CENTRALI A BIOMASSE IN ABRUZZO


SOMMARIO:
doc. n°1) "ELENCO CENTRALI A BIOMASSE IN ABRUZZO";
doc. n°2) "CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE BIOMASSE";
doc.n°3) "CENTRALI A BIOMASSE FUORILEGGE"
 
INVIATECI LE VOSTRE SEGNALAZIONI ALL'INDIRIZZO:
info@nuovosensocivico.it 



1) ELENCO CENTRALI A BIOMASSE IN ABRUZZO
(A SEGUIRE ALCUNE "CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE BIOMASSE" MOLTO UTILI)
(aggiornato al 14 agosto 2013 s.e.& Oo.)
A) in previsione, in fase di progettazione o di attivazione/costruzione
1.ISTONIA ENERGY VASTO(CH) OLI VEGETALI 4MW REALIZZAZIONE
2.PUCCIONI SPA VASTO(CH) BIOMASSE SOLIDE-OLI 16.2MW REALIZZAZIONE
3.RENOVO BIOENERGY SPA (GUARDIAGRELE) CHIETI LOC. PIANO VENNA 1MW RIFIUTI
4.ECO ENERGY (ORTONA) 34 MW (APPROVATO CON PRESCRIZIONE) BIOMASSE VEGETALI
5. CORROPOLI
6.CORROPOLI
7.CORROPOLI
8. 13. SAGITTA IMMOBILIARE (COLONNELLA) 6 IMPIANTI DA 1MW 36.000TONNELLATE LEGNA/ANNO
14. 15. ROMAGNOLI ENERGIA SRL PIANELLA (PE) 10MWE (1 DA 1MW)
16.SINERGAS CEPAGATTI (PE) 940KW OLIO DI COLZA E DA FRITTURA.
17.FATER(PESCARA) IN COSTRUZIONE 8.9MW (OLIO DI JATROPHA)
18.EK ENERGY SRL MANOPPELLO (PE) 2.0 MWE BIOMASSE ORIGINE ANIMALE
19.RENOVO (RICHIESTA ) CITTÀ SANT’ ANGELO (PE) ZONA ASI 1MWE
20.TORRICELLA PELIGNA (CH) - BIOGAS 300 KW - INSILATI MAIS e LIQUAMI ZOOTECNICI
21. 24. C.DA S. ONOFRIO LANCIANO 4 CENTRALI DA 1MW
25 ATA ENERGIA srl (BIOGAS 1MW)) LANCIANO (Villa Pasquini - Loc. Bel Luogo)
26. CIVITA LUPARELLA
27.GREEN ENGINEERING SRL MONTEODORISIO (CH) 1MW BIOMASSE
28.FALLO (CH)
29.VILLA ALFONSINA (CH)
30.BUSSI (PE)
31.ECOGEN SRL PICCIANO(PE)                                                                                           32.AURA ENERGIA S.p.A. ORTONA 49,9MW
33 SANT'EUFEMIA A MAJELLA (PE) all'interno del Parco della Majella 140KW (cippato di legno)
34 CITTA' SANT'ANGELO (PE) C.da Vertonica SOC.AGRICOLA IMPARATO 1MW-BIOGAS 
35 MARTINSICURO (TE) loc. Villarosa - BIOMASSE LEGNOSE 10,5 MW - Edima Energie srl 
36. L'AQUILA - loc.BAZZANO - BIOMASSE LEGNOSE 5,5MW- Soc. FUTURIS
37. CASTELLI loc. Corazzano - BIOMASSE LEGNOSE - Soc. Coan Ecoenergy srl di Castellalto (TE)- A ridosso del Parco Naz.le Gran Sasso Monti della Laga
38. TORREVECCHIA TEATINA (CH) - BIOGAS Rifiuti organici 

B) già attive
1.TREGLIO (CH) SANSIFICIO VECERE
2.TREGLIO
(CH) G.C.T. SRL - BIOMASSE 1 MW con richiesta di potenziamento a 5MW
3.POWERCROOP S.P.A AVEZZANO(AQ) BIOMASSE LIGNOCELLULOSICHE
4.MA&D POWER ENGINEERING SPA LOC. CASELLE (AQUILA) 5,5MW
5.DISTILLERIA D'AURIA S.p.A. ORTONA

6.SANSIFICIO SO.LE.MA SCAFA (PE)
7.SANSIFICIO DI PESCARA ABRUZZO OLEARIA 
8.ROSETO (TE) Fraz. Santa Petronilla - BIOGAS - Az.Alimentare ROLLI
9.ESPLODENTI SABINO - Casalbordino (CH) (combustione armi da guerra)

E' questa una prima mappatura, ahinoi parziale per difetto, delle centrali a biomasse (o per meglio dire inceneritori) previste o già funzionanti in Abruzzo delle quali siamo a conoscenza.

Non aggiungiamo altro sulle innumerevoli, valide e documentate ragioni che ci spingono a contrastare questo tipo di insediamenti industriali inquinanti che, come progettati dalle nostre parti, rappresentano un affare solo per coloro che li realizzano e gestiscono mentre causano una serie innumerevole di danni alle popolazioni (quasi sempre ignare ) che li ospitano, in termini di salute, economia, lavoro e svalutazione immobiliare e patrimoniale.

"A noi il fumo, a loro l'arrosto."
 
Chi vuole togliersi ogni dubbio al riguardo può scaricare dal sito di NSC il nostro esaustivo "DOSSIER BIOMASSE" oppure consultare su questo blog i tanti post scritti sull'argomento.

QUELLO CHE CI PREME ADESSO E' INVITARE TUTTE LE COMUNITA' PRESENTI IN ABRUZZO A VIGILARE BENE DIRETTAMENTE O ATTRAVERSO I PROPRI RAPPRESENTANTI ELETTI NELLE VARIE SEDI PER INDIVIDUARE SUBITO LA PRESENTAZIONE ALLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DI PROGETTI DI QUESTO TIPO, A SEGNALARCELE ED A MOBILITARSI SUBITO PER PRETENDERE, COME PREVISTO DALLA LEGGE, IL COINVOLGIMENTO DIRETTO DELLA CITTADINANZA INTERESSATA NEL PROCESSO DECISIONALE.
E' DECISIVO INTERVENIRE AL PIU' PRESTO, NEI PRIMI GIORNI DOPO LA PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE, ALTRIMENTI SI RISCHIA DI NON POTER FARE PIU' NULLA DI VERAMENTE CONCRETO. 

Purtroppo la nostra esperienza al riguardo ci dice che spesso, specialmente nelle prime fasi, Sindaci ed amministratori pubblici tengono completamente all'oscuro la propria comunità che ne viene a conoscenza del tutto casualmente o a cose ormai fatte.
Nello stesso tempo però, sempre per esperienza diretta, abbiamo incontrato amministratori pubblici e politici molto collaborativi e lungimiranti che, grazie anche al nostro contributo, si sono battuti ed hanno avuto ragione. L'ultimo caso è quello di Santa Maria Imbaro (CH) dove con una delibera votata all'unanimità è stato respinto il progetto di una centrale a biogas.
Altre esperienze positive le abbiamo avute a Guardiagrele e Bussi, per esempio.

Quando si tratta di questi argomenti non possono esistere differenze di schieramento o di partito perchè la salute è un valore universale irrinunciabile. 
Politici, Sindaci, Consiglieri e Amministratori pubblici in genere devono rendersi conto che allo stato attuale non sono più ammesse furbate o torbide manovre sotterranee e chi non si batte alla luce del sole in difesa del bene comune verrà cacciato a pedate nel sedere senza tante gentilezze.

NUOVO SENSO CIVICO è sempre a disposizione per offrire la propria testa ma anche i propri piedi.   

2) CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE BIOMASSE

Cerchiamo di fare chiarezza con i nostri interlocutori sia all’esterno che all’interno del crescente movimento che in Abruzzo si batte contro il proliferare fuori controllo di impianti “sgraditi” in quanto dannosi e non necessari ma contrabbandati come veicoli di progresso e sviluppo.
Nuovo Senso Civico, e con esso tante altre persone, gruppi e organizzazioni, si spende per difendere il primo valore universale che è la SALUTE sia del Pianeta che di tutte le persone che lo abitano, opponendosi ad ogni intromissione che ne degradi la qualità della VITA.
E’ quindi del tutto evidente che non possiamo essere etichettati come “NIMBY” ("non nel mio giardino") perché se qualcosa nuoce alla salute dell’ambiente e per di più è inutile non la vogliamo né nel nostro giardino né in quello del vicino, né altrove in Italia o nel Mondo.
Se al contrario ci vengono proposte operazioni che come risultato finale garantiscono un miglioramento delle condizioni di vita come ad esempio la riduzione dell’inquinamento complessivo allora siamo certamente favorevoli e pronti a dire “SI’”. Ma purtroppo questo non è il caso degli interventi che sono in ballo fino ad oggi nella nostra Regione.
Entriamo nello specifico partendo dall’inizio.
A)     IL FABBISOGNO DI ENERGIA
Con i dati del gestore TERNA alla mano rileviamo che in Italia c’è un’offerta di energia elettrica molto superiore al fabbisogno giornaliero il che significa in prima battuta: non abbiamo bisogno di altra energia.
Se però vogliamo liberarci com’è giusto dalla dipendenza prevalente dal PETROLIO e dai combustibili fossili in genere dobbiamo percorrere una strada dal doppio binario che comporta:
1.        la drastica riduzione degli sprechi energetici attraverso politiche di risparmio e modifica degli stili di vita e di consumo (non sono più accettabili 100 televisori accesi nei supermercati o l’uso indiscriminato dell’automobile per andare dietro l’angolo);
2.        lo spostamento delle risorse verso le fonti davvero rinnovabili (eolico, solare-fotovoltaico, ecc.) con l’avvertenza però che siano adottate nel miglior modo possibile e non come spesso accade in Italia dove anche le cose buone vengono fatte male (i pannelli solari invece di sfrattare i vigneti vadano a sostituire le coperture in amianto dei capannoni come già propongono alcune aziende innovative).
In questa prospettiva può esserci un uso virtuoso anche delle biomasse come ha dimostrato nelle sue conferenze uno dei massimi esperti dell’argomento, il Prof. Federico Valerio dell’Istituto Ricerca sul cancro di Genova. Uso virtuoso che, guardacaso, non è presente nemmeno in uno dei progetti di nostra conoscenza già realizzati o in cantiere nella nostra regione.
B) LA COMBUSTIONE DELLE BIOMASSE (legna e derivati, olii vegetali,sansa, mais, ecc)
Riassumiamo qui di seguito alcuni PRINCIPI INDISCUTIBILI che si basano su autorevoli studi scientifici internazionali (francesi e soprattutto svedesi) e sulle ricerche condotte in Italia dallo stesso Prof. Valerio.
1. le centrali a biomasse a combustione diretta hanno bassa efficienza energetica e inquinano circa 30 volte più di quelle a metano e il doppio perfino rispetto alle centrali a carbone causando un netto peggioramento della qualità dell’aria, del suolo e dell’intero habitat circostante;
2. la combustione delle biomasse sviluppa inevitabilmente e in grandi quantità numerosi inquinanti (polveri sottili e ultrasottili, ossidi di azoto e di carbonio, furani, metalli pesanti, ozono, ecc) tra i quali 4 sicuri cancerogeni: benzene, formaldeide, diossine e idrocarburi policiclici aromatici. La pericolosità di questi composti non è dovuta solo alla loro concentrazione nell’aria inalata ma anche alla loro deposizione sul suolo ed all’accumulo crescente nella catena alimentare con effetti negativi sulla salute umana;
3. un ulteriore elemento di inquinamento è rappresentato dal trasporto in quanto nella maggioranza dei casi le biomasse da bruciare provengono da molto lontano se non addirittura dall’estero (Africa, Asia) come nel caso dell’olio di palma dall’Indonesia. In questo caso le conseguenze negative derivano anche dalla deforestazione in atto in quelle zone per sostituire le piantagioni tradizionali con quelle da esportazione sottraendo così ossigeno all’intero pianeta.
4. c’è infine il problema delle CENERI prodotte dalla combustione delle biomasse che sono a tutti gli effetti un rifiuto tossico che va trattato come tale con tutte le controindicazioni del caso incluso il surplus di inquinamento derivante dal trasporto alla loro destinazione finale.
5. Le Centrali a BIOGAS sono una variante della più generale categoria delle Centrali a biomasse.
Passiamo adesso all’auspicabile alternativa.
C) L’USO VIRTUOSO DELLE BIOMASSE
L’alternativa si chiama TMB Trattamento Meccanico Biologico che avviene in impianti dove si produce davvero energia verde rinnovabile perché le biomasse non vengono bruciate (combustione) ma trasformate a freddo attraverso l’utilizzo di micro-organismi (digestione anaerobica) senza emissione di sostanze tossiche e addirittura con la depurazione degli elementi inquinanti.
Da questi impianti si ottiene, oltre ad un COMPOST di ottima qualità, il BIOMETANO che ha le stesse funzioni del metano e può essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale per usi domestici oppure utilizzato per autotrazione e produzione di elettricità e calore. Questo metano avrebbe le stesse caratteristiche di quello di origine fossile che importiamo da Russia o Libia e quindi contribuirebbe a far diminuire la nostra dipendenza dall'estero.
Riassumiamo sinteticamente:
D) LE CONDIZIONI IRRINUNCIABILI PER ACCETTARE UN IMPIANTO A BIOMASSE
1.    Filiera corta: le biomasse utilizzate devono provenire da scarti agricoli e da allevamenti locali consentendo così di risolvere un problema di smaltimento presente in zona ed evitando l’inquinamento dal trasporto delle stesse su lunghe distanze;
2.     Produzione di biometano (derivato dal biogas) attraverso la digestione anaerobica a freddo delle biomasse: il biogas non può essere immesso nella rete metanifera perché “sporco” ma attraverso un processo di depurazione può essere trasformato in BIOMETANO. In questo modo si andrebbe anche a ridurre la nostra dipendenza da fonti estere come il gas siberiano o libico. Ci spingiamo anche un po’ oltre affermando che se necessario in questi impianti, fermo restando tutte le altre condizioni, si potrebbe trattare anche la frazione umida dei rifiuti urbani, naturalmente solo dopo l’adozione di politiche di riduzione a monte dei rifiuti e di raccolta differenziata spinta porta a porta.
3. Teleriscaldamento: ossia il sistema per raggiungere attraverso una rete di collegamento le abitazioni, gli edifici pubblici e le imprese circostanti offrendo loro il riscaldamento necessario, permettendo lo spegnimento di tante piccole caldaie private meno efficienti ed ottenendo così una riduzione dell’inquinamento complessivo. Senza il teleriscaldamento non solo si inquina ma si manda letteralmente in fumo il 60/70% dell’energia prodotta mentre con la sua adozione se ne perde solo il 2%.
Se ci fossero le condizioni ambientali di cui sopra e si adottassero gli accorgimenti che abbiamo illustrato saremmo i primi a dire di sì a tali impianti senza sentirci truffati per quel 7% che attraverso il meccanismo distorto dei “certificati verdi” ci viene sottratto dalla bolletta elettrica per finanziare il nostro avvelenamento attraverso queste centrali.
Purtroppo la realtà è ben diversa e nessuna delle condizioni virtuose sopra enunciate è prevista negli impianti a biomasse o biogas dei quali ci stiamo occupando.
FILIERA CORTA? Macchè! Il materiale da bruciare proviene da centinaia e addirittura migliaia di km. dalla centrale!
TELERISCALDAMENTO? Neanche a pensarci nonostante le false promesse per abbindolare gli ingenui cittadini.
BIOMETANO? Bio…che??
Speriamo che adesso sia chiaro perché ci battiamo tenacemente contro questi imbrogli legalizzati che vengono inflitti alla nostra terra: RAPPRESENTANO UN COSPICUO E CONCRETO INTERESSE SOLO PER CHI LI PROGETTA, LI REALIZZA E LI GESTISCE (in qualche caso forse anche per chi li autorizza) FACENDO FACILI AFFARI SULLA PELLE DELLA POPOLAZIONE CHE NE PAGA TUTTE LE NEFASTE CONSEGUENZE SOTTO FORMA DI AUMENTO DELL’INQUINAMENTO E DELLE MALATTIE SPESSO MORTALI, PEGGIORAMNETO DELLA QUALITA’ DELLA VITA E DELLE CONDIZIONI ECONOMICHE, non essendoci alcun vantaggio neanche di carattere occupazionale.
Così subendo ci metteremo in casa un killer silenzioso e invisibile che agirà indisturbato nello spargimento di sostanze tossiche ed i cui effetti deleteri saranno del tutto evidenti magari solo tra 15 o 20 anni quando l’impianto avrà concluso il suo ciclo produttivo ed i proprietari se ne saranno già andati con il portafoglio gonfio lasciandosi alle spalle senza alcun rimorso la loro pesante eredità di veleni.
Non aspettiamo che il killer cominci a sparare con il silenziatore: togliamogli subito la pistola dalle mani e se vuole, per il bene di tutti, possiamo sostituirgliela con una bella chitarra.

CENTRALI A BIOMASSE FUORILEGGE: CE LO DICE LA SCIENZA. E LE AUTORITA' COMPETENTI STANNO A GUARDARE...

Da sempre andiamo affermando che si può inquinare rispettando la legge ed infatti lo si fa abitualmente: si provocano malattie, cancro, morti e disastri ma sempre al riparo dei vari codici in vigore e infischiandosene altamente, in nome del dio denaro, dei danni perenni che vengono provocati alle persone ed al loro habitat.

 

Spesso però, grazie alla "distrazione" di chi dovrebbe controllare e far applicare le norme, neanche le leggi in vigore vengono rispettate ed un clamoroso esempio di tutto questo ci viene dimostrato qui di seguito dal Prof. Federico Valerio che, come ben sapete, è uno dei massimi esperti internazionali nel campo delle biomasse.

 

Per fortuna, grazie al crescente movimento nazionale che si oppone all'indiscriminata ed inutile proliferazione di centrali a biomasse e biogas (facilmente trasformabili all'occorrenza in inceneritori di rifiuti) qualcosa si sta muovendo perlomeno a livello amministrativo locale, come dimostra il caso della Regione Emilia Romagna.

 

E la Regione Abruzzo cosa fa per fermare questa poderosa offensiva che anche da noi promette di generare danni irreversibili a salute ed economia? 

 (Per approfondire clicca su centrali a biomasse in Abruzzo )

"Centrali a biomasse: tutte illegali"

del Prof. Federico Valerio (dal blog "Scienziato Preoccupato")


In Italia, sono ormai un centinaio le centrali elettriche alimentate direttamente o indirettamente, con biomasse, ovvero prodotti vegetali (cippato di legno, scarti alimentari, oli di mais, sansa di olive...) e scarti animali (pollina, scarti di macellazione, deiezioni da allevamenti suini e bovini).  Inoltre, quindici sono gli inceneritori che oggi in Italia producono elettricità bruciando materiali di origine organica (scarti alimentari, materiali cellulosici, sfalci, potature...).

In Italia, nel 2009, complessivamente, risultava installata una potenza elettrica, alimentata a biomasse,  pari a 1.728 mega watt.

Tutte queste centrali esistono, in quanto, inceneritori compresi, permettono affari sicuri, grazie agli incentivi quindicennali generosamente regalati loro, con i Certificati Verdi, certificati pagati da tutti gli Italiani, con l'apposita tassa fissata sulla bolletta della luce.

Ebbene, tutte queste centrali sono illegali!

L'illegalità e' dovuta al fatto che tutti questi impianti, una volta entrati in funzione, hanno peggiorato la qualità dell'aria dei territori che li ospitano con l'immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi d'azoto, polveri sottili e ultra sottili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine...

La legge violata e' il  Decreto Legislativo 155/2012 che, tra le sue finalità, prevede di "mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e migliorarla negli altri casi".

E' una finalità chiara, sensata e, sostanzialmente, rispettata fino a qualche anno fa.

Tutte le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parita' di produttività, le emissioni inquinanti inviate nell'atmosfera del nostro Paese, sono drasticamente diminuite.

Questo risultato e' stato ottenuto migliorando i combustibili ( gasolio a basso tenore  di zolfo, benzina senza piombo), sostituendo olio combustibile e carbone con gas naturale, con più efficaci trattamento fumi ( filtri a manica, marmitte catalittiche).

Questa tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità dell'aria del nostro Paese, si è interrotta con il proliferare di grandi e piccole centrali alimentate con biomasse, compresi i "termovalorizzatori" di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili poveri e altamente inquinanti.

Ad esempio, a parità di energia prodotta (elettricità+calore), una centrale alimentata a biomasse legnose emette 42 volte più polveri sottili (PM10) di una centrale di pari potenza, alimentata con gas naturale.

Non sono meno impattanti le centrali alimentate con gas di sintesi prodotto dalla gassificazione del legno, in teoria migliori della combustione diretta delle stesse biomasse gassificate.

 Un impianto di gassificazionedi cippato di legno da un Megawatt di potenza elettrica, nel pieno rispetto dei limiti alla concentrazione di inquinanti presenti nei suoi fumi, emette annualmente circa 6 tonnellate di ossidi di azoto, circa 6 tonnellate di ossido di carbonio, 4 tonnellate di anidride solforosa e 300 chili di polveri sottili PM 10.

In assenza di impianti di teleriscaldamento e senza il contemporaneo spegnimento di impianti termici poco efficienti,  alimentati con combustibili con fattori di emissioni superiore a quello delle biomasse utilizzate, e' inevitabile che tutti questi inquinanti provochino un sicuro peggioramento della qualità dell'aria e un proporzionale aumento di rischio sanitario per la popolazione esposta.

Questo significa che il rispetto delle concentrazioni di inquinanti nei fumi, ammessi dalla Legge e' una condizione necessaria, ma non sufficiente, al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione e l'entrata in servizio di questi impianti.

L'autorizzazione ha valore solo se il progetto dimostra anche che l'entrata in funzione dell'impianto  "mantiene la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e la migliora negli altri casi".
Questa duplice norma cautelativa (rispetto dei limiti alle emissioni e rispetto di una delle finalità del Decr. 155/2012) e' stata fatta propria con la Delibera 362 dalla Regione Emilia Romagna del 26 luglio 2011 che afferma:



Questa duplice norma cautelativa (rispetto dei limiti alle emissioni e rispetto di una delle finalità del Decr. 155/2012) e' stata fatta propria con la Delibera 362 dalla Regione Emilia Romagna del 26 luglio 2011 che afferma:
  1. Ai fini della localizzazione di impianti per la produzione di energia a biomasse aventi potenza termica nominale superiore a 250 kWt si applicano i seguenti criteri generali:
  2. x Su tutto il territorio regionale gli impianti devono utilizzare le migliori tecniche disponibili;
    x Nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento, è possibile localizzare impianti a biomasse solo a condizione che si sostituiscano sorgenti emissive esistenti e che sia assicurato un saldo complessivo pari almeno a zero delle emissioni in atmosfera di PM10 e NO2;
    x Nelle altre zone  si deve utilizzare un criterio cautelativo per mantenere la qualità dell’aria ambiente. 
"Il computo emissivo deve essere effettuato per i parametri PM10 e NOx (ossidi di azoto espressi come NO2) e per entrambi gli inquinanti nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento il saldo emissivo complessivo deve essere:
Saldo emissivo = Emissioni nuovo impianto - Emissioni spente o ridotte �� 0
Nella valutazione del saldo emissivo complessivo vanno dunque computate le sorgenti emissive esistenti che saranno “spente” o ridotte con l’entrata in funzione dell’impianto.
Si configurano in particolare due casistiche possibili:
  • -  sostituzione di emissioni provenienti da impianti esistenti;
  • -  installazione di nuovi impianti con contestuale riduzione delle emissioni complessive sul territorio tramite la realizzazione di opportune misure integrate localizzate in via prioritaria nella medesima area comunale o, in dipendenza dalla localizzazione dell’impianto, nelle aree contigue ricadenti in altri Comuni, da definire con le autorità competenti anche attraverso eventuali Accordi. " 
    E' interessante notare che la Regione Emilia Romagna, prevede che il computo emissivo sia fatto anche valutando le emissioni del traffico indotto per il trasporto delle biomassea alla centrale .
    Sarebbe opportuno che, al più presto, una simile norma (chiarendo meglio quali possano essere i criteri cautelativi da adottare nelle zone dove la qualità dell'aria e' già buona) sia introdotta in tutte le legislazioni regionali, in quanto ora, solo i cittadini dell'Emilia Romagna hanno a loro disposizione una norma che li tutela.
    Comunque, evidenziamo che, dati alla mano, in tutte le aree servite da gas naturale, il più pulito combustibile di cui possiamo disporre, sarà impossibile che l'uso energetico di biomasse al posto del gas naturale, possa lasciare inalterata, e tantomeno migliorare, la qualità dell'aria del territorio interessato alle ricadute dei fumi prodotti dal nuovo impianto.
Pertanto, ipotizzo che gran parte delle attuali autorizzazioni rilasciate ad impianti alimentati a biomasse, compresi gli inceneritori per rifiuti urbani, siano illegittime.

La parola definitiva a qualche buon avvocato che non si crei problemi a schierarsi a favore della salute del Popolo Italiano.

Se nel frattempo qualche ministro dell' Ambiente, dello Sviluppo Economico e delle Finanze provvedesse ad abolire gli incentivi a tutte le centrali a biomasse, gliene saremo grati in eterno.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Vorrei poter parlare con te che hai scritto questo articolo. .... mi piacerebbe saperne di più. ...mi puoi contattare su hulio77@virgilio.it.
Grazie

Inka Zulli ha detto...

Volevo segnalare che da un mese a questa parte la centrale della Fater a Pescara caccia fumo in quantità impressionanti... notte e giorno! Quali sostanze vengono immesse nell'aria con quel fumo? Grazie.