domenica 16 settembre 2012

ATTACCO FRONTALE CONTRO L’ABRUZZO TRA PETROLIO, TRIVELLAZIONI, DISCARICHE E INCENERITORI: DIFENDIAMOCI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!



L’Abruzzo è oggetto di un attacco senza precedenti al suo territorio di mare e di terra, alle sue vocazioni naturali, al suo tessuto economico e sociale ed alla salute dei suoi cittadini attuali e futuri. 

Basta scorrere a fine articolo l’elenco delle attività insalubri e inquinanti presenti nell’area sud della Provincia di Chieti che denotano un quadro di vera e propria emergenza ambientale: si tratta di una micidiale bomba ad orologeria resa ancora più pericolosa dal cumulo delle fonti in un’area piccola e densamente popolata che dobbiamo in ogni modo cercare di disinnescare al più presto. Un approfondito studio del Consorzio Mario Negri Sud del 2010 ha evidenziato la fascia costiera della provincia di Chieti come altamente inquinata, con due aree particolarmente critiche a Lanciano e nel vastese a Pollutri. Questo studio ci dice che non possiamo permetterci di aggiungere ulteriori fonti di inquinamento ad una situazione già deteriorata ma dobbiamo intervenire a norma di legge per migliorare la situazione ambientale e dell’aria in particolare.

I fronti sono molteplici: si va dal rinnovato impulso alla petrolizzazione dovuto al miope e disinformato interventismo del ministro Passera al pullulare di inceneritori (centrali) a biomasse e biogas, passando per un’emergenza rifiuti sempre alle porte che, nell’assenza totale di sane politiche alternative, porta anch’essa dritto dritto ad altri inceneritori e discariche da riempire, con tutte le nefande conseguenze del caso.

Per ognuno dei settori interessati e sulla base di dati ufficiali, autorevoli studi scientifici nazionali ed internazionali ed atti di convegni abbiamo messo in evidenza le innumerevoli negatività di questi interventi da ogni punto di vista: sanitario e ambientale, economico e occupazionale, storico, culturale e delle vocazioni territoriali.

PETROLIO, RAFFINERIE E TRIVELLAZIONI
L’Abruzzo ha già contribuito pesantemente alla storia nazionale del petrolio: dei 5424 pozzi perforati a terra in Italia fino al 2010 ben 554 hanno riguardato l’Abruzzo (quarta regione dopo Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia), 136 in mare. Attualmente oltre il 50% del territorio regionale è interessato da attività legate alla ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi che coinvolgono il 75% dei comuni e più dell’80% della popolazione totale. Vanno poi aggiunti i quasi 6000 km quadrati di mare interessati da permessi di ricerca, concessioni ed estrazioni di idrocarburi.
Sono dati oggettivamente sconvolgenti.

Non c’è una sola buona ragione per accettare il disegno devastante di trasformare definitivamente l’Abruzzo, regione verde d’Europa,  in distretto petrolchimico.
In termini di salute innumerevoli studi scientifici basati su esperienze analoghe dimostrano che il risultato sarà un pesante inquinamento diffuso con la contaminazione delle coltivazioni, degli alimenti (ortaggi, bestiame, pesci) e delle falde acquifere ed il conseguente sviluppo di gravi malattie  e tumori soprattutto nei bambini, ben al di sopra delle medie nazionali che sono già le più alte d’Europa. In termini economici non ci sarà alcun risparmio su carburanti, riscaldamento o energia elettrica e i risvolti occupazionali saranno ridicoli (per il Centro Oli di Ortona l’ENI ha dichiarato 29 assunti a regime) a fronte di una perdita certa di migliaia di posti di lavoro in settori vitali della nostra economia quali l’agricoltura, l’enogastronomia, la pesca, il turismo o l’industria tradizionale, per non parlare poi della perdita di valore di immobili e terreni. Ed infine l’alto rischio di incidenti che le piccole società straniere intestatarie delle concessioni non sarebbero in grado di fronteggiare viste le scarse risorse finanziarie e tecniche a disposizione. A loro i soldi, a noi il danno e la beffa.

Non sono ipotesi ma la cruda realtà che si può verificare in tutti i luoghi dove è già stato imposto questo oltraggio, come in Basilicata che con la raffineria più grande d’Europa (Viggiano) resta una delle zone più depresse dell’intero continente.  Negli altri Paesi del mondo le raffinerie si fanno nei deserti o lontano centinaia di chilometri dai centri abitati, da noi ce le mettono dentro casa; negli USA le piattaforme in mare devono stare a 160 km. dalla costa, da noi a due passi dalle spiagge. 

Il caso poi della raffineria proposta dalla Forrest ai margini del lago di Bomba è eclatante: oltre ai considerevoli rischi di inquinamento ed al danno economico per una zona che ha scelto tutt’altra strada di sviluppo c’è il fondato pericolo di un cedimento della diga a seguito dell’estrazione di gas sotto il lago con conseguenze che sarebbero a dir poco disastrose.

E’ ora insomma di cambiare drasticamente prospettiva nella direzione di fonti energetiche molto meno rischiose e inquinanti se davvero teniamo al futuro delle nuove generazioni. L’Abruzzo ha scelto da anni una direzione ben diversa legata alle sue bellezze naturali ed alla sua produzione di qualità: un lavoro del genere impegnativo e faticoso non può essere cancellato così sfacciatamente.

INCENERITORI (CENTRALI) A BIOMASSE E BIOGAS
E’ la nuova tendenza del momento perché, attraverso un sistema di incentivi statali pagati profumatamente da tutti i contribuenti, c’è la corsa a costruire questi impianti a combustione per la produzione di energia elettrica che, nelle versioni fin qui presentate in Abruzzo, portano vantaggi solo a coloro che li realizzano e gestiscono a scapito delle comunità locali ospitanti.

Abbiamo dimostrato che si tratta di impianti inutili perché non vanno a risolvere un problema locale pre-esistente di scarti o eccedenze da smaltire e perché in Italia l’offerta di energia elettrica prodotta è più della metà di quanta ne viene utilizzata quotidianamente. Soprattutto in tempi di crisi non abbiamo bisogno di ulteriori disponibilità come vogliono farci credere ingannevolmente.

Anche in questo caso autorevoli studi nazionali ed internazionali hanno dimostrato che la combustione delle biomasse produce sostanze altamente nocive tra le quali 4 ufficialmente classificate cancerogene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (benzene, formaldeide, diossine e idrocarburi policiclici aromatici). Le centrali a biomasse inquinano decine di volte più delle centrali a metano e perfino di quelle a carbone ed anche in questo settore non ci sono benefici economici per i cittadini in termini di riduzione della bolletta elettrica ma solo un netto peggioramento della qualità della vita.

RIFIUTI, DISCARICHE E INCENERITORI
L’emergenza rifiuti è sempre più alle porte in Abruzzo grazie all’incapacità e negligenza di intere generazioni di politici ed amministratori pubblici che non hanno saputo o voluto trovare soluzioni alternative a discariche e inceneritori attraverso serie politiche di riduzione dei rifiuti, raccolte differenziate spinte, riuso e valorizzazione che possono trasformare i rifiuti in risorse a beneficio dell’intera comunità in termini economici e di salute (come dimostrano tante realtà virtuose nel Nord ma anche nel meridione d’Italia).

La scelta prevalente nella nostra regione è invece l’esatto contrario sulla spinta di poderosi e ristretti interessi economici: discariche sempre più grandi e costruzione di inceneritori che significheranno, come altre esperienze tristemente insegnano, sempre maggiore inquinamento, malattie, disincentivo a qualsiasi tipo di raccolta differenziata, aggravi economici per i cittadini e, non ultimo, problemi di criminalità e disgregazione del tessuto sociale.

CONCLUSIONI CON APPELLO FINALE
Il faro che guida l’azione di Nuovo Senso Civico e di tanti altri gruppi e cittadini abruzzesi è la difesa della salute che si traduce immediatamente in DIFESA DELLA VITA di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente in cui vivono, un valore universale che accomuna indistintamente tutte le persone di buona volontà al di là delle differenze di pensiero.

Questo comporta il contrasto di qualsiasi scelta che la danneggi e la proposta ed il sostegno deciso a tutte le possibil alternative che esaltando il bene comune avvantaggino cittadini e future generazioni nel campo della salute, della qualità della vita, della convivenza civile e del sano progresso economico.

Nuovo Senso Civico insieme ad altri movimenti è stata ed è tuttora protagonista di queste battaglie civili, vantando la raccolta record di 50.150 firme alla petizione per fermare la deriva petrolifera in regione presentata a tutte le istituzioni nazionali ed alla Comunità Europea e collaborando costantemente con docenti universitari, scienziati ed esperti di riconosciuta fama per sostenere le proprie tesi con dettagliate argomentazioni tecniche e scientifiche e non con semplici slogan.

L’appello finale è proprio quello di unire tutte le forze nel comune obiettivo di respingere questo attacco insensato e riportare l’Abruzzo nella giusta e sana direzione: coloro che verranno dopo di noi ce ne saranno grati per sempre.

ALCUNE DELLE ATTIVITA’ INSALUBRI E INQUINANTI NELLA PROVINCIA DI CHIETI /SUD (dalla Marrucina a san Salvo).

Impianti attivi: Pozzi petroliferi e di gas in mare e a terra tra i quali “Rospo Mare” a Vasto con annessa attività di desolforazione sulla piattaforma; Inceneritore di rifiuti tossici e nocivi “Laterlite” a Lentella; Centrale con inceneritore per biomasse a Treglio; Sansificio Vecere a Treglio; Centrale a biogas di Lanciano (Villa Pasquini); Stoccaggio di Pet coke (scarti di lavorazione del petrolio) a Ortona; Stabilimento di conglomerati bituminosi “Pavimental” a Ortona; Turbogas di Ortona (105 MW); Turbogas di Gissi (850 MW); Turbogas Sevel (100 MW); Discarica di rifiuti tossici e nocivi di Rocca San Giovanni; Discarica di rifiuti tossici e nocivi Bosco Mottille a San Salvo; Ex discarica di Serre a Lanciano; Discarica di Cerratina a Lanciano; Discarica abusiva di rifiuti tossici e pericolosi della camorra a Tollo; Discarica di amianto a Ortona; Distilleria “D’Auria” a Caldari di Ortona; Conceria Akea a Orsogna; Trattamento rifiuti “CIAF Ambiente” ad Atessa;  Discarica rifiuti speciali “Semataf” in Val di Sangro.

Impianti in fase di autorizzazione, costruzione o progettazione; Raffineria e pozzi di gas “Forest” a Bomba; Raffineria (“Centro Oli”) a Ortona; Raffineria (“Centro oli galleggiante”) a San Vito Chietino; Trivellazioni petrolifere (ultima richiesta a Scerne); 4 inceneritori per biomasse a Lanciano (loc. S.Onofrio); 2 inceneritore per biomasse a Villa Caldari e Ortona; Inceneritore per biomasse a Guardiagrele; Inceneritore per biomasse a Monteodorisio; 2 inceneritori per biomasse a Vasto; Inceneritore per biomasse a Villa Alfonsina; Inceneritore per biomasse a Fallo; Inceneritore per biomasse a Torricella Peligna; Elettrodotto “Terna” Villanova-Gissi-Montenegro; Impianto “Recogen” di rigenerazione acido cloridrico a Punta Penna di Vasto; Rigassificatore Poggiofiorito; Rigassificatore Cupello. 

(se ci è sfuggito qualcosa fatecelo sapere).

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