sabato 30 agosto 2014

VARATO LO "SBLOCCA ITALIA": I PETROLIERI ESULTANO E RINGRAZIANO RENZI. E NOI CHI DOBBIAMO RINGRAZIARE?


Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto "Sblocca Italia": cliccando sul seguente link potete leggere integralmente il relativo comunicato-stampa http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=76561  .

Riportiamo qui di seguito gli stralci relativi agli idrocarburi compresa la parte relativa ai compagni di sventura della Basilicata::

SBLOCCA ENERGIA

Infrastrutture Energetiche Strategiche. Si interviene con una serie di misure che riconoscono la natura strategica delle infrastrutture di importazione, trasformazione e stoccaggio del gas. Tali opere, consentendo al Governo di procedere nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni previsto dalla Costituzione e alla luce degli obiettivi posti dalla Strategia Energetica Nazionale.
Semplificazione Idrocarburi. Oltre alle norme sulla realizzazione di infrastrutture necessarie per aumentare e differenziare i canali di approvvigionamento dall’estero, si è proceduto anche rispetto alla valorizzazione dei non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale, sbloccando cospicui investimenti (ipotizzabili in 15 miliardi di euro). Si è quindi proceduto a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità. In particolare, si è prevista l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rilasciato a seguito di una approfondita valutazione del richiedente, nel rispetto del principio di leale collaborazione con i diversi livelli territoriali, nonché del principio costituzionale di tutela dell’ambiente.
Basilicata. Ulteriori norme finalizzate a ottimizzare lo sviluppo delle attività estrattive all’interno del territorio nazionale riguardano la Basilicata, che costituisce una risorsa strategica per il Paese e per la Strategia Energetica Nazionale. Le misure inserite nello “Sblocca Italia” consentiranno di intervenire a correzione di un paradosso: una Regione le cui risorse di idrocarburi potrebbero soddisfare il 10% del fabbisogno nazionale versa in una condizione di difficoltà derivante anche dai vincoli del patto di stabilità interno. La deroga a quest’ultimo, triennale e relativa alle risorse derivanti dalla parte incrementale ottenuta dalle produzioni in loco, esclude dai vincoli del patto le spese sostenute per la realizzazione di interventi di crescita economica e di miglioramento ambientale, comunque compatibili con le politiche di sviluppo nazionali e con la normativa generale del settore.

Quindi, come riportato anche sul sito della "OLA-Organizzazione Lucana Ambientalista (vedi http://www.olambientalista.it/lo-sblocca-italia-delle-trivelle-di-renzi-condanna-la-basilicata/    questo è il pessimo orizzonte che si va delineando:

"AUTORIZZAZIONI UNICHE PER TRIVELLE IN CAPO AI MINISTERI E NON PIU’ ALLA REGIONE"

Era nell’aria: il decreto legge “sblocca Italia” presentato ieri alla stampa, per quanto riguarda le attività petrolifere, riporterebbe tutte le “nuove” competenze in materia di trivelle a Roma, anticipando così quanto previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione che sancirà definitivamente il “principio” del preminente interesse nazionale in materia concorrente e di energia. "

E questo è il testo del "Forum Abruzzese per l'Acqua":

OMBRINA E PETROLIO. ALTRO CHE SBLOCCA ITALIA, E' UN DECRETO "FOSSILE". DERIVA PETROLIFERA PER L'ABRUZZO E L'ADRIATICO.

COMUNICATO STAMPA DEL FORUM ACQUA DEL 30 AGOSTO 2014

OMBRINA, ELSA, STOCCAGGI GAS E TUTTE LE ATTIVITA' CHE RIGUARDANO GLI IDROCARBURI DIVENTANO "STRATEGICHE" CON IL DECRETO SBLOCCA-ITALIA.

IL FORUM ACQUA: ABRUZZO VERSO IL DISTRETTO PETROLIFERO, I PARLAMENTARI ABRUZZESI COME VOTERANNO?

Il Governo Renzi nel cosiddetto Decreto “Sbocca Italia” sancisce la trasformazione dell'Abruzzo e di altri territori italiani in distretti petroliferi. Nel comunicato stampa del Governo si può leggere testualmente “Si è quindi proceduto a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità.”

Quindi Ombrina, Elsa, gli stoccaggi gas di S. Martino sulla Marrucina e San Benedetto del Tronto e tutti gli altri progetti che aleggiano sulla nostra terra avranno una via preferenziale alla faccia della lotta ai cambiamenti climatici.

Avevamo previsto questo salto di qualità nella strategia “fossile” del Governo Renzi, preceduta da molte dichiarazioni in tal senso che avevamo preparato il terreno.

Si arriva al paradosso che le produzioni viti-vinicole, il paesaggio della costa dei trabocchi e in generale il nostro territorio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili, e su cui si fonda la nostra economia non sono attività strategiche a norma di legge mentre lo sono i pozzi e l'economia del petrolio che sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento e su cui fanno grandi profitti poche multinazionali.

Aspettiamo la pubblicazione del testo definitivo del Decreto per ulteriori commenti sui passaggi più tecnici del provvedimento (che introduce anche il titolo concessorio unico, altro grande regalo alla lobby del petrolio - si legge nel Comunicato governativo “In particolare, si è prevista l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi...”).

E' ovvio che con queste norme sarà più difficile opporsi alla deriva petrolifera prevista per la nostra regione dalla Strategia Energetica Nazionale (puntualmente citata nel comunicato del Governo*) per proteggere e sostenere l'economia del turismo e delle produzioni di qualità.

Fin da ora ci chiediamo come voteranno i parlamentari abruzzesi in sede di conversione in legge di questa norma che in maniera molto chiara realizza lo scenario “nero petrolio” riservato per il nostro amato Abruzzo.

*”Si interviene con una serie di misure che riconoscono la natura strategica delle infrastrutture di importazione, trasformazione e stoccaggio del gas. Tali opere, consentendo al Governo di procedere nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni previsto dalla Costituzione e alla luce degli obiettivi posti dalla Strategia Energetica Nazionale.”


FORUM ABRUZZESE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
 
Amen.

giovedì 28 agosto 2014

LO "SBLOCCA ITALIA" SBLOCCA OMBRINA MARE E CONDANNA L'ABRUZZO: FACCIAMO SENTIRE FORTE LA NOSTRA PROTESTA AL GOVERNO E AI PARTITI CHE L'APPOGGIANO.

( AGGIORNAMENTO DEL 30 AGOSTO: CLICCA SU  varato-lo-sblocca-italia-i-petrolieri esultano e ringraziano Renzi )
 
Come volevasi dannatamente dimostrare... (leggi in proposito "la-politica-ha-deciso-ombrina-si-fara" ).

Ci risulta che nel decreto "Sblocca Italia" dello sbrigativo e decisonista governo Renzi sia incluso anche lo sblocco del progetto "Ombrina Mare", un vero insulto e uno schiaffo sonoro all'intero Abruzzo che ha dimostrato in tutti i modi di respingere questa disastrosa deriva e di puntare le sue risorse in tutt'altra direzione.

Chi si è reso responsabile di tutto questo, Renzi e Partito Democratico in primis, dovrà risponderne di fronte all'intera opinione pubblica e elettorale abruzzese che saprà farlo con la consueta determinazione questa sì pienamente democratica, legale e partecipativa.

Nel frattempo invitiamo tutti a manifestare con decisione la propria contrarietà a questa scelta scellerata inviando al più presto e non oltre venerdì 29 agosto una e-mail di protesta all'indirizzo rivoluzione@governo.it indicando nell'oggetto "sblocca Italia" (si tratta della consultazione sul decreto promossa dallo stesso governo).
Se volete potete inviare anche a noi il testo della vostra e-mail per conoscenza e per la pubblicazione sul blog agli indirizzi info@nuovosensocivico.it oppure francomnsc@email.it.

Qui di seguito pubblichiamo il testo inviato dall'ex-Senatore della Repubblica Enrico Graziani:
 CARO RENZI, SONO UN EX SENATORE DEL PCI E ATTUALMENTE ISCRITTO AL PD. NON INSISTERE SU OMBRINA DUE, PERCHE' RISCHI DI GIOCARTI L'INTERO ABRUZZO.TI SPIEGO PERCHE': QUI TUTTA LA REGIONE SI IMPEGNO'  IN CINQUE ANNI DI LOTTA (DAL 71 AL 76) PER IMPEDIRE L'INSTALLAZIONE DI UNA GIGANTESCA RIAFFINERIA IN VAL DI SANGRO E PER IMPEDIRE IL FUNZIONAMENTO DI UNA FABBRICA AMERICANA PER LA PRODUZIONE DI VELENI IN AGRICOLTURA, CHE AVEVA GIA' ASSUNTO 35 OPERAI. FURONO LOTTE VITTORIOSE PERCHE' LA RAFFINERIA FU COSTRETTA A RINUNCIARE MENTRE LA FABBRICA DI VELENI FU SMONTATA E PORTATA VIA. E ALLORA QUI C'ERA DISOCCUPAZIONE ED EMIGRAZIONE. OGGI LA VAL DI SANGRO E' DIVENTATA L'EPICENTRO INDUSTRIALE DELL'ABRUZZO IN VIRTU' DI QUELLE SCELTE. SO BENE TUTTO QUESTO PERCHE' ERO SINDACO ALL'EPOCA.  E VENIAMO AGLI IDROCARBURI: LE COMPAGNIE CHE SI AVVENTANO SULLA NOSTRA TERRA E SUL NOSTRO MARE SONO TUTTE STRANIERE. QUESTO SIGNIFICA CHE GLI IDROCARBURI ESTRATTI SONO DI LORO PROPRIETA' E MESSI SUL MERCATO AI PREZZI CORRENTI. DOVREBBERO PAGARE DELLA ROYALTIES IRRISORIE, MA CON UN GENEROSO SISTEMA DI FRANCHIGIE E DETRAZIONE DELLE SPESE PAGANO BEN POCO (ANCHE PER QUESTO CAMBIANO SPESSO RAGIONE SOCIALE). LA MEDOIL, CHE FINO A IERI ERA TITOLARE DI OMBRINA, NON  HA MAI PAGATO NULLA SEBBENE ABBIA POZZI ATTIVI IN ITALIA: QUESTO RISULTA DALL'APPOSITO SITO DEL MINISTERO. NON SI CAPISCE COME, COSI' STANDO LE COSE, TUTTO QUESTO POSSA RIDURRE LA NOSTRA BOLLETTA PETROLIFERA. CONTRO OMBRINA E LA PETROLIZZAZIONE DELL'ABRUZZO CI SONO STATE GRANDI MANIFESTAZIONI, COME QUELLE CONTRO LA RAFFINERIA (LA SANGRO CHIMICA) DEGLI ANNI 70. IL 13 APRILE  2013 A PESCARA HANNO MANIFESTATO 4O MILA PERSONE (MAI S'ERA VISTO NIENTE DI SIMILE IN ABRUZZO) E NUOVO SENSO CIVICO HA RACCOLTO OLTRE 5O  MILA FIRME CONTRO OMBRINA. QUI NON CI SONO "COMITATINI" MA UNA INTERA REGIONE CHE HA SCELTO UN ALTRO TIPO DI SVILUPPO. E POI RICORDATI CHE L'ADRIATICO è UNA SPECIE DI LAGO E IN CASO DI INCIDENTE POTREBBE DIVENTARE UN MARE MORTO. VUOI PASSARE ALLO STORIA PER QUESTO? IL GOVERNO NON CERCHI ALIBI NEL FATTO CHE LA CROAZIA HA PROGRAMMI DI TRIVELLAZIONI DELL'ADRIATICO MA USI TUTTO IL SUO PESO INTERNAZIONALE PER DISSUADERE LA CROAZIA DAL METTERE A RISCHIO UN PICCOLO MARE COMUNE. CARO RENZI, SE TI OSTINI CON OMBRINA E LA PETROLIZZAZIONE DELL'ABRUZZO, RISCHI UNA SOLLEVAZIONE DI TUTTA LA REGIONE CONTRO IL GOVERNO. CON I Più CORDIALI SALUTI.    

 ON. ENRICO GRAZIANI 

IN FONDO AL POST PUBBLICHIAMO ALCUNE DELLE E-MAIL DI PROTESTA CHE STIAMO RICEVENDO 


OMBRINA MARE MAI!
le e-mail di protesta al governo Renzi:
 É uno schifo. Pensate solo alle vostre tasche, mentre l'Italia va in malora.  IO DICO NO AL CENTRO OLII IN ABRUZZO.
L'Italia ha immense risorse alternative. Storia, cultura, artigianato, gastronomia. É li che dovete produrre ricchezza. Aprite gli occhi.
Inviato da Gianni Giancristofaro

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Caro Renzi

da anni in Abruzzo lottiamo per impedire che la scellerata decisione di far diventare questa meravigliosa regione "distretto minerario" venga impedita. Vi ostinate a credere che la soluzione ai problemi in Italia sia L'ENERGIA FOSSILE quando in Germania sono nati 200.000 posti di lavoro nel settore dell'energia pulita, rinnovabile, il vero futuro. Un progetto come quello di OMBRINA, tra l'altro, darebbe lavoro a pochissime persone (20, 30?...) anche se come al solito vengono sbandierati migliaia di posti di lavoro. Caro Presidente, conosce la storia della Basilicata, di Viggiano? Uno dei pozzi attivi più grandi d'Europa in un luogo dove, al contrario delle promesse fatte, invece della ricchezza sono aumentati la povertà, l'emigrazione, l'inquinamento, la disoccupazione, i tumori,..VADA A PARLARE CON QUELLA GENTE! 
Non è il futuro che la popolazione abruzzese vuole! Vogliamo uno sviluppo sostenibile. Vogliamo che i nostri figli vivano in un mondo migliore. Siamo abituati a vivere con poco. Ho 55 anni ed ho perso il lavoro circa 2 anni fa, Ma continuo a fare progetti, continuo a sperare e a combattere ma in questa mia lotta non c'è compromesso con chi inquina, con chi continua a prenderci in giro con false promesse, con chi fa gli interessi delle lobby, con chi vuol far passare UN'OPERA INUTILE E DANNOSA COME OMBRINA PER INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE. In Abruzzo non ci sono più i cafoni di Fontamara. Abbiamo raccolto 50.000 firme contro la deriva petrolifera in Abruzzo. Non ci arrenderemo mai. 
Cordiali saluti
Francesco Cicchini  
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Basta con le decisioni prese sulla testa di intere popolazioni!
Basta con la politica con la doppia faccia, quella locale apparentemente vicina alla base e quella al governo che se ne infischia delle opinioni degli abruzzesi!
NO OMBRINA!
NO PETROLIZZAZIONE di una regione intera!
Flavio Campitelli - Gulliver Librerie - Lanciano Ch
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NON SBLOCCATE IL PROGETTO OMBRINA MARE IN ABRUZZO E FERMATE LA DERIVA PETROLIFERA NELLA NOSTRA REGIONE!



L’Abruzzo in questi anni ha dimostrato in tutti i modi di non volere la sua trasformazione in distretto petrolifero con i conseguenti progetti di trivellazione, estrazione e raffinamento (di cui fa parte  il progetto “Ombrina Mare” davanti alla costa dell’eremo Dannunziano tra San Vito marina e Fossacesia) perché tale deriva non porta alcun beneficio né in termini occupazionali né economici (oltre che di salute e qualità della vita) in quanto incompatibile e in totale contrasto con le scelte fatte di valorizzazione delle proprie risorse storiche e tradizionali (agricoltura, turismo, eno-gastronomia, artigianato, piccola manifattura, ecc.).

Anzi questa scelta che non temiamo di definire “scellerata” comporterebbe un netto peggioramento delle condizioni economiche e occupazionali dell’intera Regione oltre che causare sicuramente a chi la fa e la sostiene in contrasto con le popolazioni locali (vedi la storica manifestazione dell’aprile 2013 a Pescara) un sicuro e sonoro contraccolpo in termini di consenso politico ed elettorale.

Per tutto questo invitiamo con decisione il governo Renzi ad eliminare dal decreto “sblocca Italia” il progetto “Ombrina Mare” (e gli eventuali altri progetti petroliferi inclusi) ed anzi ad adoperarsi in tutti i modi per cancellarlo definitivamente dall’orizzonte regionale come chiede l’intero Abruzzo.



Franco Mastrangelo
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Carissimo Presidente,
In merito alla questione "Ombrina Mare", espongo la più vigorosa protesta contro lo scellerato progetto di distruggere la mia bellissima regione Abruzzo, trasformandola in un invivibile e velenoso distretto petrolifero.
Per tutelare la salute di noi Abruzzesi e dei miei figli, urlo con tutte le mie forze che:
IO, IL PETROLIO IN ABRUZZO, NON LO VOGLIO!
Distinti Saluti.
Un cittadino abruzzese
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Stimato Presidente del Consiglio,

vendere il Paese alle compagnie petrolifere, con incalcolabile danno per i cittadini e per l'ambiente, è un atto grave, gravissimo, di una violenza e di una barbarie indicibili. 

Mi aspettavo che nelle Sue intenzioni e nella Sua cultura politica, anche avuto riguardo alla Sua età anagrafica, vi fosse la consapevolezza che il futuro sono le energie rinnovabili e non già il i combustibili fossili.

Se così non è, desidero allora farLe presente che autorizzare, mediante lo sblocca Italia, l'impianto petrolifero di Ombrina Mare, in Adriatico, sarebbe un orribile atto di prevaricazione nei confronti delle comunità locali che tanto si sono battute contro un simile scempio. Ma sarebbe anche un atto di prevaricazione contro il vivere civile e contro una moderna idea di sviluppo.

I fascisti  non esitarono a concepire il disastro di Porto Marghera di fronte a una delle cose più belle mai create dall'uomo.
Orbene, sarà pur vero che il fascismo è, purtroppo, nella incultura del nostro Paese. E tuttavia, continuare a ripetere sempre gli stessi vergognosi errori, a causa di quella  incancellabile incultura, sarebbe davvero  diabolico.

Con ossequio.

Mario Di Desidero.
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Presidente Renzi è mai venuto in Abruzzo? E’ l’unica regione al mondo dove  di mattina vai a sciare e di pomeriggio nuoti al mare.
Questa Regione ha dimostrato, anche con la manifestazione di Aprile 2013, che non vuole trasformarsi in distretto petrolifero, di non volere “Ombrina mare” e tutti gli altri simili progetti di trivellazione, estrazione e raffinamento da realizzare davanti alla costa.
Tale scelta non porta alcun beneficio né in termini occupazionali né economici (come può “svendere” a compagnie straniere le nostre risorse strategiche?) ma solo rischi sulla salute e sull’ambiente e danni a tutto il tessuto economico. L’Abruzzo è la regione verde d’Europa, ha fatto altre scelte, legate al turismo ed alla valorizzazione delle sue bellezze.
Caro Presidente Renzi come si può, per l’interesse di pochi andare contro un’intera regione? Lei è mio coetaneo, parla sempre di ridare un futuro ed una speranza alle nuove generazioni, come può vedere un futuro ancora legato al petrolio. Ha la capacità ed il potere di imporre cambiamenti, concretizzi questa nostra speranza.
invito lei ed il suo governo ad eliminare dal decreto “sblocca Italia” il progetto “Ombrina Mare” (e gli altri progetti petroliferi inclusi) e cancellarlo definitivamente come chiede l’intero Abruzzo.

Massimo Nasuti
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Le qualità «benefiche» delle raffinerie pubblicizzate  negli anni ’70 da Mach di Palmstein e dal PSI furono respinte dagli abitanti della Val di Sangro.
La riproposizione di uno sviluppo basato sugli idrocarburi per una Regione con peculiarità particolari  (anche del suo mare) è un errore da evitare.

Gianfranco Mastrangelo
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 Io sono CONTRARIO alla PETROLIZZAZIONE in generale ma soprattutto a quella del territorio in cui sono nato, il territorio ABRUZZESE. Territorio e costa marina già altamente inquinata, soprattutto per l'inefficienza delle nostre amministrazioni locali che non si curano di controllare gli scarichi abusivi e gli scarichi dei DEPURATORI CHE NON FUNZIONANO, che sono la maggior parte INEFFICIENTI. 
Le lavorazioni minerarie per avere ENERGIA FOSSILE porterebbe un sicuro peggioramento dell'eco sistema messo già a dura prova. 
Abbiamo 1000 problemi di inquinamento ambientale da risolvere ancora e OMBRINA sarebbe uno dei problemi più grandi. Insomma dobbiamo dire tutti  

NO AL PETROLIO - NO AL CENTRO OLI - NO ALL'ENERGIA FOSSILE


Stefano Brasile
cittadino abruzzese
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 Gentilissimo Matteo Renzi, venga a trovarci in Abruzzo! Capirà che non il petrolio ma l'immensa ricchezza naturalistica, il patrimonio artistico religioso, la costa dei trabocchi, i parchi, il vino d'eccellenza, l'olio (quello vero, no oil!), i prodotti gastronomici, dalla ventricina ai formaggi tipici, dagli arrosticini ai bocconotti, sono il volano della nostra economia. Tutto questo patrimonio andrebbe sempre più convogliato in occasioni di turismo che avrebbe introiti da capogiro se ci fosse una strategia univoca! Altro che petrolio! Gentilissimo Presidente del Consiglio Matteo Renzi io non credo che lei sappia come stanno le cose. Royalties miserrime, posti di lavoro imparagonabili a quelli che sottrarrebbe, petrolio di pessima qualità, cioè inquinamento a palla, nessuno sgravio sulla benzina e sulle bollette per gli italiani e gli abruzzesi. L'Abruzzo deve e può trasformarsi nel volano di un'economia davvero sostenibile e diventare un modello virtuoso per l'Italia intera! La aspettiamo, Orlando Volpe
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AL SIGNOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DOTT. MATTEO RENZI

Con riferimento a quanto oggi comunicato dal Blog Nuovo Senso Civico, desidero che Le giunga la più viva ed energica delle proteste da parte della scrivente e dei suoi familiari circa la possibilità che, nel tanto atteso decreto cd. “sblocca Italia” che sarà emanato in data odierna, sia contenuta una norma che apra definitivamente a MedoilGas Italia S.p.a. la possibilità di sfruttare il Pozzo Ombrina Mare 2 e a tutte le altre società petrolifere interessate di fare altrettanto in pozzi già scavati o da scavarsi.

Oltre a tutte le possibili ragioni che impongono in generale la tutela del territorio e del mare, della sicurezza delle persone e della fauna, stante la vicinanza alla costa del pozzo in oggetto, si sottolinea almeno che la zona costiera dei Comuni di San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, in corso di valorizzazione turistica e sicuramente facente parte del perimetrando Parco Nazionale della Costa Teatina, rappresenta uno scrigno di tesori di ogni genere, di saperi, di sapori, di usi, costumi, di profumi, di arte e di ecosistemi incontaminati a ridosso della costa che in caso di via libera alla coltivazione del pozzo petrolifero in oggetto subirebbe danni incalcolabili ed irreparabili di svariata natura e le popolazioni subirebbero un vero e proprio “spoglio” di quanto fino ad oggi hanno potuto godere, avendo ricevuto dalla sorte, dalla natura e dalla storia la possibilità di vivere, lavorare e soggiornare in tale area. Si confida peraltro che in un periodo di grave crisi economica non si voglia decidere di apportare un danno così grave e rilevante economico alle popolazioni della zona.

Poiché non appare affatto condivisibile che la “via” (per noi "deriva") petrolifera  per l’Abruzzo, per l’Adriatico, per l’Italia possa risolvere o contribuire a risolvere i problemi dell’Italia, auspichiamo che:

1) la Strategia Energetica Nazionale punti sulle energie rinnovabili e non sul petrolio; 
2) il Pozzo Ombrina Mare 2, lungi dall’essere oggetto di autorizzazione all’estrazione e alla raffinazione del petrolio, possa essere definitivamente chiuso ed eliminato, in quanto troppo vicino alla costa e in quanto sta arrecando già molto disturbo ormai da almeno 6 anni sia agli umani che alla fauna (si pensi al possibile disorientamento delle api ad esempio) della Zona Sic "Fosso delle Farfalle” a causa del nautofono montato sul pozzo in oggetto, che viene tenuto a un volume più elevato di quello richiesto dalle prescrizioni ministeriali perché è udibile ad una distanza anche di 6 o 7 chilometri - anche a finestre chiuse e probabilmente anche a distanza superiore -  dal pozzo stesso, mentre dovrebbe esserlo ad una distanza “fino a 2 miglia”  (decreto VIA n. 1036 del 6 dicembre 2007 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).

Con ossequio.

Avv. Lucia Di Desidero
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CARO RENZI,  Visto che dovrebbe lavorare a favore della popolazione mi permetto di chiamarla per nome e darle del Caro! Io e la mia famiglia lavoriamo da anni in Abruzzo e abbiamo attivato e aiutato ad attivare aziende nelle attività sostenibili, ABBIAMO PROMOSSO SENZA AIUTO POLITICO QUESTA NOSTRA BELLA REGIONE "ABRUZZO" ALL'ESTERO. Infatti adesso è meta di tantissimi turisti che vengono a fare le vacanze non solo al mare e non solo ad Agosto. Ma che hanno investito in case per poi ristrutturate, dando lavoro a le aziende locali. LA VOGLIO INVITARE A VENIRE A VEDERE QUESTO PARADISO CHE SI CHIAMA ABRUZZO! Se ci petrolizzate, come purtroppo degli imbecilli hanno deciso, distruggete non solo le VITE DI TANTE BRAVE PERSONE, ma avrete meno tasse, NIENTE clienti consequenza niente soldi ergo ZERO TASSE! ROVINERETE UN AMBIENTE PAESEGISTICAMENTE E CULTURALMENTE UNICO nel mondo! Venga a mangiare il pesce su un Trabocco! Vada a vedere gli Eremi della Majella! L'Italia e sopratutto l'Abruzzo ha bisogno di industria sostenibile e a lungo termine, NON una DISTRUZIONE della regione ed un tocca e fuga!

Sono una persona pacifica anche avendo un nome esplosivo, e credo sinceramente che le soluzioni si trovano parlando, ma se adesso per la millessima volta non ascoltate NOI del posto.... NOI ci difenderemo perchè E' LA NOSTRA VITA. Scelga lei cosa fare ma si ricordi che anche gli Abruzzesi sono Italiani e hanno dei diritti! Io penso che per tutta l'Italia una politica di rinnovabili e di sostenibilità sia il futuro. Io credo pienamente nella democrazia e nei suoi valori e mi appello a lei per farli valere! 

Le ricordo che il
13 APRILE  2013 A PESCARA HANNO MANIFESTATO 4O MILA PERSONE E NUOVO SENSO CIVICO HA RACCOLTO OLTRE 5O  MILA FIRME CONTRO OMBRINA. QUI NON CI SONO "COMITATINI" MA UNA INTERA REGIONE CHE HA SCELTO UN ALTRO TIPO DI SVILUPPO. E POI RICORDATI CHE L'ADRIATICO è UNA SPECIE DI LAGO E IN CASO DI INCIDENTE POTREBBE DIVENTARE UN MARE MORTO.

Ognuno di noi ha una storia da scrivere e mi auguro che lei non VUOLE PASSARE ALLO STORIA PER QUESTO.

CORDIALI SALUTI.    

Giuseppina Bomba
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Tutti quelli che amano l'Abruzzo hanno lottato ,al di là del colore politico, contro la petrolizzazione dei nostri territori e del nostro mare in particolare, con la prospettiva di una strategia di marketing territoriale che tenga conto delle nostre peculiarità che nulla hanno a che fare con il petrolio. Con l'auspicio che leggano le mail e che la volontà degli abruzzesi venga tenuta nella dovuta considerazione. 
Filippo Paolini
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 Caro Renzi,

ci siamo stufati di essere presi in giro. Ci avete tolto la dignità lavorativa, un futuro per i nostri figli che sono costretti ad andare all'estero e adesso volete toglierci l'unica cosa bella rimasta: LA NATURA, LA NOSTRA COSTA DEI TRABOCCHI.
NO OMBRINA MARE.
NO ALLA PETROLIZZAZIONE DELL'ABRUZZO.

Cordiali saluti
Rosa Maria Zulli
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 IL 13 APRILE  2013 A PESCARA HANNO MANIFESTATO 4O MILA PERSONE (MAI S'ERA VISTO NIENTE DI SIMILE IN ABRUZZO) E NUOVO SENSO CIVICO HA RACCOLTO OLTRE 5O  MILA FIRME CONTRO OMBRINA. QUI NON CI SONO "COMITATINI" MA UNA INTERA REGIONE CHE HA SCELTO UN ALTRO TIPO DI SVILUPPO. E POI RICORDATI CHE L'ADRIATICO è UNA SPECIE DI LAGO E IN CASO DI INCIDENTE POTREBBE DIVENTARE UN MARE MORTO. VUOI PASSARE ALLO STORIA PER QUESTO? IL GOVERNO NON CERCHI ALIBI NEL FATTO CHE LA CROAZIA HA PROGRAMMI DI TRIVELLAZIONI DELL'ADRIATICO MA USI TUTTO IL SUO PESO INTERNAZIONALE PER DISSUADERE LA CROAZIA DAL METTERE A RISCHIO UN PICCOLO MARE COMUNE. CARO RENZI, SE TI OSTINI CON OMBRINA E LA PETROLIZZAZIONE DELL'ABRUZZO, RISCHI UNA SOLLEVAZIONE DI TUTTA LA REGIONE CONTRO IL GOVERNO.

Filippo Catania, Pescara
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martedì 5 agosto 2014

LA STORIA SI RIPETE...

Immagini dello straordinario e vittorioso movimento popolare abruzzese degli anni '70 per fermare la deriva petrolchimica nella nostra Regione: purtroppo la memoria corta dei nostri governanti ci porta dopo più di 30 anni a combattere di nuovo le stesse battaglie. MA LA STORIA NON VI INSEGNA PROPRIO NIENTE? (segue il testo della lettera firmata dagli ex-parlamentari Enrico Graziani e Angelo Staniscia alle autorità istituzionali che hanno il potere di decidere sul nostro futuro).





























 Racc.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
Palazzo Chigi Piazza Colonna, 370  Roma

Al Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi                                       Via Molise, 2  00187   Roma

Al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti                                                        Via C. Colombo, 44  00154   Roma
 Al Sottosegretario On. Giovanni Legnini    
 Ministero dell’Economia Via XX Settembre, 97    00187   Roma

Al Presidente della Giunta Regionale Dott. Luciano D’Alfonso            
L’Aquila
All’Assessore all’Ambiente della Regione Abruz
Mario Mazzocca Palazzo Silone Via L. da Vinci, 6 67100 L’Aquila
             
 I sottoscritti Avv. Enrico Graziani, già sindaco di Paglieta, e Prof. Angelo Staniscia, già sindaco di Atessa, entrambi ex parlamentari abruzzesi del gruppo del PCI-PDS-DS  e attualmente iscritti al PD,  premettono di essersi in passato impegnati in prima persona in grandi battaglie ambientaliste e per un diverso tipo di sviluppo dell’Abruzzo. Nel lontano 1971 la Texaco avanzò domanda per realizzare una gigantesca raffineria in Val Di Sangro, dove all’epoca non c’erano né industrie né lavoro. Una lotta durata cinque anni e che ha coinvolto tutta la regione, portò all’accantonamento del progetto. Nel 1976 il movimento popolare riuscì a prevalere su una compagnia statunitense, la Rohm and Haas, un’azienda chimica per la produzioni di veleni per l'agricoltura che  aveva già realizzato in Val di Sangro una fabbrica ed assunto  35 operai. La compagnia dovette smantellare la fabbrica e andar via. Tutto questo ha aperto la strada alle industrie manifatturiere ad alta concentrazione di manodopera, tra queste la SEVEL, che conta più di 6 mila dipendenti oltre a quelli dell’indotto e che a suo tempo aveva dichiarato la sua incompatibilità con la prossimità di una raffineria. Così, in virtù di quelle scelte,  la Val di Sangro è divenuto l’epicentro dello sviluppo industriale dell’Abruzzo. Ricordiamo fatti ormai lontani perché comprendiate che la storia dell’Abruzzo è intessuta di grandi lotte ambientaliste,  che hanno visto la partecipazione dell’intera popolazione, e che questa non è la terra dei “comitatini”, come è stato evocato.
Orbene, oggi la questione politica fondamentale – oltre a quella del lavoro - che agita l’Abruzzo è se il governo approverà o respingerà in via definitiva, come tutti auspicano: 1) il progetto della compagnia inglese Medoilgas, denominato Ombrina Mare 2, consistente nella realizzazione di una piattaforma in mare a circa 6 km dalla Costa dei Trabocchi, di fronte a San Vito Chietino, per l’estrazione di idrocarburi, affiancata da una gigantesca nave, ivi ancorata e stabilmente adibita allo stoccaggio e alla prima raffinazione del prodotto (desolforazione). Oltretutto il progetto della Medoil presente gravi carenze che hanno il fine dia aggirare la legge: ma di questo verrà data puntuale dimostrazione nelle sedi opportune; 2) il progetto di pozzo esplorativo a mare Elsa 2 a circa km 7 dalla costa tra Francavilla e Ortona; 3) la richiesta di  trivellazioni per l’attivazione di nuovi pozzi presso la piattaforma Rospo Mare.
 Va ricordato che la costa dei Trabocchi, inclusa nell’istituendo Parco della Costa Teatina, è uno dei litorali più suggestivi dell’Adriatico, e che nell’entroterra ci sono crescenti attività turistiche e un’agricoltura d’eccellenza i cui prodotti si stanno affermando nel mondo, come ad esempio il vino. Va infine rammentato che l’Adriatico è un mare praticamente chiuso e che un eventuale incidente con sversamento di idrocarburi, avrebbe effetti devastanti e di lunghissima durata: infatti il ricambio delle acque avviene in 80 anni.    L’opinione pubblica è allarmata come non mai, nella consapevolezza che se, ad esempio il progetto Ombrina venisse realizzato, oltre ad avere effetti devastanti sul territorio e sulla salute della gente, di certo farebbe perdere molte migliaia di posti di lavoro nell’agricoltura, soprattutto quella dedita ai prodotti d’eccellenza, nella pesca e nel turismo e non creerebbe condizioni favorevoli allo sviluppo dell’industria manifatturiera. Va anche sottolineato che gli idrocarburi abruzzesi sono molto scadenti perché eccessivamente ricchi di zolfo ed è per questa ragione che il nostro petrolio, ad esempio, non può essere usato per produrre carburanti ma solo come materia prima per la produzione di materie plastiche.
   Per tutte queste ragioni il 13 aprile 2013 c’è stata a Pescara una grandiosa manifestazione di circa 40 mila persone (la più grande in tutta la storia dell’Abruzzo), promossa dalla Confcommercio e a cui hanno partecipato tutte, ma proprio tutte, le categorie economiche e sociali. In precedenza ci sono molte grandi manifestazioni, tra cui quella del 30 maggio 2010 a Lanciano e che, con alla testa tutti i sondaci della zona,  pur sotto una pioggia battente, ha visto la partecipazione di oltre ottomila persone. Inoltre l’associazione Nuovo Senso Civico, con sede a Lanciano, ha raccolto IN TUTTO L’ABRUZZO oltre 50 mila firme, verificate dalla Cancelleria del Tribunale, contro il progetto Ombrina 2 e contro la Strategia energetica nazionale che intende fare dell’Abruzzo e del suo mare un distretto petrolifero. Contro tali progetti si è espressa anche la Conferenza dei Vescovi di Abruzzo e Molise. 
 La Medoil va ripetendo ossessivamente sulla stampa che se verrà approvato il progetto Ombrina  2 inonderà la nostra terra con una pioggia di miliardi e creerà 200 posti di lavoro. La verità che emerge invece da dati inoppugnabili pubblicati sul sito del competente Ministero, sito che vi invitiamo a guardare,  è che detta compagnia, pur avendo in Italia, tra terraferma e mare, 14 concessioni di coltivazione in esclusiva e 35 concessioni in contitolarità con altre aziende, oltre a 5 permessi di ricerca,  dal 2008 a tutt’oggi non ha mai versato nelle casse pubbliche un euro delle pur irrisorie royalties. E ciò in virtù di un generoso sistema di esenzioni, di franchigie e di detrazioni delle spese e del fatto che sono le stesse compagnie ad autocertificare la quantità di prodotto estratto.   Inoltre dall’ultimo bilancio della Medoil pubblicato su internet si può arguire che finora la spesa per gli addetti italiani corrisponde a meno di 20 posti di lavoro in tutta Italia. Questi dati sono stati ripetutamente resi noti sul quotidiano “il Centro” e sul blog di Nuovo Senso Civico senza essere mai smentiti. Risulta infine  che la Medoil non investirebbe in Ombrina denaro fresco ma solo capitali ritirati da altri investimenti  fatti in Italia. Vogliamo, infine, sottoporre alla vostra riflessione un’altra questione: le compagnie che si stanno avventando sulla terra e sul mare di questa regione sono quasi tutte società straniere che, ricevuta la concessione, DIVERRANNO PROPRIETARIE DEGLI IDROCARBURI ESTRATTI, CHE POI metteranNO sul mercato ai preZZI correnti: non si vede proprio come ciò possa condurre ad assicurare all’Italia UNA “bolletta più leggera e sostenibile”, come ha dichiarato la ministra Guidi.
L’obiettivo che il governo dovrebbe porsi è l’abbandono degli idrocarburi fossili, che rappresentano il passato, per porsi all’avanguardia nella ricerca e nell’adozione sempre più estesa di fonti rinnovabili di energia.
A sconsigliare le trivellazioni in terra e in mare c’è anche il fatto, segnalato da alcuni scienziati, che probabilmente l’estrazione idrocarburi può contribuire a scatenare movimenti tellurici in aree, come quelle delle dorsali appenniniche, già fortemente sismiche.
Infine il governo nazionale e quello regionale non cerchino alibi nel fatto che la Croazia avrebbe programmi per trivellare l’Adriatico, ma usino tutta la loro autorevolezza per dissuadere la Croazia da una politica di tale tipo in un mare che è comune ad entrambi i paesi.  Del resto un argomento analogo non fu accolto in Italia, quando taluni proponevano la realizzazione di centrali nucleari, con l’argomento che esse erano in Francia poco lontano dai nostri confini.
E’ positivo che di fronte alla crisi che investe l’Italia e all’accumularsi dei problemi irrisolti, voi vogliate agire in fretta, e tuttavia vi scongiuriamo di stare attenti acché la fretta non diventi avventatezza.
Qualora, nonostante l’irriducibile contrarietà dell’intera opinione pubblica abruzzese, i progetti indicati dovessero essere definitivamente approvati, molte forze politiche abruzzesi ne sarebbero schiantate, soprattutto quelle che hanno responsabilità di governo, perché si aprirebbe tra esse e le popolazioni di questa regione una frattura insanabile. Gli scriventi si aspettano una risposta puntuale e non formale.
                                                                           Cordialità
Enrico Graziani (res. in Corso Garibaldi 27, 66020 Paglieta, prov. di Ch)
Angelo Staniscia ( res. in Aia S.Maria, Atessa, prov. Di Ch) 
Paglieta, Atessa, li 05/08/2014