giovedì 23 ottobre 2014

LA BELLEZZA E L'INFERNO. LETTERA A RENZI SUL FUTURO PETROLCHIMICO DELL'ABRUZZO.

Pubblichiamo qui di seguito la bella lettera che l'Assessore provinciale Franco Moroni ha inviato al Capo del Governo Matteo Renzi e che riassume in maniera chiara ed esaustiva tutte le buone ragioni che fanno dire all'intero Abruzzo NO AL FUTURO PETROLCHIMICO.
Sono ore decisive per l'avvenire della nostra regione che il decreto "sblocca Italia" in discussione al Parlamento sta condannando al patibolo trivellatore. Renzi compirà anche in quest'occasione l'ennesimo furto di democrazia con la consueta richiesta di fiducia che annulla ogni discussione e mette in riga i pavidi "onorevoli" soldatini.
Avvisiamo però Renzi e le sue truppe cammellate che anche dopo l'approvazione di questo provvedimento la nostra battaglia continuerà ancora più decisa perchè in gioco ci sono le nostre vite e la difesa di quanto ci è più caro.


LETTERA APERTA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI

p/c AL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO

La Bellezza e L'Inferno
 
Sì, proprio così. Mi corre l’obbligo quale Amministratore della Provincia
di Chieti, di iniziare questa lettera con il paradosso che scaturisce dal cosiddetto
decreto Sblocca-Italia che il Suo governo si accinge ad attuare e che porterà, nel
nome della strategia energetica nazionale a trasformare il nostro Abruzzo in un
distretto minerario per gli idrocarburi, combinando la bellezza dei trabocchi con
l’inferno delle piattaforme petrolifere.
 
E’ vero, l’Italia ha bisogno di risorse energetiche che la svincolino da
quei legami equivoci con le grandi potenze che la costringono ad assoggettarsi alla
volontà e ai desiderî altrui. Tuttavia, ritengo che non sia questa la strada corretta
da intraprendere, Signor Presidente del Consiglio. La natura stessa ce lo dice, gli
abruzzesi
che ce lo dicono: non intendono più sacrificare neanche un centimetro
della propria terra sull’argomento petrolio,
una terra vocata per le sue eccellenze,
al turismo e all'agricoltura.

La Regione Abruzzo è uno dei tesori segreti dell'Italia. Non c'è folla, né
industria pesante; solo verde, mare, sole, castelli, vigneti, e villaggi in pietra.
Non frantumate questa bellezza, non scaraventateci nell’inferno per fare
gli interessi di pochi ignorando completamente quelli di molti,
non utilizzate
logiche ignoranti e prive di scrupoli decidendo di strumentalizzare il nostro
territorio a vantaggio di biechi personalismi.

Esorto anche il Governatore della Regione Luciano D’Alfonso ad
attivarsi attraverso i propri canali con il Governo Centrale al fine di scongiurare
gli effetti di una strategia energetica che non ha nulla a che vedere con il nostro
Abruzzo.

Tengo a rimarcare che centinaia di studi scientifici a livello mondiale
dimostrano come l’inquinamento che proviene dalle lavorazioni degli idrocarburi
provoca sul territorio aumenti di tumori, malformazioni fetali, malattie
cardiorespiratorie e deformazioni genetiche
come ben sanno gli abitanti di
Falconara, Gela, Viggiano, Priolo, Porto Marghera, Manfredonia, Cremona.
Assessorato Difesa della Costa e Problematiche Petrolifere

Inoltre, nel compartimento del lavoro, i vari report dell’OPEC
evidenziano che il settore è stato notevolmente colpito dal calo della domanda
mondiale e che quindi non vi sono prospettive di crescita lavorativa, resistendo in
ambito occupazionale nel solo “circolo chiuso” dell’indotto, cioè di quelle poche
aziende che operano nel settore.

Il petrolio abruzzese è un petrolio “amaro”, cioè non si ricavano benzine
ma solo bitume per asfalti o nel migliore dei casi PVC, come dichiarato anche
dall’amministratore delegato della Medoilgas Sergio Morandi, titolare della
concessione “Ombrina Mare2”.

Se il 1° settembre 2009 anche la Chiesa Cattolica attraverso il Sinodo
dei Vescovi abruzzesi e molisani ha pubblicamente preso una posizione contraria
allo sfruttamento petrolifero in Abruzzo.
Se il 30 giugno 2010 “il Sole 24 ore” faceva un excursus sull'impossibile
convivenza tra le richieste (e le autorizzazioni) di piattaforme petrolifere offshore e
l'economia turistica e l'ambiente.
Se di conseguenza anche il giornale della Confindustria è stato costretto
ad una prudente ritirata di fronte ad iniziative petrolifere che cozzano con il
turismo, penso che qualcosa nel sistema OIL&GAS non vada, come penso Signor
Presidente del Consiglio, che Lei possa e debba dare un segnale concreto
modificando il decreto Sblocca-Italia verso risorse ecosostenibili perché se l’Italia
vuole uscire da questo imbarbarimento ambientale e sociale deve ritrovare la
forza e la dignità dei propri padri.
Forza e dignità che nel dopoguerra hanno
permesso di uscire dalla morsa della povertà e del sottosviluppo.

Vogliamo bene a questo mare e a questa provincia, ed e' per questo che
faremo di tutto per evitare le estrazioni di idrocarburi .

La esorto e Le chiedo di intervenire direttamente nel modificare il
decreto Salva-Italia in quelle parti che trasformerebbero una Regione “verde” e
vivibile in una Regione “amara”.

Assessore Provincia di Chieti
Difesa della Costa e Problematiche Petrolifere
Franco Moroni

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