mercoledì 22 luglio 2015

SCRIVIAMO A D'ALFONSO PER RICORDARGLI CHE NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE: IL POPOLO DEL 23 MAGGIO VUOLE SOLUZIONI SUBITO!

Il futuro vale.
Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il "Coordinamento NO OMBRINA" ha scritto al Presidente della Regione Luciano D'Alfonso per ricordargli ancora una volta che l'intero popolo abruzzese aspetta atti concreti e soluzioni immediate per fermare lo scellerato e suicida progetto di trasformare l'Abruzzo in distretto minerario e petrolchimico decretando così la fine di qualsiasi speranza di un futuro sano, florido e dignitoso per tutti.

Come promesso stiamo seguendo passo passo ogni movimento degli amministratori e politici locali, a cominciare dal loro vertice,  per verificarne il livello di impegno reale nel conseguire l'obiettivo finale auspicato da tutta la Comunità, a cominciare dalla completa cancellazione del famigerato progetto "Ombrina Mare".

Nella lettera indichiamo una lunga serie di appigli tecnico-giuridici che adeguatamente reclamati e utilizzati possono aiutare molto nella soluzione del problema, ma naturalmente alla base di tutto ci dev'essere la tenace volontà politica di ottenere tutto questo, lottando e spendendosi fino in fondo.

I politici tutti, dagli amministratori locali e regionali fino ai parlamentari, devono avere ben impressa in mente un'unica cosa: il popolo del 23 maggio non mollerà di un centimetro fino alla vittoria finale e tutti quelli che non avranno fatto nulla o avranno solo fatto finta saranno smascherati senza sconti e le loro responsabilità sottoposte al giudizio dell'opinione pubblica che, non dimenticatelo, svolge anche la funzione di elettorato. 

Al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso


e p.c. al Vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli
          all’Assessore all’Ambiente Mario Mazzocca
          alla Giunta Regionale
          al Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio

     Sig. Presidente,

come le avevamo promesso nel confronto diretto del 27 giugno scorso, non solo proseguiamo nella nostra incessante opera di rappresentanza dell’intero popolo abruzzese che dice basta agli insediamenti estrattivi di idrocarburi sia in terra che in mare, ma le ribadiamo che valuteremo la sua effettiva determinazione nel rispettare questa volontà generale solo ed esclusivamente sulla reale concretezza degli atti e non su operazioni meramente propagandistiche.

A questo proposito le suggeriamo alcune indicazioni utili per fermare sia i progetti più avanzati a cominciare da “Ombrina Mare 2” che l’intera deriva petrolifera in Abruzzo.  Potrebbe essere utile renderne partecipi anche gli altri Presidenti di regione da lei convocati il prossimo 24 luglio a Termoli per concordare un’azione comune su un tema che preoccupa seriamente l’intera opinione pubblica.

La legge Marzano può darci una mano. 4 passi concreti da fare subito:

  1. La Regione Abruzzo scriva immediatamente una lettera al Governo (Presidente del Consiglio più i 4 Ministeri interessati: Sviluppo economico, Ambiente, Agricoltura pesca e turismo, Beni e attività culturali) in cui comunichi il rifiuto all’intesa regionale su tutte le istanze petrolifere pendenti motivandolo con la preventiva necessita' di adempiere a quanto dettato dalla legge n. 239/2004 Marzano, art. 1 comma 4, finchè non si trovi un accordo sull’intero quadro programmatico da comporre in presenza di una Valutazione Ambientale Strategica che finora è completamente mancata. Tale comma impegna Governo e Regioni a provvedere insieme ai 9 adempimenti elencati, ma i fatti dimostrano che non si sta ottemperando  adeguatamente soprattutto sul punto d) “sicurezza”, sul punto f) “equilibro territoriale” e sul punto i) “tutela dell’ambiente”. Una studiata esecuzione di tali adempimenti può essere molto utile per contrastare notevolmente la diffusione delle attività sugli idrocarburi.                                              Il comma 4 della legge Marzano rappresenta solo uno degli appigli generali sui quali fare leva, poi ci sono le norme e i programmi per la pesca, le norme per la sicurezza, quelle di tutela idro-geologica e sui rifiuti, le norme sanitarie e quelle sulla ricettività turistica che tutte coinvolgono la Regione. C’è inoltre la Legge regionale n.93 del 1994 che istituisce e finanzia la tutela della Costa dei Trabocchi e il Decreto Ministeriale del 21/6/85 che ha unificato e confermato tutta una serie di precedenti decreti che proteggevano la stessa costa pezzo per pezzo. Tra l’altro su questo aspetto sono ipotizzabili a nostro avviso ulteriori provvedimenti legislativi di carattere regionale volti a rafforzare la tutela del territorio e del mare antistante la Costa dei trabocchi. Insomma se c’è davvero la volontà politica di contrastare la trasformazione dell’Abruzzo da Regione verde d’Europa a distretto nero minerario e petrolchimico, ci sono a disposizione anche tutti gli strumenti tecnici e giuridici per poterlo fare. E come abbiamo affermato nell’incontro del 27 giugno siamo pronti a mettere a disposizione gratuitamente tutte le competenze in materia dei nostri tecnici e legali per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo.
Evidenziamo anche che l’”Agenzia Ambientale Europea” ha pubblicato lo scorso 24 giugno il rapporto “Lo stato dei mari europei” in cui si certifica che il Mare Mediterraneo e l’Adriatico in particolare sono sottoposti a fortissimi stress ambientali di origine antropogenica. In questo caso non solo non vengono rispettati gli obiettivi comunitari relativi agli standard ambientali ma si evidenzia il trend in ulteriore e complessivo peggioramento. In queste condizioni ci chiediamo come sia solo ipotizzabile riempire l’Adriatico di impianti estrattivi e petroliferi.
  1. La Regione Abruzzo si opponga istituzionalmente a tutte le iniziative unilaterali dello Stato che ostacolano la composizione di tale quadro, ricorra in tutte le sedi, sia della giustizia amministrativa che costituzionale, contro ogni decreto e atto amministrativo che favorisca la deriva petrolifera e contrasti simili provvedimenti con l’azione amministrativa ordinaria (osservazioni ai progetti, emanazione di pareri sfavorevoli, dinieghi di autorizzazioni di competenza regionale, ecc.).
  2. La Regione Abruzzo chieda subito al Governo di aprire un confronto che come prima proposta contempli una moratoria trentennale degli interventi in regione sugli idrocarburi sia a terra che in mare ed il convogliamento degli investimenti su settori più rilevanti dal punto di vista sociale, economico ed occupazionale quali l’agricoltura, la pesca, il turismo, il commercio e l’industria manufatturiera nonché la scuola e naturalmente le energie pulite e rinnovabili, il recupero dei fiumi, le bonifiche e la prevenzione idrogeologica.
  3. Sempre nell’ottica della composizione di questo quadro e in ottemperanza a quanto ribadito dalla Corte Costituzionale secondo la quale il sistema complessivo dei rapporti tra lo Stato e le Regioni deve essere improntato al principio della "leale collaborazione” tra le parti, la Regione Abruzzo chieda formalmente ai Ministri interessati Galletti (Ambiente) e Franceschini (Beni e attività culturali) di non firmare i decreti autorizzativi di “Ombrina Mare” anche sulla scorta della dominante volontà contraria dell’opinione pubblica regionale nonché delle pesanti ombre che gravano sulla Commissione V.I.A. nazionale per le quali sono state presentate alcune denunce penali in diverse Procure d’Italia..

Siamo fiduciosi nella volontà sua e dell’intera Giunta che presiede di percorrere immediatamente questo tracciato e in questo la sosterremo. In caso contrario e in presenza di tentennamenti, ambiguità, diversivi o scarico di responsabilità, non faremo sconti a nessuno e informeremo adeguatamente, come abbiamo sempre fatto, l’opinione pubblica regionale che saprà trarne tutte le conseguenze.


COORDINAMENTO NO OMBRINA 2015

Lanciano, 21 luglio 2015
 

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