venerdì 20 luglio 2012

RAFFINERIA FOREST A BOMBA: AL T.A.R. L'ARDUA (E AUSPICATA) SENTENZA

Frana della strada che costeggia il Lago di Bomba.



In occasione della seduta del T.A.R. di Pescara del prossimo 26 luglio nella quale si discuterà del ricorso presentato dalla Forest Oil CMI s.p.a. in merito al progetto di estrazione e raffinamento di gas a Bomba, i 21 Sindaci della vallata interessata hanno sottoscritto e presentato un documento nel quale riassumono dettagliatamente tutte le motivazioni che li hanno spinti a dichiararsi nettamente contrari ad un progetto del genere, considerato del tutto fuorviante, rischioso e inaccettabile rispetto alle naturali vocazioni della zona ed agli impegni programmatici presi per essa.

I firmatari sono i Sindaci di Bomba, Colledimezzo, Monteferrante, Pennadomo, Altino, Quadri, Roccascalegna, Gessopalena, Montebello sul Sangro, Fallo, Civitaluparella, Roio del Sangro,  Montazzoli, Tornareccio, Borrello, Colledimezzo, Atessa, Perano, Archi, Montelapiano e Montenerodomo (con l’unica eccezione di Villa Santa Maria, attualmente commissariata e quindi impossibilitata a sottoscrivere). A questi Sindaci si aggiungono nella piena solidarietà e condivisione delle preoccupazioni i Sindaci dell’area frentana quali Lanciano, Fossacesia, S.Maria Imbaro, Mozzagrogna, Frisa, ecc. ai quali non è stato chiesto di firmare solo per rispetto del nucleo storico dei 22 Comuni che fin dall’inizio si sono battuti contro questo progetto.

Nel documento i Sindaci rilevano innanzitutto che la stessa ipotesi progettuale fu già abbandonata dall’AGIP s.p.a. nel 1992 “per evidenti motivi di sicurezza” a causa del riscontro di vaste aree franose ed importanti dislocazioni tettoniche in concomitanza con la presenza di un invaso artificiale.
Il progetto, ripreso dalla società petrolifera statunitense Forest Oil CMI s.p.a. nel 1996, ha già subito una doppia bocciatura da parte del Comitato VIA (Valutazione Impatto Ambientale)   riunito a L’Aquila nelle sedute del 10 aprile e del 10 luglio scorsi.

 
Frana Colledimezzo Paese

Riassumiamo le principali criticità del progetto evidenziate dai Sindaci:

  • CRITICITA’ RISPETTO AI VINCOLI DI TUTELA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA in quanto l’impianto è inserito nel contesto di un’area ad elevato pregio ambientale e paesaggistico che verrebbe alterata in maniera permanente precludendo di fatto il godimento e la fruizione pieni delle aree naturalistiche meta continua di flussi di visitatori e turisti;
  • CRITICITA’ CON L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AREA che suscita forti perplessità circa la localizzazione dell’impianto su un sito già storicamente interessato da scenari ad alto rischio derivanti dalla presenza di un invaso artificiale in un’area geomorfologicamente attiva.  Vengono ricordate le grandi frane del 1819 e del 1929 che trascinarono mezzo paese di Bomba a valle, quella del 1973 che travolse Colledimezzo, quelle tra il 1974 ed il 1975 da Buonanotte (oggi Montebello sul Sangro) a Pennadomo e l’ultima, sempre a Bomba, nel 1992. Esiste poi un clamoroso monumento che riassume tutta questa storia  ed è il viadotto spezzato in due che dista solo poche centinaia di metri dall’area Forest. Nel 1973 i contadini della zona sconsigliarono vivamente gli ingegneri incaricati a poggiare i piloni della superstrada sull’area detta Lago Maurino perché piena di torrenti sotterranei. I tecnici risposero che sulla base delle analisi fatte il terreno di posa risultava sicuro, ma quando l’opera fu terminata una frana sotterranea spezzò uno dei piloni centrali del viadotto che successivamente fu fatto crollare. Come si può escludere che la storia si ripeta e che la inevitabile subsidenza a seguito delle estrazioni possa scatenare nuove frane distruttive?                                                

Viadotto crollato superstrada Bomba
  • CRITICITA’ CON LA PROGRAMMAZIONE E GLI OBIETTIVI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA DI AREA VASTA E DI LIVELLO COMUNALE in quanto sia a livello provinciale che locale si lavora da anni per la salvaguardia del lago e degli ambienti circostanti attraverso azioni ed iniziative che affermino l’identità dei luoghi e la valorizzazione delle produzioni agricole originarie. Le Amministrazioni locali hanno orientato da tempo le proprie strategie di sviluppo economico e sociale verso il settore turistico-ambientale, destinando importanti finanziamenti per interventi di supporto al turismo montano, costiero e lacustre, che è traino fondamentale per la vita economica dell’intero comprensorio.
  • CRITICITA’ CON LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA REGIONALE, L’UTILIZZO DI FONDI STRUTTURALI, LO SVILUPPO DELLE POTENZIALITA’ AMBIENTALI, TURISTICHE E PAESAGGISTICHE DEL BACINO DEL MEDIO SANGRO in quanto è indubbio che la realizzazione di un tale impianto pregiudicherebbe le possibilità di sviluppo e valorizzazione delle intrinseche potenzialità di un’area a forte vocazione turistico-ambientale. L’assenza totale di una “connessione” di tale insediamento con il contesto ambientale nel quale irrompe comprometterebbe non solo quanto già determinato in relazione alla pianificazione territoriale ed urbanistica, ma anche la validità degli strumenti di tutela ambientale in ordine ai quali sono state relazionate la programmazione economica e le politiche di sviluppo di livello nazionale e regionale.

I Sindaci infine rilevano come l’azione di contrasto nei confronti del progetto Forest sia stata fin dall’inizio unanime e diffusa, coinvolgendo le intere popolazioni locali e attivando associazioni e gruppi di ogni tipo, chiesa cattolica, sindacati, rappresentanti vari del settore economico e della società civile, attraverso incontri e mobilitazioni sempre molto partecipati.

Si ricorda altresì la riunione convocata dal Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio il 9 novembre 2011 nella quale fu sottoscritto dalla Provincia di Chieti e dai Sindaci di Bomba, Atessa, Borrello, Casoli, Colledimezzo, Fossacesia, Gessopalena, Lanciano, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Roccascalegan, Tornareccio e Torricella Peligna un documento congiunto contrario alla realizzazione Forest per la natura del territorio e la sua vocazione naturalistica ed economica:1)considerato il forte rischio idrogeologico, 2)vista la qualità del gas presente, 3)valutata la tecnologia proposta e 4)analizzati gli scarsi effetti economici che porterebbero alla popolazione.

Sulla base di tutto quanto dettagliatamente messo in evidenza i Sindaci, e noi con loro, si augurano che il T.A.R. metta una volta per tutte la parola “fine” su una storia che mai avrebbe dovuto avere inizio e che è l'unica a meritare di "franare".

NUOVO SENSO CIVICO
Frana Pennadomo-Montebello sul Sangro


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