lunedì 29 luglio 2013

CHI CONTROLLA GLI IMPIANTI AD ALTO RISCHIO IN ABRUZZO?

Già da alcuni mesi sulla nostra pagina "IMPIANTI A RISCHIO IN ABRUZZO" (clicca QUI per visionarla) avevamo pubblicato l'elenco aggiornato del Ministero dell'Ambiente con i 27 "stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti" presenti in Abruzzo.

Purtroppo adesso, dopo l'immane tragedia della "Pirotecnica Di Giacomo" di Città Sant'Angelo, quegli stabilimenti sono diventati 26.

Noi cogliamo l'occasione per ripubblicare per esteso qui di seguito i nominativi di tutti gli impianti sotto osservazione e per farci la seguente domanda che rivolgiamo soprattutto alle Autorità competenti: CHI CONTROLLA PER IMPEDIRE CHE IN FUTURO AVVENGANO DISASTRI COME QUELLO DI CITTA' SANT'ANGELO?
Attendiamo umilmente qualche ragionevole e URGENTE risposta...

MINISTERO DELL'AMBIENTE: "INVENTARIO DEGLI STABILIMENTI SUSCETTIBILI DI CAUSARE INCIDENTI RILEVANTI" IN ABRUZZO:

PROVINCIA DI CHIETI
  • CASALBORDINO (C.da Termini)- ESPLODENTI SABINO SRL- attività: produzione e/o deposito di esplosivi (+ Smilitarizzazione armi da guerra);
  • ORTONA (Villa Caldari)- DISTILLERIA D'AURIA SPA- distillazione;
  • ORTONA- ENI SPA- deposito olii minerali;
  • FRISA (Piane di S.Stefano)- MORENA FIREWORKS SRL- prod. e/o deposito esplosivi;
  • VASTO (Punta Penna)- ECOFOX SRL - stabilimento chimico o petrolchimico;
  • CUPELLO- STOGIT Stoccaggi Gas Italia srl- stoccaggi sotterranei;
  • GISSI-  ARKEMA Coatings Resins Srl- stabilimento chimico o petrolchimico;
  • CHIETI (Chieti scalo)- WALTHER TOSTO Serbatoi Spa- deposito gas liquefatti
PROVINCIA DI PESCARA
  • CITTA' SANT'ANGELO- PIROTECNICA DI GIACOMO- esplosa il 25 luglio 2013
  • CITTA' SANT'ANGELO- COPEMA SRL- deposito gas liquefatti;
  • CITTA' SANT'ANGELO (C.da Gaglierano)- BROTHERS ALLEVI Fireworks Show srl- prod. e/o deposito esplosivi;
  • PESCARA- ABRUZZO COSTIERO SRL- deposito olii minerali;
  • PESCARA- BUTANGAS SRL- deposito gas liquefatti;
  • BUSSI- SOLVAY CHIMICA BUSSI SPA- stab. chimico o petrolchimico;
  • ALANNO (Zona ind.le)- ALANNOGAS SCARL- deposito gas liquefatti;
PROVINCIA DI TERAMO
  • TERAMO (Fraz. Specola)- DI MARCO GIUSEPPE E C. SAS- prod. e/o deposito esplosivi;
  • ANCARANO- ITALPANNELLI SRL- stab. chimico o petrolchimico;
  • MOSCIANO SANT'ANGELO (Zona Ind.le Mosciano Staz.)- LAREG 2 SRL- altro;
  • CELLINO ATTANASIO (C.da Faiete)- EDISON STOCCAGGIO SPA- stoccaggi sotterranei;
PROVINCIA DI L'AQUILA
  • L'AQUILA (Vasche di Pianola)- CENTROGAS SRL- deposito gas liquefatti;
  • L'AQUILA- ENERGAS SPA- deposito gas liquefatti;
  • L'AQUILA (Assergi)- Laboratorio Naz. Gran Sasso- altro;
  • BARISCIANO (Le Pastine)- BEYFIN SPA- deposito gas liquefatti;
  • ORICOLA- SIMAD SPA- prod. e/o deposito esplosivi;
  • AVEZZANO- MICRON TECHNOLOGY ITALIA SRL- altro;
  • TAGLIACOZZO (La Rifolta)- Pirotecnica PAOLELLI di Mattei Lorenza- prod. e/o deposito di esplosivi;
  • SULMONA- MAGNETI MARELLI- altro.
PER VISIONARE IL DOCUMENTO UFFICIALE AGGIORNATO AL MESE DI GIUGNO 2013 POTETE CLICCARE QUI

lunedì 22 luglio 2013

GLI "SPARI SOPRA" A LANCIANO: CI HANNO PORTATO LA GUERRA IN CASA. ADESSO BASTA: RESTITUITE SUBITO L'AREA DELL'IPPODROMO ALLA CITTA' ED ALLA SUA VERA FUNZIONE.

AGGIORNAMENTO DEL 17 AGOSTO 2013

da "IL CENTRO" del 15 agosto 2013 (+ commenti dei lettori):
  
  • Chi sono i titolari della ditta che ha realizzato i fuochi e che, pudicamente non vengono nominati nell'articolo? (noi un piccolo sospetto ce l'abbiamo...)
  • Visti i risultati (Città Sant'Angelo, Lanciano, Casalbordino, Guardiagrele, ecc.) quali garanzie di professionalità e di sicurezza possono dare queste ditte?
  • Lo sapete che lì vicino, a Casalbordino, ben visibile dalla statale, c'è un impianto (Sabino Esplodenti) che provvede alla smilitarizzazione di tutti i tipi di arma da fuoco anche mediante combustione?
  • E se un incendio arriva da quelle parti che succede???

I fuochi d'artificio provocano un incendio, ferrovia bloccata a Casalbordino

Incendio sul lungomare subito dopo i fuochi sparati durante la processione dell'Assunta. Sul posto vigili del fuoco e protezione civile. Ritardi nella linea ferroviaria adriatica 
CASALBORDINO. Il maestrale, le alte temperature e le sterpaglie. Un mix ideale per creare un incendio. E per farlo partire può bastare anche una scintilla partita da un fuoco d'artificio. E' accaduto a Casalbordino, nel giorno di Ferragosto, e l'incendio, sebbene di dimensioni limitate, ha causato la chiusura momentanea del traffico ferroviario lungo la linea Adriatica.
Il rogo è partito sul lungomare non molto distante dall'Hotel Calgary al termine della processione in onore di Maria Assunta in cielo. A farlo partire sarebbero stati alcuni residui di fuochi d'artificio sparati in onore della Santa. L'incendio è partito in un terreno tra la strada e la ferrovia, a pochi metri dalla spiaggia. La vegetazione secca e il vento hanno fatto il resto. Le fiamme sono arrivate al tracciato ferroviario e hanno scavalcato le rotaie causando una temporanea interruzione della linea.
Sul posto si sono precipitati sia i titolari della ditta che aveva realizzato i fuochi sia i volontari della Protezione Civile. Ma per domare l'incendio è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco di Casalbordino che hanno rimesso in sicurezza la zona.

15 agosto 2013
  • Luca Di D · Top Commentator · Università degli Studi dell'Aquila
    La dovete smettere con questi fuochi.
  • Mauro De Flaviis · Top Commentator
    quando ridurremo questa usanza ad ambiti limitati, festival di area e non a tutte le feste patronali, avremo capito la lezione delle esplosioni di qualche settimana fa onorandone le vittime. Dai fuochi d'artificio solo danni: nella preparazione, nel trasporto, nella esplosione per lesioni e ustioni e danni oculari a persone ed animali, a cose per gli incendi, agli animali selvatici per i danni che si autoarrecano nella fuga, all'ambiente per le emissioni gassose ed i residui solidi nell'aria (polveri fini ricche di metalli pesanti) e a terra, di nuovo alle persone ed animali per la respirazione delle polveri e fumi dagli scoppi, per i danni all'udito, ... Tutto ciò è compensato dalla gratificazione di guardare i fuochi? E non parliamo dei meri costi di acquisto.
  • Daniele Di Biase · ITCG F. Palizzi
    allora hanno fatto bene a Termoli a rinviare.......
  • Vincenzo De Ritis
    Non ci mettono giudizio...
    • Alex Ricci · Lavora presso Artigiano autonomo
      l'8 agosto è successo anche a Guardiagrele... hanno piazzato i fuochi in mezzo ai cespugli... si è acceso un bel fuocaraccio ed è stato necessario l'intervento fei pompieri...senza parole...
  • Romina de Camillis · Istituto tecnico commerciale Algeri Marino
    E basta bruciare soldi al vento.....con il rischio anche di creare danni
  • Daniele Ritucci
    i soldi spesi per i fuochi usiamoli per altri scopi, sarebbe meglio
AGGIORNAMENTO DEL 25 LUGLIO: ECCO PER CHI NON L'AVESSE CAPITO COSA INTENDEVAMO PER "CI HANNO PORTATO LA GUERRA IN CASA": A CITTA' SANT'ANGELO OGGI E' ESPLOSA LA FABBRICA PIROTECNICA "DI GIACOMO" CAUSANDO MORTI, FERITI E DISTRUZIONE PER CHILOMETRI (leggi la notizia su PRIMADANOI.IT cliccando QUI ).
LA DITTA DI GIACOMO E' INCLUSA NELL'ELENCO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE DEI 26 STABILIMENTI ABRUZZESI AD ALTO RISCHIO, ELENCO DEL QUALE FA PARTE ANCHE LA DITTA "ESPLODENTI SABINO di SALVATORE" DI CASALBORDINO CHE OLTRE AI FUOCHI D'ARTIFICIO PROVVEDE ALLA SMILITARIZZAZIONE DI TUTTI I TIPI DI ARMA DA GUERRA.
POSSIAMO DORMIRE SONNI TRANQUILLI E GODERCI IL FESTIVAL PIROTECNICO GIA' COMINCIATO...
(Visitate la pagina del Blog "IMPIANTI A RISCHIO IN ABRUZZO" per avere un quadro completo della situazione). 

AREA IPPODROMO SOTTO SEQUESTRO
Parco giochi: CHIUSO
Pista: CHIUSA
Campo di calcio: CHIUSO 
Evento sportivo "Pepe Village": BLOCCATO.
GRAZIE al "festival pirotecnico"!
GRAZIE ai "Salvatori" della Patria!
GRAZIE agli Amministratori col "botto"! 
E ADESSO RIPRENDETEVI GLI "EVENTI PIRICI" E RIDATECI QUELLO CHE CI SPETTA!
 
L'inaudito e gravissimo incidente avvenuto domenica sera all'interno dell'Ippodromo di Lanciano nel quale un bambino di 10 anni si è visto amputare 4 dita di una mano per l'esplosione di un ordigno dopo che in quell'area la sera precedente si era svolta la prima serata del "festival pirotecnico" riporta drammaticamente alla ribalta il tema dell'uso di quella zona che va risolto una volta per tutte prima che ci scappi il morto o che avvengano fatti  ancora più gravi.

In merito all'episodio in sè la prima richiesta che facciamo è che vengano accertate tutte le responsabilità, a tutti i livelli e di qualsiasi natura, perchè cose del genere non avvengano mai più e che un luogo come quello, destinato allo svago ed al divertimento soprattutto di bambini e ragazzi, non sia trasformato in un inferno, com'è purtroppo accaduto alla sfortunata vittima.

La prima domanda che ci poniamo è questa: era proprio necessario questo "festival pirotecnico" in una Città come Lanciano che ha già per tradizione diverse giornate dedicate ai fuochi d'artificio? 
Oltretutto per il presidente di "Eventi pirici" Vittorio Salvatore, titolare insieme al figlio Gianluca della "Esplodenti Sabino srl" di Casalbordino (azienda inserita dal Ministero dell'Ambiente tra quelle ad alto rischio nell'"inventario degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti" [vedi l'elenco aggiornato QUI ]), questo tipo di attività già da tempo rappresenta una fetta del tutto marginale del proprio poderoso volume di affari. Più che altro una passerella per la benevolenza popolare.

Infatti, per chi non lo sapesse ancora, "La Esplodenti Sabino Srl è a Vostra disposizione per qualsiasi esigenza di demilitarizzazione, distruzione di esplosivi, consulenza per la bonifiche di terreni da ordigni bellici, inertizzazione air-bag, pretensionatori e razzi da segnalazione." 
 "Attualmente tutti i tipi di munizionamento convenzionale, bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi, mine navali etc. vengono demilitarizzati nel pieno rispetto delle normative vigenti."
Per quanto riguarda il ramo militare:
 

DEMILITARIZZAZIONE
DEMILITARIZZAZIONE DI TUTTI I TIPI DI MUNIZIONAMENTO CONVENZIONALE, SISTEMI D’ARMA, MISSILI, TESTE DI GUERRA, BOMBE D’AEREO, MINE NAVALI, CARICHE DI PROFONDITA’, MINE ANTICARRO, MINE ANTIPERSONALI etc.
LA DEMILITARIZZAZIONE AVVIENE ATTRAVERSO IL RECUPERO DELLA MAGGIOR PARTE DEI COMPONENTI, UTILIZZANDO GLI STESSI PER APPLICAZIONI IN CAMPO CIVILE. GLI IMPIANTI PRINCIPALI UTILIZZATI SONO:



- FORNO STATICO PER LA BRUCIATURA DI ESPLOSIVI, POLVERI DI LANCIO E PROPELLENTI COMPOSTI
- FORNI ROTATIVI APE 1236
- FUSIONE ESPLOSIVI
- TAGLIO

DEMILITARIZZAZIONE CON CRIOFRATTURA
SISTEMI AUTOMATICI PER LA CRIOFRANTUMAZIONE DI MANUFATTI ESPLOSIVI MILITARI (SUB AMMUNITION E MUNIZIONI DI PICCOLO CALIBRO).
ATTRAVERSO IL CONGELAMENTO DEL MUNIZIONAMENTO E/O SUOI COMPONENTI SI PROVVEDE ALLA FRANTUMAZIONE CON LA SUCCESSIVA SEPARAZIONE DEI VARI COMPONENTI.

TERMODISTRUZIONE
ESPLOSIVI E PROPELLENTI
TERMODISTRUZIONE IN FORNI, DOTATI DI ABBATTIMENTO FUMI, DI ESPLOSIVI, PROPELLENTI, CANISTER, MISCELE ILLUMINANTI E POLVERI DI LANCIO.

(tutte le citazioni tra virgolette e in corsivo sono tratte dal sito ufficiale che potete visitare cliccando sul seguente indirizzo http://www.esplodentisabino.com/esplodenti/index.html ).
 

Alla faccia delle centrali a biomasse e biogas!! 
Senz'altro tutto a norma, ma sappiamo perfettamente come si possa inquinare, e tanto, anche rispettando le leggi e lo sanno bene i contadini  intorno alla ciminiera fumante a due passi dal mare che ci risulta abbiano anche denunciato qualcosa al riguardo.
Insomma benefattori a Lanciano, un pò meno a Casalbordino.

Ma torniamo alla destinazione d'uso dell'area dell'Ippodromo.
Qui ci appelliamo ai nostri Amministratori che hanno il dovere anche morale di risolvere la questione una volta per tutte, vista la storica carenza di aree verdi.
SONO TRENT'ANNI CHE LE PERSONE PIU' LUNGIMIRANTI DI QUESTA CITTA' CHIEDONO CHE L'AREA DELL'IPPODROMO DIVENTI A TUTTI GLI EFFETTI IL POLMONE VERDE DI LANCIANO, COM'E' GIUSTO E NATURALE CHE SIA, CON LA CONSEGUENTE PIANTUMAZIONE DI ALBERI AD ALTO FUSTO, L'INSTALLAZIONE DI PICCOLE ATTREZZATURE PER UNA MIGLIORE FRUIZIONE (panchine, lampioni, ecc.) E SOPRATTUTTO UNA COSTANTE MANUTENZIONE, CONTROLLO E PULIZIA DEGLI SPAZI. 
LA SUA FUNZIONE DEV'ESSERE UNA E UNA SOLA: BASTA CON GLI IBRIDI CHE POI CREANO DISAGI E PURTROPPO INCIDENTI.
Attualmente quell'area è aperta anche la notte ma chi vi si addentra sa in che condizioni versa: mancanza di illuminazione, sporcizia, scarsa sorveglianza. I tanti ragazzi che la frequentano anche la notte lo fanno a loro rischio e pericolo. TUTTO QUESTO E' INAMMISSIBILE!
IL SINDACO DI LANCIANO FACCIA CHIAREZZA AL PIU' PRESTO E SOPRATTUTTO SI DIA IMMEDIATAMENTE DA FARE PER RISOLVERE TUTTI GLI INTRALCI CHE RIGUARDANO QUELL'AREA (vedi la concessione ai privati), PER RENDERLA AL PIU' PRESTO UN VERO PARCO E  RESTITUIRLA NELLE MIGLIORI CONDIZIONI ALLA SUA COMUNITA'.

SAREBBE UN VERO ATTO DI AMORE NEI CONFRONTI DELLA NOSTRA CITTA'.

nuovo senso civico


martedì 16 luglio 2013

GIOVEDI' 18 IN PULLMAN A L'AQUILA PER FERMARE LA RAFFINERIA DI BOMBA

AGGIORNAMENTO DEL 23 LUGLIO: RICONVOCATA LA COMMISSIONE V.I.A. A L'AQUILA GIOVEDI' 25 LUGLIO.
 
AGGIORNAMENTO DEL 19 LUGLIO: LA DISCUSSIONE ALLA COMMISSIONE V.I.A. E' STATA RIMANDATA A DATA DA DESTINARSI. CERCANO DI PRENDERCI PER SFINIMENTO MA NON CI RIUSCIRANNO: SAREMO LI' IN QUALSIASI MOMENTO A DIFENDERE LA NOSTRA REGIONE E LA NOSTRA GENTE DAI PIRATI E DAI SACCHEGGIATORI!
FERMIAMOLI!!
GIOVEDI' PROSSIMO 18 LUGLIO ENNESIMO ATTO DELLA STORIA INFINITA DELLA RAFFINERIA FOREST A BOMBA: ANCORA UNA VOLTA SI RIUNISCE LA COMMISSIONE V.I.A. DELLA REGIONE ABRUZZO.
ANCORA?? ADESSO CI SIAMO PROPRIO STUFATI: VE NE DOVETE ANDARE, E AL PIU' PRESTO. BASTA CON I BALLETTI E LE FURBATE COMPLICI: QUI NON VI VUOLE NESSUNO!!

ABBIAMO ORGANIZZATO UN PULLMAN CHE PARTE ALLE ORE 14,45 DI GIOVEDI' DALLA ROTONDA ADIACENTE AL CASELLO AUTOSTRADALE DI LANCIANO. VI CHIEDIAMO DI PRENOTARE AL TEL.337-664008 (ANCHE CON UN SMS).

DIMOSTRIAMO NON SOLO A PAROLE CHE AMIAMO LA NOSTRA SPLENDIDA REGIONE E CHE LA DIFENDEREMO CON TUTTE LE NOSTRE FORZE DA CHI LA VUOLE SACCHEGGIARE E DEVASTARE!

(PER UN RIEPILOGO SUI FATTI DI BOMBA CLICCA QUI )
NUOVO SENSO CIVICO

venerdì 12 luglio 2013

DEDICATO AGLI AMANTI DEL TRAFFICO: ASCOLTATE ALMENO LA SCIENZA. (CON UN APPELLO AGLI AMMINISTRATORI PER IL PGTU)

Una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali "Lancet Oncology" ha pubblicato uno studio in cui ancora una volta viene dimostrata la stretta consequenzialità tra inquinamento atmosferico e sviluppo di malattie tumorali spesso mortali.

Tra i 9 paesi coinvolti nella ricerca l'Italia risulta essere il più inquinato e non è un caso che sia anche quello ai vertici in Europa nel numero di automobili rispetto agli abitanti (61 veicoli ogni 100) e addirittura al 6° posto assoluto nel mondo (dati della Divisione Statistica delle Nazioni Unite riferiti al 2010): una vera follia se consideriamo anche la nostra conformazione geografica e urbanistica.
Naturalmente non c'è solo il traffico motorizzato ma anche le emissioni industriali, gli impianti di riscaldamento, gli inceneritori e le centrali a biomasse, ecc., ecc., ma questo rappresenta la prima fonte di inquinamento delle aree urbane ed è quindi fondamentale affrontarlo con decisione.

Dopo gli svariati avvertimenti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che abbiamo puntualmente riportato su queste pagine, lo studio di LANCET è un ulteriore grido di allarme rivolto soprattutto a chi ha il potere di decidere ed intervenire attraverso politiche non più rinviabili di drastica riduzione delle fonti di inquinamento, cominciando dalla mobilità urbana.

A livello locale non possono non tenerne conto i nostri Amministratori che sono alle prese con la definitiva approvazione del "Piano Generale del Traffico Urbano" (potete visionare QUI le "Osservazioni" di NSC). Non ci stancheremo mai di ripetere che, a cominciare dal Sindaco, è un loro obbligo difendere la salute ed il benessere collettivo dei loro concittadini senza farsi influenzare da fuorvianti e deleteri interessi di parte.

Il PGTU riguarda l'organizzazione della vita quotidiana di tutti i cittadini, non è solo uno strumento per smaltire la circolazione delle automobili. Per questo ci saremmo aspettati il coinvolgimento di tutti gli Assessorati, compreso quello a cui sono affidate le politiche sociali, perchè siano difesi i diritti soprattutto delle fasce più deboli.

L'appello accorato a tutti gli Amministratori, Sindaco, Assessori e Consiglieri di maggioranza e di opposizione, è che non sprechino un'occasione storica di questo genere per migliorare la vita dell'intera Comunità.

Franco Mastrangelo - NUOVO SENSO CIVICO

Qui di seguito pubblichiamo da "QN- Quotidiano Nazionale" un articolo sullo studio di Lancet Oncology":

Tumori al polmone, c'è la prova:
sono collegati all'inquinamento

Secondo uno studio europeo l'Italia è il paese più inquinato tra i 9 coinvolti nella ricerca. Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati

Roma, 10 luglio 2013 - Uno studio europeo che ha coinvolto i ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha dimostrato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori al polmone. Tra i 9 paesi europei coinvolti l'Italia è risultato il paese più inquinato.  Lo studio è stato pubblicato su Lancet Oncology ed è stato realizzato su oltre 300.000 persone. E' servito a dimostrare che più alta è la concentrazione di inquinanti nell'aria e maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. E' inoltre emerso che i centri italiani monitorati hanno la più alta presenza di inquinanti.

DETTAGLI DELLO STUDIO - Allo studio hanno collaborato 36 centri europei, oltre 50 ricercatori. Ha contribuito un gruppo di ricerca dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Lo studio pubblicato su Lancet Oncology fa parte del progetto europeo ESCAPE (European Study of Cohortes for Air Pollution Effects), che si propone l'obiettivo di studiare gli effetti a lungo termine dell'inquinamento atmosferico in Europa sulla salute dei cittadini.
Il lavoro ha riguardato 17 coorti per un totale di 312.944 persone di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne provenienti dai seguenti paesi europei: Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. In Italia le città interessate sono state Torino, Roma, Varese.  Le persone sono state reclutate negli anni '90 e sono state osservate per un periodo di circa 13 anni successivi al reclutamento, registrando per ciascuno gli spostamenti dal luogo di residenza iniziale. Del campione monitorato hanno sviluppato un cancro al polmone 2.095 individui. I casi di tumore sono stati poi analizzati in relazione all'esposizione all'inquinamento atmosferico nelle rispettive zone di residenza.  E' stato misurato in particolare l'inquinamento dovuto alle polveri sottili tossiche presenti nell'aria (particolato PM 10 e PM 2.5) dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali. Lo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo presenti nell'aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Tale percentuale sale al 51% per una particolare tipologia di tumore, l'adenocarcinoma. Questo e' l'unico tumore che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori lasciando quindi più spazio a cause non legate al fumo da sigaretta di espletare il loro effetto cancerogeno.
Inoltre si è visto che se nell'arco del periodo di osservazione un individuo non si è mai spostato dal luogo di residenza iniziale, dove si è registrato l'elevato tasso di inquinamento, il rischio di tumore al polmone raddoppia e triplica quello di adenocarcinoma.

NORMATIVE DELL'UE - Le attuali normative della Comunità europea in vigore dal 2010 stabiliscono che il particolato presente nell'aria deve mantenersi al di sotto dei 40 microgrammi per metro cubo per i PM 10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i PM 2.5. Questo studio, tuttavia, dimostra che anche rimanendo al di sotto di questi limiti, non si esclude del tutto il rischio di tumore al polmone, essendo l'effetto presente anche al di sotto di tali valori.

ITALIA - Dalla misurazione delle polveri sottili l'Italia è risultato essere tra i paesi europei più inquinati, infatti, in città come Torino e Roma sono stati rilevati in media rispettivamente 46 e 36 microgrammi al metro cubo di inquinanti PM 10 in confronto a una media europea decisamente più bassa (ad esempio a Oxford 16, a Copenaghen, 17).  Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. Da solo rappresenta circa il 20% di tutte le morti per tumore nel nostro Paese. Un italiano su cinque (20%) dichiara di avere problemi respiratori favoriti dal peggioramento della qualità dell'aria che si è verificato negli ultimi 10 anni secondo l'81% della popolazione nazionale. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sui dati Eurobarometro del 2013, in riferimento allo studio europeo pubblicato su Lancet Oncology.

SOLUZIONI - "Sul piano dei trasporti si pone dunque l'esigenza di avvicinare le zone di produzione a quelle di consumo favorendo ad esempio - sostiene la Coldiretti - nell'alimentare il consumo di prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. E' stato calcolato che - precisa la Coldiretti - un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre sedicimila km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei. Tra le soluzioni indicate dagli italiani per ridurre lo smog si segnala quello dello sviluppo delle energie rinnovabili indicate dal 77% della popolazione mentre solo l'11% degli italiani - conclude la Coldiretti - si dice favorevole al nucleare 




martedì 9 luglio 2013

LE CONSEGUENZE DEL PETROLIO

QUOTIDIANO BOLLETTINO DI GUERRA DEL PETROLIO

7 LUGLIO, Lac-Megantic (Canada)

Canada: treno esploso, 13 morti e 50 dispersi

Si aggrava il bilancio dei morti del disastro ferroviario di Lac-Megantic, nel Quebec


Lac  Megantic

Si aggrava il bilancio dei morti del disastro ferroviario di Lac-Megantic, nel Quebec, in Canada. Le vittime accertate del deragliamento del treno che trasportava petrolio sale a 13 dopo che oggi sono stati rinvenuti altri otto corpi. Lo afferma la polizia, stimando in 50 e non più in 40 le persone ancora disperse.

TRENO ESPLOSO: ALLARME, PETROLIO MINACCIA FIUME - L'incidente ferroviario nella città di Lac-Megantic rischia di avere anche un forte impatto ambientale. Secondo le autorità circa 100.000 litri di petrolio rischiano di finire nel fiume Saint-Laurent. "Tutte le risorse disponibili sono state dispiegate per limitare al massimo la quantità di petrolio che potrebbe finire nel fiume" affermano le autorità canadesi, ancora al lavoro dopo il deragliamento del treno che trasportava petrolio. (ANSA)

8 LUGLIO, Taranto (Italia)

Black out Eni, chiazza in mare a Taranto

Capitaneria di porto,tutto sotto controllo



  (ANSA) - ROMA, 8 LUG - In seguito a un black out nella raffineria Eni di Taranto, provocato forse da un fulmine, un grosso quantitativo di prodotto in serata e' stato sversato in mare.Una chiazza che ha prodotto un odore sgradevole.Sembrerebbe ''prodotto idrocarburico molto leggero'', secondo la Capitaneria di porto, che assicura che la situazione e' ''sotto controllo: la chiazza non si disperde al largo ma è tutta sotto costa, non c'é necessità di circoscriverla in mare".

 9 LUGLIO, Falconara (Italia)

Incendio alla raffineria API di Falconara Marittima


8 luglio, incendio Falconara Marittima
8 luglio, incendio Falconara Marittima
Alle 23,35 circa dell’8 luglio i cittadini falconaresi che abitano ai piani alti delle palazzine hanno visto i bagliori delle fiamme riflettersi sulle ciminiere della raffineria API di Falconara Marittima mentre un fumo denso cominciava a levarsi dallo stesso punto.
La torcia a mare improvvisamente ha allungato la fuoriuscita della lingua di fuoco.
Alcuni cittadini hanno chiamato i Vigili del Fuoco di Ancona per capire che cosa stava accadendo. Ancora pochi minuti ed è avvenuta una esplosione cupa (che documentiamo fotograficamente) seguita dalle alte fiamme e dal densissimo fumo nero in un primo momento trasportato verso la città e, successivamente deviato verso il mare dal cambio del vento.
Dalle prime informazione sembrerebbe che l’incendio sia avvenuto nell’impianto della desolforazione a causa della perdita di gasolio. Non sembra che, per fortuna, ci siano stati lavoratori coinvolti. Sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Ancona e Senigallia.
Alcuni impianti sono stati riavviati da poche settimane dopo un fermo totale di quasi sei mesi determinato dalla crisi del settore. (dal Blog di Oliviero Beha)

La prossima...OMBRINA?!?



lunedì 8 luglio 2013

LETTERA AL MINISTRO ORLANDO PER L'ABOLIZIONE DEGLI INCENTIVI ALLA COMBUSTIONE DI BIOMASSE

Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il Prof.Federico Valerio ha inviato al Ministro dell'Ambiente Orlando per invitarlo ad abolire gli incentivi alla combustione delle biomasse.
E' un problema molto attuale nella nostra Regione (vedi il recente caso "D'Auria") dove stanno proliferando progetti di questo tipo "incompatibili con le normative a tutela della salute" e, aggiungiamo, molto spesso con la stessa economia di zona.
Per questo ci uniamo volentieri a questo appello che parte da una delle più autorevoli personalità in argomento.

Il Ministro dell'Ambiente Orlando ha dichiarato che il governo, per abbassare il costo dell'energia, vuole rivedere il sistema degli incentivi ai produttori di energia rinnovabile " Sicuramente dobbiamo rimodularli e capire anche esattamente quali settori vanno più incentivati e su quali settori è opportuno fare un primo bilancio".

Visto quello che il governo Letta ha già deciso di continuare ad incentivare la produzione di elettricità bruciando rifiuti nei tanto decantati termovalorizzatori  "in considerazione della particolare utilità sociale di tali impianti" non mi faccio molte illusioni, ma provo ancora una molta a mandare saggi consigli al neo Ministro, con questa lettera aperta.

"Caro Ministro Orlando,

per abbassare veramente il costo dell'energia, occorre intervenire anche sulla voce A3 della bolletta elettrica, tassa introdotta per incentivare le fonti di energia rinnovabile.
Il Governo non può ignorare che con le combustioni di biomasse solide e liquide si produce una significativa emissione di inquinanti tossici (dagli ossidi di azoto, alle diossine, alle polveri sottili) incompatibili con le normative a tutela della salute.
Converrà che questo inquinamento, assolutamente non obbligato, non può essere incentivato con danaro pubblico pagato da famiglie, aziende ed Enti Pubblici.

Inoltre, se nessuno l'ha informata, deve sapere che il meccanismo legislativo che incentiva solo la produzione di elettricità sta provocando un pesante spreco energetico, sotto forma di calore letteralmente buttato in atmosfera, pari al 70-80% del potere energetico dei biocombustili usati, in quanto le reti di teleriscaldamento sono costosissime e quasi sempre non sono realizzate.

Un emendamento all'attuale normativa  dovrebbe, da subito, abolire per i nuovi impianti tutti gli incentivi alla produzione di elettricità tramite combustione, gassificazione, pirolisi di biomasse.

Stessa abolizione deve essere prevista per i nuovi impianti a biogas che utilizzano prodotti agricoli ad elevato consumo di energia (fertilizzanti) e acqua, come mais e girasole. In questo caso, i bilanci energetici sono spesso negativi: l'energia prodotta è inferiore a quella necessaria per la produzione agricola.

E ancora una volta converrà che non sia possibile, con denaro pubblico, incentivare questi sprechi.

Per gli impianti già operativi bisogna verificare se legalmente è possibile una progressiva riduzione degli incentivi,

Sono certo che i suoi collaboratori al Ministero, nell'interesse del Paese, sapranno trovare  la strada giusta per eliminare rapidamente questi inutili e dannosi finanziamenti a soggetti privati.

Incentivi, adeguatamente ridotti, possono essere ammessi solo per impianti alimentati a biomasse, strettamente cogenerativi (con utilizzo totale di elettricità e calore), a patto che sia dimostrato che il bilancio di massa degli inquinanti emessi nel territorio coinvolto dalle ricadute dell'impianto proposto, sia uguale o minore a quello precedente all'entrata in funzione dell'impianto a biomasse.

Tale regola è già stata introdotta nelle leggi regionali di Piemonte e Emilia Romagna e per la cronaca, la informo che questa regola può essere rispettata solo se l'impianto di cogenerazione alimentato a biomasse sostituisce impianti termici alimentati a legna.

Se il combustibile normalmente usato per il riscaldamento è il metano, non c'è partita; qualunque impianto a metano, a parità di energia prodotta, inquina molto meno di qualunque altra biomassa solida e liquida.

A mio giudizio occorre una seria riflessione per far si che gli attuali impianti a biogas possano essere convertiti alla produzione di biometano da immettere in rete, in sostituzione del metano fossile.

Per far questa scelta strategica, bisogna potenziare i trattamenti di depurazione del biogas grezzo già esistenti, che trattano con la digestione anaerobica rifiuti organici, fanghi di depurazione, effluenti di allevamenti animali.

In sostanza bisogna ridurre ulteriormente la concentrazione di anidride carbonica presente nel biogas, per aumentare il suo potere calorifico e diminuire la concentrazione di composti solforati per rendere il biometano compatibile con gli attuali impianti di distribuzione del gas,

Un modo per avviare questa interessante filiera produttiva, potrebbe essere quello di rendere competivo il costo del biometano, rispetto a quello del metano fossile, abolendo, a favore del biometano, tutte le tasse e accise che gravano sul metano e riducendo o annullando l'IVA per un numero congruo di anni, tale da incentivare la riconversione degli attuali impianti a biogas e la realizzazione di nuovi impianti finalizzati alla produzione di biometano da immettere in rete e/o da utilizzare per autotrazione leggera e pesante.

Certo del suo interessamento e a disposizione per ogni ulteriore richiesta di chiarimento.

Federico Valerio

Chimico Ambientale
Comitato Tecnico Scientifico Legge Iniziativa Popolare Rifiuti Zero "

venerdì 5 luglio 2013

NUOVA PAGINA DEL BLOG DI NSC SUL PETROLIO IN ABRUZZO

Inauguriamo oggi la nuova pagina del Blog di NSC intitolata "IL PETROLIO IN ABRUZZO" che contiene tutte le informazioni su istanze, permessi, concessioni, ecc. sia in terra che in mare e che cercheremo di tenere sempre aggiornata.

Vi invitiamo a visitarla periodicamente per rendervi conto di qual'è la minaccia che stiamo subendo.

Per raggiungerla potete cliccare QUI oppure sull'elenco sotto la testata del Blog.

All'arrembaggio dei pirati sapremo ripondere per le rime!

NUOVO SENSO CIVICO

giovedì 4 luglio 2013

DIRE FARE AVVELENARE


Siamo alle solite: i Governi passano (e li fanno passare) ma gli affari hanno sempre la precedenza sulla salute delle persone che può tranquillamente andare a farsi...benedire.

Badate bene, parliamo di "affari" e non di "lavoro" perchè su queste pagine abbiamo più volte dimostrato come lavoro e salute non solo possono andare perfettamente d'accordo, ma anzi si alimentano a vicenda con vantaggi diffusi per tutti. E questo è il problema perchè al contrario gli "affari", soprattutto quelli grossi, riguardano sempre poche persone e sempre le stesse...

Già qualche mese fa avevamo segnalato come il nostro Abruzzo (sbandierato nelle fiere come "Regione Verde d'Europa") stia subendo un attacco letale a tutto campo che rischia di stravolgerlo completamente (vedi QUI ).

Adesso il WWF si accorge che nel tanto vantato "Decreto del fare" del Governo Letta, si annidano altre polpette avvelenate per l'Abruzzo, che però sapremo rimandare al mittente insieme a "Ombrina" e a tutto il resto.

Di seguito riportiamo il comunicato del WWF mentre collegandovi QUI potrete leggere l'articolo apparso su PRIMADANOI.IT.

Forza e coraggio!


BUSSI, GOVERNO AZZERA LE BONIFICHE? GLI INTERESSI ECONOMICI PREVALGONO SULLA SALUTE

COMUNICATO STAMPA WWF ABRUZZO DEL 4 LUGLIO 2013

Colpo di spugna sulla bonifica a Bussi?
Con il “Decreto del Fare” la salute dei cittadini subordinata al
profitto delle aziende.

Nel provvedimento anche una nuova spinta a favore della Centrale
Powercrop ad Avezzano.

Il WWF: inaccettabile, i parlamentari abruzzesi assicurino l'impegno per
cambiare le norme in sede di conversione in legge.

Il WWF lancia un appello ai parlamentari eletti nella regione affinché
si mobilitino nei prossimi giorni per tutelare la salute e l'ambiente
degli abruzzesi cambiando due norme letteralmente dirompenti contenute
nel cosiddetto “Decreto del Fare” che ora è all'esame del Parlamento per
la conversione in legge. Infatti, il testo voluto dal Governo può
portare ad effetti gravissimi sulla questione della bonifica del sito di
Bussi (nonché di tutti i siti inquinati presenti nella regione, come il
Saline-Alento e l'area industriale di Chieti) e sulla vicenda della
Centrale Powercrop ad Avezzano.
La prima norma, contenuta nell'art.41, riguarda le bonifiche dei siti
inquinati. Addirittura, anche in caso di conclamato impatto sulla salute
dei cittadini (invitiamo a leggere l'incredibile formulazione del
testo!), si subordina la rimozione delle cause che hanno portato
all'inquinamento delle falde acquifere alle esigenze economiche delle
aziende coinvolte
. Sostanzialmente, in caso di “insostenibilità
economica” (il decreto non precisa neanche in che termini, basterà
un'autocertificazione?), invece di rimuovere terreni inquinati e rifiuti
sotterrati si potrà agire solo sugli effetti
e, cioè, limitarsi a
trattare le acque inquinate, senza limiti di tempo. Si interviene,
quindi, sui sintomi e non sulla cura della malattia. A peggiorare, se
possibile, il quadro, il decreto indica che il trattamento delle acque
deve assicurare solo una “attenuazione” e “riduzione” del livello degli
inquinanti che fuoriescono dal sito inquinato attraverso le acque, senza
precisare valori. Pertanto se si passa da valori 1000 volte superiori ai
limiti a “solo” 500 volte le soglie, un'azienda potrebbe dire di aver
rispettato il dettato del Decreto? Il tutto per sostanze cancerogene e
tossiche con impatto devastante e, in alcuni casi, permanente,
sull'ambiente e sulla salute della popolazione. Il caso di Bussi
potrebbe essere paradigmatico per l'applicazione di queste incredibili
norme che mettono alla mercé del profitto il diritto alla salute, visto
che la vera bonifica potrebbe essere rimandata sine die facendo
permanere per i prossimi decenni il solo trattamento delle acque a valle
dell'area inquinata.
La seconda norma, contenuta nell'Art.9, a prima vista appare sacrosanta,
visto che si applica ai casi di mancata spesa dei fondi comunitari,
arrivando a commissariare le realtà che presentano ritardi. In realtà,
il provvedimento di commissariamento può arrivare non solo per superare
“inadempienze” ma anche per scavalcare non meglio precisate “criticità”
facilitando l'iter amministrativo. La Regione sarebbe solo “sentita”
prima del Commissariamento.
Nel caso della mega-centrale a biomasse
Powercrop, su cui il consiglio regionale ha espresso un chiaro dissenso,
è facile prevedere la riproposizione di un commissario, dopo che quello
nominato recentemente è decaduto a seguito della dichiarazione di
incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale di una norma
voluta dal Governo Monti nel 2012 delle stesso tenore di quella
rientrata ora dalla finestra nel cosiddetto “Decreto del Fare”.

qui sotto il testo dei due articoli citati del Decreto.
ARTICOLO 41.

(Disposizioni in materia ambientale).

1. L’articolo 243 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e
successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

« ART. 243. (Gestione delle acque sotterranee emunte) 1. Nei casi in cui
le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio
sanitario, oltre all’eliminazione della fonte di contaminazione ove
possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate
misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi
alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e
risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla parte terza.

2. Gli interventi di conterminazione fisica o idraulica con emungimento
e trattamento delle acque di falda contaminate sono ammessi solo nei
casi in cui non è altrimenti possibile eliminare,
prevenire o ridurre a livelli accettabili il rischio sanitario associato
alla circolazione e alla diffusione delle stesse. Nel rispetto dei
princìpi di risparmio idrico di cui al comma 1, in tali evenienze
deve essere valutata la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque
emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito stesso o ai fini di
cui al comma 6.

3. Ove non si proceda ai sensi dei commi 1 e 2, l’immissione di acque
emunte in corpi idrici superficiali o in fognatura deve avvenire previo
trattamento depurativo da effettuare presso un apposito impianto di
trattamento delle acque di falda o presso gli impianti di trattamento
delle acque reflue industriali esistenti e in esercizio in loco, che
risultino tecnicamente idonei.

4. Le acque emunte convogliate tramite un sistema stabile di
collettamento che collega senza soluzione di continuità il punto di
prelievo di tali acque con il punto di immissione delle stesse, previo
trattamento di depurazione, in corpo ricettore, sono assimilate alle
acque reflue industriali che provengono da uno scarico e come tali
soggette al regime di cui alla parte terza.

5. In deroga a quanto previsto dal comma 1 dell’articolo 104, ai soli
fini della bonifica delle acque sotterranee, è ammessa la reimmissione,
previo trattamento, delle acque sotterranee nello stesso acquifero da
cui sono emunte. Il progetto previsto all’articolo 242 deve indicare la
tipologia di trattamento, le caratteristiche quali-quantitative delle
acque reimmesse, le modalità di reimmissione e le misure di messa in
sicurezza della porzione di acquifero interessato dal sistema di
estrazione e reimmissione. Le acque emunte possono essere reimmesse,
anche mediante reiterati cicli di emungimento e reim missione, nel
medesimo acquifero ai soli fini della bonifica dello stesso, previo
trattamento in un impianto idoneo che ne riduca in modo effettivo la
contaminazione, e non devono contenere altre acque di scarico né altre
sostanze.

6. In ogni caso le attività di cui ai commi 2, 3, 4 e 5 devono garantire
un’effettiva riduzione dei carichi inquinanti immessi nel l’ambiente; a
tal fine i valori limite di emissione degli scarichi degli
impianti di trattamento delle acque di falda contaminate emunte sono
determinati in massa.».


ARTICOLO 9.

(Accelerazione nell’utilizzazione dei fondi strutturali europei).

2. Al fine di non incorrere nelle sanzioni previste dall’ordinamento
dell’Unione europea per i casi di mancata attuazione dei programmi e dei
progetti cofinanziati con fondi strutturali europei e di
sottoutilizzazione dei relativi finanziamenti, relativamente alla
programmazione 2007-2013, lo Stato, o la Regione, ove accertino ritardi
ingiustificati nell’adozione di atti di competenza degli enti
territoriali, possono intervenire in via di sussidiarietà, sostituendosi
all’ente inadempiente secondo quanto disposto dai commi 3 e 4 del
presente articolo.

3. Le amministrazioni competenti all’utilizzazione dei diversi fondi
strutturali, nei casi in cui riscontrino criticità nelle procedure di
attuazione dei programmi, dei progetti e degli interventi di cui al
comma 2, riguardanti la programmazione 2007-2013, convocano una
Conferenza di servizi al fine di individuare le inadempienze e
accertarne le eventuali cause, rimuovendo, ove possibile, gli ostacoli
verificatisi.

4. Ove non sia stato possibile superare le eventuali inadempienze nel
corso della Conferenza di servizi di cui al comma 3, le amministrazioni,
per la parte relativa alla propria competenza, comunicano all’ente
territoriale inadempiente i motivi di ritardo nell’attuazione dei
programmi, progetti e interventi di cui al comma 2 e indicano quali
iniziative ed atti da adottare. In caso di ulteriore mancato
adempimento, entro il termine di 30 giorni dalla comunicazione,
l’amministrazione dello Stato, sentite le Regioni interessate, adotta le
iniziative necessarie al superamento delle criticità riscontrate,
eventualmente sostituendosi all’ente inadempiente attraverso la nomina
di uno o più commissari ad acta.