venerdì 12 luglio 2013

DEDICATO AGLI AMANTI DEL TRAFFICO: ASCOLTATE ALMENO LA SCIENZA. (CON UN APPELLO AGLI AMMINISTRATORI PER IL PGTU)

Una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali "Lancet Oncology" ha pubblicato uno studio in cui ancora una volta viene dimostrata la stretta consequenzialità tra inquinamento atmosferico e sviluppo di malattie tumorali spesso mortali.

Tra i 9 paesi coinvolti nella ricerca l'Italia risulta essere il più inquinato e non è un caso che sia anche quello ai vertici in Europa nel numero di automobili rispetto agli abitanti (61 veicoli ogni 100) e addirittura al 6° posto assoluto nel mondo (dati della Divisione Statistica delle Nazioni Unite riferiti al 2010): una vera follia se consideriamo anche la nostra conformazione geografica e urbanistica.
Naturalmente non c'è solo il traffico motorizzato ma anche le emissioni industriali, gli impianti di riscaldamento, gli inceneritori e le centrali a biomasse, ecc., ecc., ma questo rappresenta la prima fonte di inquinamento delle aree urbane ed è quindi fondamentale affrontarlo con decisione.

Dopo gli svariati avvertimenti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che abbiamo puntualmente riportato su queste pagine, lo studio di LANCET è un ulteriore grido di allarme rivolto soprattutto a chi ha il potere di decidere ed intervenire attraverso politiche non più rinviabili di drastica riduzione delle fonti di inquinamento, cominciando dalla mobilità urbana.

A livello locale non possono non tenerne conto i nostri Amministratori che sono alle prese con la definitiva approvazione del "Piano Generale del Traffico Urbano" (potete visionare QUI le "Osservazioni" di NSC). Non ci stancheremo mai di ripetere che, a cominciare dal Sindaco, è un loro obbligo difendere la salute ed il benessere collettivo dei loro concittadini senza farsi influenzare da fuorvianti e deleteri interessi di parte.

Il PGTU riguarda l'organizzazione della vita quotidiana di tutti i cittadini, non è solo uno strumento per smaltire la circolazione delle automobili. Per questo ci saremmo aspettati il coinvolgimento di tutti gli Assessorati, compreso quello a cui sono affidate le politiche sociali, perchè siano difesi i diritti soprattutto delle fasce più deboli.

L'appello accorato a tutti gli Amministratori, Sindaco, Assessori e Consiglieri di maggioranza e di opposizione, è che non sprechino un'occasione storica di questo genere per migliorare la vita dell'intera Comunità.

Franco Mastrangelo - NUOVO SENSO CIVICO

Qui di seguito pubblichiamo da "QN- Quotidiano Nazionale" un articolo sullo studio di Lancet Oncology":

Tumori al polmone, c'è la prova:
sono collegati all'inquinamento

Secondo uno studio europeo l'Italia è il paese più inquinato tra i 9 coinvolti nella ricerca. Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati

Roma, 10 luglio 2013 - Uno studio europeo che ha coinvolto i ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha dimostrato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori al polmone. Tra i 9 paesi europei coinvolti l'Italia è risultato il paese più inquinato.  Lo studio è stato pubblicato su Lancet Oncology ed è stato realizzato su oltre 300.000 persone. E' servito a dimostrare che più alta è la concentrazione di inquinanti nell'aria e maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. E' inoltre emerso che i centri italiani monitorati hanno la più alta presenza di inquinanti.

DETTAGLI DELLO STUDIO - Allo studio hanno collaborato 36 centri europei, oltre 50 ricercatori. Ha contribuito un gruppo di ricerca dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Lo studio pubblicato su Lancet Oncology fa parte del progetto europeo ESCAPE (European Study of Cohortes for Air Pollution Effects), che si propone l'obiettivo di studiare gli effetti a lungo termine dell'inquinamento atmosferico in Europa sulla salute dei cittadini.
Il lavoro ha riguardato 17 coorti per un totale di 312.944 persone di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne provenienti dai seguenti paesi europei: Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. In Italia le città interessate sono state Torino, Roma, Varese.  Le persone sono state reclutate negli anni '90 e sono state osservate per un periodo di circa 13 anni successivi al reclutamento, registrando per ciascuno gli spostamenti dal luogo di residenza iniziale. Del campione monitorato hanno sviluppato un cancro al polmone 2.095 individui. I casi di tumore sono stati poi analizzati in relazione all'esposizione all'inquinamento atmosferico nelle rispettive zone di residenza.  E' stato misurato in particolare l'inquinamento dovuto alle polveri sottili tossiche presenti nell'aria (particolato PM 10 e PM 2.5) dovute in gran parte alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali. Lo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo presenti nell'aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Tale percentuale sale al 51% per una particolare tipologia di tumore, l'adenocarcinoma. Questo e' l'unico tumore che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori lasciando quindi più spazio a cause non legate al fumo da sigaretta di espletare il loro effetto cancerogeno.
Inoltre si è visto che se nell'arco del periodo di osservazione un individuo non si è mai spostato dal luogo di residenza iniziale, dove si è registrato l'elevato tasso di inquinamento, il rischio di tumore al polmone raddoppia e triplica quello di adenocarcinoma.

NORMATIVE DELL'UE - Le attuali normative della Comunità europea in vigore dal 2010 stabiliscono che il particolato presente nell'aria deve mantenersi al di sotto dei 40 microgrammi per metro cubo per i PM 10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i PM 2.5. Questo studio, tuttavia, dimostra che anche rimanendo al di sotto di questi limiti, non si esclude del tutto il rischio di tumore al polmone, essendo l'effetto presente anche al di sotto di tali valori.

ITALIA - Dalla misurazione delle polveri sottili l'Italia è risultato essere tra i paesi europei più inquinati, infatti, in città come Torino e Roma sono stati rilevati in media rispettivamente 46 e 36 microgrammi al metro cubo di inquinanti PM 10 in confronto a una media europea decisamente più bassa (ad esempio a Oxford 16, a Copenaghen, 17).  Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. Da solo rappresenta circa il 20% di tutte le morti per tumore nel nostro Paese. Un italiano su cinque (20%) dichiara di avere problemi respiratori favoriti dal peggioramento della qualità dell'aria che si è verificato negli ultimi 10 anni secondo l'81% della popolazione nazionale. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sui dati Eurobarometro del 2013, in riferimento allo studio europeo pubblicato su Lancet Oncology.

SOLUZIONI - "Sul piano dei trasporti si pone dunque l'esigenza di avvicinare le zone di produzione a quelle di consumo favorendo ad esempio - sostiene la Coldiretti - nell'alimentare il consumo di prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. E' stato calcolato che - precisa la Coldiretti - un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre sedicimila km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei. Tra le soluzioni indicate dagli italiani per ridurre lo smog si segnala quello dello sviluppo delle energie rinnovabili indicate dal 77% della popolazione mentre solo l'11% degli italiani - conclude la Coldiretti - si dice favorevole al nucleare 




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