIA ARGOMENTO (E NOI, FESSI, CHE CI AVEVAMO CREDUTO!).


Veniamo a sapere che il Consiglio Comunale di lunedì prossimo cambia argomento: non si parlerà più di "Ambiente, inquinamento e salute umana" come ufficialmente comunicato ai Consiglieri comunali ed alla Cittadinanza tutta ma soltanto di "rifiuti" e che gli altri punti verranno dibattuti più in là.
Si tratta solo di aspettare ancora un pò.

SOLO CHE ADESSO SIAMO STUFI DI ASPETTARE!

Mentre noi aspettiamo gli altri non aspettano:
  • non aspetta chi sta costruendo la centrale a bio-gas di Villa Pasquini e chi ne sta progettando altre;
  • non aspettano le decine di migliaia di automobili che intasano e intossicano ogni giorno le strade di Lanciano e dintorni;
  • non aspettano tutti coloro che fanno affari molto privati a vantaggio di pochi in mancanza di decisioni molto pubbliche a vantaggio di tutti. 
PERCHE' QUESTO RINVIO?
 
Ci dicono che erano troppi i punti all'ordine del giorno e troppo vaghi. Innanzitutto ci sono stati decine di Consigli Comunali fiume con innumerevoli argomenti in discussione senza che nessuno si sia mai lamentato e poi nulla toglie che intanto si cominci a discutere finchè si può.
Per quanto riguarda la vaghezza questa argomentazione ci lascia allibiti perchè vuol dire che non si ha proprio cognizione di causa: per ognuno di quei temi (ambiente, inquinamento e salute) ci sono moltissime questioni assai concrete sul tappeto e anzi decisive per la collettività tutta. E poi sono tutti argomenti strettamente legati tra di loro, anche i rifiuti, perchè si tratta di qualità della vita e soprattutto sempre di salute.
 
INSOMMA L'AMMINISTRAZIONE PUPILLO VUOLE DIRCI FINALMENTE DOVE VUOLE PORTARE CONCRETAMENTE QUESTA  CITTA'? 
E L'OPPOSIZIONE, SE D'ACCORDO CON QUESTA DECISIONE, VUOLE DIRCI QUALI IDEE HA IN PROPOSITO? 

Abbiamo sperato e speriamo ancora in un cambiamento evidente e positivo per l'intera comunità ma adesso, dopo quasi un anno di governo, occorre mostrare dei risultati.
Abbiamo proposto il bike-sharing: ci avete detto si farà ma non abbiamo visto ancora niente.
Abbiamo proposto le fontane pubbliche di distribuzione dell'acqua: ci avete detto si farà, ma ancora niente.
Ci avete detto controlleremo l'aria, vigileremo su Villa Pasquini e via discorrendo...  A che punto siamo?
 
Penso che tutti i politici abbiano compreso che non è più tempo di rimpalli, giochetti e lungaggini: non si fanno più sconti a nessuno, di qualsiasi collocazione politica.
Occorrono fatti concreti e con la nostra presenza anche al Consiglio zoppo del prossimo 23 aprile cercheremo di farvelo capire ancora una volta. 



 

 

LUNEDI' 23 APRILE CONSIGLIO COMUNALE A LANCIANO SU AMBIENTE, INQUINAMENTO E SALUTE

LUNEDI' 23 APRILE ALLE ORE 16 A LANCIANO
CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO
SU
"AMBIENTE, INQUINAMENTO E SALUTE UMANA" 

E' l'unico punto all'ordine del giorno ed è superfluo aggiungere che è fondamentale intervenire numerosi soprattutto per capire a che punto sono gli scottanti fronti aperti in argomento (traffico e decisioni conseguenti, centrale a biogas di Villa Pasquini e qualità dell'aria, raccolta differenziata, rifiuti e discariche, ecc. ecc. ecc.).

In questi mesi abbiamo posto tante domande che attendono ancora una risposta ed elaborato diverse proposte concrete: A QUASI UN ANNO DALL'INSEDIAMENTO DELL'AMMINISTRAZIONE PUPILLO COSA E' STATO FATTO E COSA SI INTENDE FARE A BREVE DI CONCRETO? IN CHE DIREZIONE VOGLIAMO PORTARE LA NOSTRA CITTA'?

Quella di lunedì ci sembra un'ottima occasione per fare chiarezza  sperando che sia data la possibilità di intervenire nella discussione alle Associazioni come la nostra che si spendono quotidianamente per il miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità.

 

domenica 15 aprile 2012

CHI SONO I VERI "ECO-TERRORISTI"



Prima di tutto cerchiamo di dare un significato plausibile a questa definizione troppo spesso tirata in ballo a sproposito per fini propagandistici e poi vediamo quali categorie di persone vi rientrano.

Alcuni definiscono in malafede e genericamente “eco-terroristi” tutti coloro che con argomentazioni di carattere ambientalista mettono in guardia sui grossi rischi di particolari scelte utilizzando, secondo i loro detrattori, metodi “terrorizzanti” del tutto eccessivi e inopportuni.
Io suggerisco un’altra definizione che mi sembra più calzante considerati gli oscuri trascorsi della Storia italiana (dal terrorismo di stato di Piazza Fontana alle Brigate Rosse e gli anni di piombo) e che individua come “eco-terroristi” tutti coloro che adottano in maniera sistematica e quasi ideologica metodi di distruzione fisica dell’ambiente spacciandoli per il loro contrario ossia per qualcosa di vantaggioso e progressivo per tutti.

Definito il termine passiamo ad individuarne i protagonisti ponendoci alcune domande a doppia risposta.

Possiamo considerare “eco-terrorista” chi lancia l’allerta sui pericoli per la salute pubblica che derivano da determinate politiche di scempio ambientale basandosi su dati e studi scientifici oppure chi quelle politiche le incentiva e le adotta senza scrupoli pur consapevole delle nefaste conseguenze con l’unico obiettivo dell’arricchimento personale e nel disprezzo totale della propria terra, dei propri concittadini ed in definitiva anche dei propri figli?

E’ lecito chiamare “eco-terrorista” chi sacrificando spazi, tempi e attività personali si batte alla luce del sole e senza doppi fini per difendere il bene comune oppure chi in qualsiasi ora e luogo persevera nel ruolo di strenuo difensore di interessi molto privati e molto corporativi propagandando il proprio lavoro ben remunerato come portatore di benefici per l’intera comunità?

E’ corretto definire “eco-terrorista” chi afferma su basi scientifiche “Attenti che il fumo di quella ciminiera porterà danni e malattie” oppure chi replica senza la minima conoscenza (o peggio in malafede) “Tranquilli, è solo vapore acqueo?”.

Chi è il vero “eco-terrorista” chi intasca tangenti per autorizzare impianti nocivi e con quei soldi sporchi ci va in vacanza a Sharm-el-Sheik oppure chi cerca di smascherare in tutti i modi il malaffare perché il bagno lo vuol fare nel suo mare pulito e senza sostanze tossiche?

E’ più “eco-terrorista” chi si arricchisce con l’immondizia ed in combutta con politici e funzionari corrotti ostacola la raccolta differenziata dei rifiuti perché poi, sventolando lo spauracchio dell’emergenza, sarà inevitabile costruire gli inceneritori o usare quelli già in funzione per altri scopi oppure chi rivela queste sporche manovre per difendere la salute e il futuro delle nuove generazioni?

Chi è che fa del terrorismo, questa volta psicologico, quelli che in tempi difficilissimi agitano il ricatto occupazionale con le false promesse di progresso e posti di lavoro oppure quelli che svelano l’imbroglio dimostrando che quei pochi posti di lavoro (in raffinerie, inceneritori, piattaforme, ecc.) ne spazzeranno via molti di più perché incompatibili con gli altri settori economici quali l’agricoltura, il turismo, l’eno-gastronomia, l’arte e la cultura che sono tra le prime vocazioni della nostra regione?
Voglio sottolineare che la recente edizione di ECOTUR 2012, storica rassegna regionale del Turismo Natura, ha evidenziato dati alla mano che in Abruzzo l’unico settore in positiva controtendenza in questi anni di crisi e quindi portatore di ricchezza diffusa è proprio quello del turismo ecologico e naturale, dei parchi, delle riserve e delle attrattive ambientali incontaminate.

In conclusione per la nostra regione abbiamo davanti due possibili scenari alternativi che si escludono a vicenda: quello di uno pseudo-sviluppo aggressivo e distruttivo per l’ambiente, la salute e l’economia generale e vantaggioso solo per i soliti pochissimi noti fatto di trivelle, cementificazioni selvagge, impianti inutili e dannosi, disprezzo del territorio e del tessuto sociale e di infiltrazioni criminali oppure quello di un progresso armonico e rispettoso di habitat, storia e tradizioni locali che valorizzi e salvaguardi le nostre vere vocazioni naturali e artistiche, sociali ed economiche, e che ci conduca ad un benessere equo, generalizzato, sano e orgoglioso della propria terra.

Penso che adesso sia chiaro chi sono i veri “eco-terroristi”.

(Per averne un’ulteriore conferma vi invito a seguire nel precedente post qui sotto la bella trasmissione di GENIOTV condotta da Lucio Russi nella quale sono intervenuti il nostro Alessandro Lanci, il Prof. Francesco Stoppa dell’Università di Chieti, Massimo Colonna del Comitato di Bomba “Gestione Partecipata del Territorio” ed il Sindaco di Bomba Donato Di Santo).
                                                                                                                     fmOpalka

mercoledì 11 aprile 2012

SIAMO ARRIVATI A L'AQUILA E ABBIAMO VINTO!

E' stata una bella giornata di primavera (con la "p" minuscola per fortuna!) che dimostra come i buoni argomenti, l'informazione diffusa e la mobilitazione alla fine paghino.

Dobbiamo sempre fargli sentire il fiato sul collo perchè solo nell'ombra e lontano da occhi indiscreti si compiono le peggiori porcherie.

Avanti tutta, non è che l'inizio!

QUI DI SEGUITO POTETE LEGGERE  L'ARTICOLO SULL'ARGOMENTO PUBBLICATO DA  PRIMADANOI.IT. 

Commissione Via boccia progetto gas a Bomba

Oggi decisioni su discariche, cave e centri commerciali. Il 26 aprile nuove scelte decisive per la regione

ABRUZZO. Dieci progetti per il Teramano verranno discussi questa mattina. Alle 13 si passa ai rifiuti, alle 14,30 sul tavolo arrivano 15 progetti aquilani. E’ ricca anche oggi la giornata della Commissione di Valutazione di impatto ambientale che ieri ha cominciato i lavori tra le polemiche degli ambientalisti.
Il comitato VIA della Regione è stato presidiato da almeno duecento persone. «E’ stata una bella giornata», commenta il consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo (che ha avuto il merito di far conoscere a tutti l’ordine del giorno chiedendone agli uffici competenti una copia), «e mostra quanto sia utile un'azione di movimento coordinata dentro e fuori le istituzioni».
Sempre ieri mattina la commissione ha bocciato l’estrazione del gas al lago di Bomba: non rispetta infatti i requisiti previsti dalla legge regionale del 2007 sulla qualità dell’aria. «In pratica – commenta Franco Caramanico, che di quella legge fu l’ispiratore – questo impianto non si potrà più fare. E chi conosceva la legge, poteva già immaginare come sarebbe andata a finire, al di la dei tentativi della Forest di bluffare su vari aspetti». In effetti il territorio abruzzese era stato diviso dalle legge in almeno tre zone diverse: area di risanamento (ad esempio l’area metropolitana Chieti-Pescara, dove è vietato ogni altro insediamento potenzialmente inquinante), l’area di mantenimento e quella di osservazione. Il che significava in sostanza che ogni nuovo impianto poteva essere localizzato solo nelle zone di mantenimento o in quelle di osservazione, ma con un limite preciso: costruire gli impianti nuovi solo nelle aree industriali attrezzate. Mentre la legge impone niente nuovi insediamenti nelle aree agricole, proprio a tutela del territorio abruzzese. Ed il lago di Bomba non è certo un’area industriale attrezzata. «Quindi fin dall’inizio la Forest ha cercato di buttare fumo negli occhi – conclude Caramanico – promettendo a destra e sinistra posti di lavoro e spiegando che l’estrazione di gas non avrebbe provocato fenomeni nel sottosuolo. Sarà pure così, ma la legge sulla qualità dell’aria veniva violata. E questo già si sapeva. E’ una vittoria dei movimenti che si sono battuti contro questo impianto ed è una soddisfazione per tutti quelli che hanno creduto in questa legge».
Oggi comincia una nuova giornata di decisioni. Si parte in mattinata con i progetti teramani. All’ordine del giorno ci sono, tra le altre cose, la realizzazione di un impianto fotovoltaico nel comune di Cellino Attanasio, una campagna di recupero rifiuti non pericolosi con impianto mobile a Giulianova, la presa d’atto della variante non sostanziale all’impianto recupero rifiuti di Controguerra e l’adeguamento del centro di recupero rifiuti non pericolosi a Bellante.
Di rifiuti si parlerà anche nel pomeriggio nell’aquilano: all’ordine del giorno ci sono infatti una discarica a Capistrello, un impianto di trattamento a Scontrone e uno a Massa D’Albe. Impianto di trattamento rifiuti inerti, invece, a L’Aquila. Due i progetti di attività di recupero di rifiuti non pericolosi: uno a Pacentro e un secondo a Castellafiume.
Ma si parlerà anche dell’ampliamento della cava a Pacentro e della realizzazione di un centro commerciale a L’Aquila (proposto dalla ditta Edigiò srl.
Il 26 aprile prossimo nuovo incontro del comitato per altri 25 progetti. Tra gli altri l’ampliamento del Sant’Angelo Outlet Village di città Sant’Angelo, una discarica di rifiuti inerti a Città Sant’Angelo, l’apertura di una cava a Cepagatti, l’impianto della Buonefra srl ad Ortona per lo stoccaggio di materiali inerti e la centrale termoelettrica a biomasse (da rifiuti) di Guardiagrele della società Renovo Bionergy.
«Invece di cercare di cancellare la nuova normativa come chiedono il direttore Sorgi e la Confindustria», chiede intanto il consigliere Acerbo, «è bene che Chiodi e la sua maggioranza dedichino qualche minuto allo studio delle direttive europee sulla valutazione di impatto ambientale e delle leggi in vigore nelle altre regioni».


11/04/2012 09:49

Dedicato al Presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera che teme che l'Abruzzo cada in mano agli ambientalisti. Eccoli i famosi ECOTERRORISTI...

Meglio cadere in mano a queste mamme, papà e nonni che in mano di imprenditori senza scupoli.
Se si cade in mano loro si rischia di finire prima del tempo ad altra vita...
QUESTI ECOTERRORISTI SONO PARTITI ALLE 4,30 DEL MATTINO E SONO RIENTRATI A CASA ALL' 1,30 DEL MATTINO SEGUENTE, SACRIFICANDO LAVORO E FAMIGLIE.
Affrontano ogni giorno grandi gruppi imprenditoriali e mutinazionali che con il loro soldi possono permettersi di tutto.... Ma loro a volte la spuntano, non perchè fanno molto chiasso,  ma perchè producono osservazioni tecniche, grazie all'aiuto di scienziati che amano la loro terra e soprattutto sono uomini di scienza non al soldo di nessuno.

giovedì 5 aprile 2012

BIOMASSE, LE MANI IN PASTA

 Legambiente, dati contrastanti sulla Fater

L'associazione comunica numeri diversi in pochi giorni. Il Pd: autorizzazioni troppo facili
di Melissa Di Sano  PESCARA. La confusione che aleggia intorno alla centrale a biomasse della Fater, sembra aver colpito anche Legambiente. L'approssimazione ha visto coinvolti il Comune, dove in pochi sapevano di cosa si trattasse, e poi Asl e Arta. Ora tocca all'associazione ambientalista.  La notizia di una centrale a biomasse da 8,9 megawattore a ridosso della città, in un'area altamente inquinata, è uscita solo poche settimane fa, sebbene la prima autorizzazione della Regione, con il benestare di tredici enti di controllo, risalga al 2009. Un silenzio lungo anni. Ma da quando la cosa è diventata di dominio pubblico, è apparso subito chiaro che in Comune quasi nessuno sapeva di cosa si trattasse. Asl e Arta, da parte loro, hanno detto in una seduta della commissione Ambiente, che l'aria di Pescara e Spoltore è già pessima e che ulteriori emissioni non cambieranno di molto la situazione.  Ora è la volta di Legambiente che meno di venti giorni fa, in un comunicato sulla cattiva qualità dell'aria, che menzionava Pescara nella lista nera delle città con più polveri sottili, e Spoltore «più inquinata di Milano», diceva testualmente: «Il trasporto su strada incide per il 40% sulle emissioni totali dei Pm10 nella sola città di Pescara e per più della metà (55%) sulle emissioni totali dell'ossido di azoto».  Dopo venti giorni Legambiente, in un comunicato a sostegno della centrale a biomasse della Fater, cambia idea, smette di citare se stessa
e riporta altri dati: «Il Piano sulla qualità dell'aria approvato nel 2007 dalla Regione Abruzzo, che vieta alle aziende in Val Pescara di aumentare le emissioni in atmosfera, attribuisce le cause dell'inquinamento per circa l'88% al traffico veicolare e per circa il 7% alle attività industriali». Ormai non si sa più a chi credere. La confusione è tale e tanta che in questo clima è possibile tutto e il contrario di tutto. Anche che la stessa Legambiente sia socia di una società di consulenza energetico-ambientale, la AzzeroCo2, che è quella che ha realizzato, dietro compenso, lo studio di fattibilità sulle emissioni di C02 per la nuova centrale Fater.  Intanto interviene il Pd di Spoltore: «È un peccato che la scelta aziendale della Fater di migliorare le performance emissive di parte dell'azienda, venga poi vanificata dalla centrale a biomasse. C'è troppa leggerezza nel rilascio delle autorizzazioni da parte delle istituzioni».
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PAGINA REGIONALE DE "IL CENTRO" 7 febbraio 2012
 

mercoledì 4 aprile 2012

Biomasse, vacillano le certezze dell'Europa


 Toh! Il titolo che non ti aspetti: Le biomasse potrebbero minacciare gli obiettivi di riduzione di C02 dell’Europa. Dietrofront della Comunità in merito a questa forma di energia rinnovabile (ma d’altronde in Italia lo avevamo già denunciato).
Proprio lo scorso 20 marzo il Parlamento europeo ha chiesto che le regole di calcolo delle emissioni di carbonio siano revisionate per quanto concerne le biomasse. In sostanza l’Europa paga incentivi per abbattere le foreste che andranno a fornire biomassa pensando di diminuire le emissioni di CO2; in realtà queste aumentano. Il punto è che le attuali regole dell’Ue non fanno distinzione tra i residui o la legna e accordano l’etichetta “carbon neutral” senza tenere in conto il tempo necessario per recuperare il carbonio emesso.
Ha spiegato Delfet Sprinz, direttore del Comitato scientifico indipendente consulente per l’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA):
E’ errato suggerire che la bioenergia sia carbon neutral per definizione; tutto dipende da quello che viene usato. Se si rimpiazza una foresta in piena crescita con colture destinate alla produzione energetica, in conformità con le regole di calcolo in vigore nell’UE, è possibile che si accrescano le emissioni di gas serra.
Di fatto circa la metà del 20% di energie rinnovabili contenute nel mix energetico da adottare entro il 2020 è costituito dalle fonti di biomassa, come le colture legno, rifiuti e residui agricoli. Il legno è una buona parte di questo obiettivo ed è considerato dall’UE come “carbon neutral”, il che implica la concessione di sovvenzioni, tariffe di alimentazione e premi a livello nazionale.Tuttavia, c’è uno sfasamento tra il debito di carbonio causato dal taglio di un albero che viene poi trasportato e bruciato e il tempo necessario per la crescita di un nuovo albero in grado di assorbire tanto carbonio quanto il precedente; il che porta a realizzare che le biomasse non fanno altro che aumentare le concentrazioni di CO2 in atmosfera.
La stessa EEA aveva già proposto di pensare a leggi che incoraggiassero il rimpiazzo dei carburanti fossili con bioenergie senza prendere però troppo in considerazione le biomasse. A opporsi però i paesi scandinavi come Svezia e Finlandia ricchi di foreste e che basano rispettivamente il 20% e il 16% della produzione di energia proprio dalle biomasse.
Tra l’altro in dubbio viene messa anche la biomassa da residui di rifiuti compostati o agricoli. Secondo alcuni studiosi utilizzarli aiuta a contenere le emissioni di CO2, ma secondo altri l’Ue non ha ben chiaro di che genere di residui siano per cui anche le direttive sembrano essere state mal concepite. Non si tiene conto, ad esempio, dell’impatto che la rimozione di residui agricoli come la paglia può avere sulla riduzione dello stock di carbonio nel suolo e che può causare un maggiore uso di fertilizzanti e irrigazione e rese più basse. 
Pubblicato: 04 apr 2012 da Marina  ecoblog