mercoledì 13 novembre 2013

QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA


Dobbiamo sgombrare il campo una volta per tutte dall’enorme equivoco che tanti usano strumentalmente per impedire il consolidarsi di una coscienza diffusa sui temi ambientali: la lotta all’inquinamento non è argomento riservato a ecologisti fanatici, verdi d’assalto o ingenui amanti della natura ma è una questione di sopravvivenza che riguarda tutti senza distinzioni di orientamento politico o convincimenti personali.
E’stato finalmente stabilito in maniera perentoria dalle massime autorità sanitarie internazionali (leggi OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità) che L’INQUINAMENTO UCCIDE e che LE COMBUSTIONI DI QUALSIASI NATURA, dalle sigarette alle automobili agli inceneritori e via fumando, PROVOCANO MALATTIE DI OGNI GENERE FINO AL CANCRO.
Ma non siete stufi e infuriati per il quotidiano bollettino di guerra che spesso riguarda parenti, amici o persone care, terribilmente sempre più giovani? Pensate sia frutto del caso o di qualche castigo divino? No, purtroppo le risposte sono molto più a portata di mano (e di naso) e l’aspetto più odioso è che spesso tutti coloro che per il loro ruolo dovrebbero vigilare sulla salute pubblica sono i primi a infischiarsene altamente. Dobbiamo smetterla di essere indulgenti con chi, politico, amministratore, medico o funzionario obbligato dalla sua posizione a salvaguardare il benessere psico-fisico dell'intera collettività, non lo fa o fa finta di farlo. 

NON POTETE LAVARVI LA COSCIENZA FORNENDOCI LE MEDICINE DOPO CHE CI SIAMO AMMALATI MA DOVETE ELIMINARE IL PIU’ POSSIBILE LE CAUSE STESSE DELLE PATOLOGIE! Ormai sappiamo con certezza che le emissioni delle autovetture o i fumi che fuoriescono dalle ciminiere degli inceneritori, delle raffinerie o delle centrali a biomasse e biogas sono cancerogeni: ne consegue che il buon amministratore fa di tutto per impedire nuovi impianti del genere e lavora per ridurre drasticamente il danno dalle fonti già esistenti. Insomma si batte come un leone per la difesa della VITA, che è senz’altro l’attività più nobile che ci sia.
PREVENIRE E’ NON SOLO MOLTO PIU’ EFFICACE CHE CURARE MA FA  RISPARMIARE UNA MONTAGNA DI SOLDI che possono essere spesi per migliorare sempre più la qualità della vita.  Anche su questo versante esistono innumerevoli studi e tabelle che lo dimostrano, come ad esempio nel caso dei dissesti e disastri idrogeologici i cui costi per riparare il danno sono enormemente più elevati degli interventi preventivi per impedirli.  Non se ne può più dei sindaci che piangono ipocriti le vittime delle alluvioni chiedendo soldi allo Stato e poi il giorno dopo tornano imperterriti a cementificare e oltraggiare l’ambiente dando un’ulteriore spinta alle catastrofi che di “naturale” hanno ben poco!
Le battaglie contro i progetti nefasti pensati solo per speculazioni private e affari ristretti, dal petrolio alle biomasse, da nuove inutili strade a nuovi inutili palazzi, vanno combattute da tutte le persone indistintamente perché gli effetti negativi ricadono su ognuno di noi, che si voti a destra, a sinistra, al centro o si scelga l'astensione. E dobbiamo farlo anche al posto di chi non può e per tutti quelli che verranno.

E’ una questione di coscienza e dignità ma soprattutto di sopravvivenza.
Franco Mastrangelo
 
(per le altre "Note Stonate" clicca  QUI




"La crescita del Prodotto interno contraria alla vita"


DI VANDANA SHIVA
(Vandana Shiva, fisica quantistica ed economista militante ambientalista, è considerata la teorica più nota dell’ecologia sociale)
theguardian.com
L'ossessione della crescita ha travolto il nostro interesse per la sostenibilità, la giustizia e la dignità umana. Ma le persone non sono merci da usare e gettare - il valore della vita si trova fuori dallo sviluppo economico 

La crescita illimitata è la fantasia di economisti, imprese e politici. La vedono come una misura del progresso. Come risultato, il prodotto interno lordo (PIL), che dovrebbe misurare la ricchezza delle nazioni, è diventato sia il numero più potente che il concetto dominante del nostro tempo. Tuttavia, la crescita economica nasconde la povertà creata attraverso la distruzione della natura, la quale a sua volta porta a comunità incapaci di provvedere a se stesse.

Durante la seconda guerra mondiale il concetto di crescita fu presentato come una misura per la movimentazione delle risorse. Il PIL si basa sulla creazione di un confine artificiale e fittizio, il quale parte dal presupposto che se produci ciò che consumi, non produci. In effetti, la "crescita", misura la trasformazione della natura in denaro e dei beni comuni in merci.

Così i magnifici cicli naturali di rinnovamento dell’acqua e delle sostanze nutritive sono qualificati non produttivi. I contadini di tutto il mondo, che forniscono il 72% del cibo, non producono; le donne che coltivano o fanno la maggior parte dei lavori domestici non rispettano questo paradigma di crescita. Una foresta vivente non contribuisce alla crescita, ma quando gli alberi vengono tagliati e venduti come legname, abbiamo la crescita. Le società e le comunità sane non contribuiscono alla crescita, ma la malattia crea crescita attraverso, ad esempio, la vendita di medicine brevettate.

L'acqua disponibile come bene comune condiviso liberamente e protetto da tutti viene fornita a tutti. Tuttavia, essa non crea crescita. Ma quando la Coca-Cola impone una pianta, estrae l'acqua e con essa riempie le bottiglie di plastica, l'economia cresce. Ma questa crescita é basata sulla creazione di povertà - sia per la natura sia per le comunità locali. L'acqua estratta al di là della capacità della natura di rigenerarsi crea una carestia d'acqua. Le donne sono costrette a percorrere lunghe distanze in cerca di acqua potabile. Nel villaggio di Plachimada nel Kerala, quando la passeggiata per l'acqua è diventata 10 km, la tribale donna locale Mayilamma ha detto che il troppo è troppo. Non possiamo camminare ulteriormente, l'impianto della Coca-Cola deve chiudere. Il movimento che le donne incominciarono ha portato infine alla chiusura dello stabilimento.

Nella stessa ottica, l'evoluzione ci ha regalato il seme. Gli agricoltori lo hanno selezionato, allevato e lo hanno diversificato – esso è la base della produzione alimentare. Un seme che si rinnova e si moltiplica, produce semi per la prossima stagione, così come il cibo. Tuttavia, il contadino di razza e il contadino che salva i semi non sono visti come un contributo alla crescita. Ciò crea e rinnova la vita, ma non porta a profitti. La crescita inizia quando i semi vengono modificati, brevettati e geneticamente resi sterili, portando gli agricoltori ad essere costretti a comprare di più ogni stagione.

La natura si impoverisce, la biodiversità é erosa e una risorsa aperta libera si trasforma in una merce brevettata. L'acquisto di semi ogni anno é una ricetta per l'indebitamento dei poveri contadini dell'India. E da quando é stato istituito il monopolio dei semi, l'indebitamento degli agricoltori é aumentato. Dal 1995, oltre 270.000 agricoltori in India sono stati presi nella trappola del debito e si sono suicidati.

La povertà è anche ulteriore spreco quando i sistemi pubblici vengono privatizzati. La privatizzazione di acqua, elettricità, sanità e istruzione genera crescita attraverso i profitti. Ma genera anche povertà, costringendo la gente a spendere grandi quantità di denaro per ciò che era disponibile a costi accessibili come bene comune. Quando ogni aspetto della vita é commercializzato e mercificato, vivere diventa più costoso, e la gente diventa più povera.

Sia l'ecologia che l'economia sono nate dalla stessa radice - "oikos", la parola greca per casa. Fino a quando l'economia è stata incentrata sulla famiglia, essa riconosceva e rispettava le sue basi nelle risorse naturali e i limiti del rinnovamento ecologico. Essa era focalizzata a provvedere ai bisogni umani di base all'interno di questi limiti. L'economia basata sulla famiglia era anche incentrata sulle donne. Oggi l'economia è separata sia dai processi ecologici che dai bisogni fondamentali e si oppone ad ambedue. Mentre la distruzione della natura veniva motivata da ragioni di creazione della crescita, la povertà e l'espropriazione aumentavano. Oltre ad essere insostenibile, è anche economicamente ingiusta.

Il modello dominante di sviluppo economico é infatti diventato contrario alla vita.
Quando le economie sono misurate solo in termini di flusso di denaro, i ricchi diventano più ricchi e i poveri sempre più poveri. E i ricchi possono essere ricchi in termini monetari - ma anche loro sono poveri nel contesto più ampio di ciò che significa essere umani.

Nel frattempo, le richieste del modello attuale dell'economia stanno portando a guerre per le risorse come quelle per il petrolio, guerre per l'acqua, guerre alimentari. Ci sono tre livelli di violenza implicati nello sviluppo non sostenibile. Il primo é la violenza contro la terra, che si esprime come crisi ecologica. Il secondo é la violenza contro l'uomo, che si esprime come povertà, miseria e migrazioni. Il terzo é la violenza della guerra e del conflitto, come potente caccia alle risorse che si trovano in altre comunità e paesi per i propri appetiti illimitati.

L'aumento del flusso di denaro attraverso il PIL si è dissociato dal valore reale, ma coloro che accumulano risorse finanziarie possono poi reclamare pretese sulle risorse reali delle persone - la loro terra e l'acqua, le foreste e i semi. Questa sete conduce essi all'ultima goccia d'acqua e all'ultimo centimetro di terra del pianeta. Questa non è la fine della povertà. É la fine dei diritti umani e della giustizia.

Gli economisti e premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen, hanno riconosciuto che il PIL non coglie la condizione umana e hanno sollecitato la creazione di altri strumenti per misurare il benessere delle nazioni. Questo é il motivo per cui paesi come Bhutan hanno adottato la felicità nazionale lorda al posto del prodotto interno lordo per calcolare il progresso. Abbiamo bisogno di creare misure che vadano oltre il PIL, ed economie che vadano al di là del supermercato globale, per rinnovare la ricchezza reale. Dobbiamo tener presente che la vera valuta della vita é la vita stessa.

Vandana Shiva

 «Nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per le sue avidità
(Mahatma Gandhi)

Fonte: www.theguardian.com
Link: http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/nov/01/how-economic-growth-has-become-anti-life
1.11.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALEX T.




 TRATTO DAL BLOG DI FEDERICO VALERIO "Scienziato Preoccupato" AL SEGUENTE INDIRIZZO http://federico-valerio.blogspot.it/2013/11/la-crescita-del-prodotto-contraria-alla.html




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